martedì 15 marzo 2011

Offellee fa el tò mestee

Sia chiaro che io di comunicazione non ne capisco nulla, ma nulla nulla nulla. Di solito quando qualcuno sta per farmi una domanda rispondo "NO!" prima ancora che questi abbia iniziato a parlare, e quando devo trasmettere un messaggio, ho due modelli standard: uno lavorativo («Paga perché altrimenti ti faccio fallire domani stesso») e l'altro privato («Fai questo perché altrimenti ti strappo la pelle dei coglioni e ne faccio un paralume»). Questo quando l'interlocutore è debole; per quando è più forte di me, rimando alla visione del ciclo completo di Fantozzi, un maestro del genere.
Insomma, prendendo un campione a caso di 100 frequentatori della rete e dei socialcosi (io, ahimè, non posso più considerarmi parte di quest'ultima categoria), troveremo una cinquantina di guru della comunicazione, una trentina di gente più o meno "esperta di" comunicazione, 15 persone che lavorano affianco alla comunicazione, 4 normali e, nell'ultimo centile, io.

Ma perfino io, che non mi definirei un fine diplomatico, nel mentre in Giappone sta succedendo tutto quel casino nelle centrali nucleari (casino di cui non conosciamo appieno le dimensioni e che non sappiamo ancora con certezza come andrà a finire), mai e poi mai sarei entrato nella modalità be bold dell'amministratore di wikipedia (modalità detta anche: io so' io e tu, te non sei un cazzo).
Se io fossi stato un esponente del Governo, o dell'ENEL, o Chicco Testa, avrei rilasciato una serie di dichiarazioni del tipo: «I terribili eventi che in queste ore angosciano il Giappone ci devono spingere ad approfondire con maggior puntiglio tutte le questioni legate alla sicurezza di questa tecnologia. Gli impianti che abbiamo intenzione di costruire in Italia risultano assai più sicuri di quelli oggi a rischio in Giappone, ma sentiamo come nostro dovere decuplicare i controlli e le verifiche, anche con l'ausilio di soggetti indipendenti e internazionali, per essere del tutto certi che la strada che intendiamo intraprendere sia quella giusta. Noi crediamo che il nucleare sia la giusta soluzione per il futuro, ma ben comprendiamo che la popolazione debba essere messa in condizione di riporre assoluta fiducia nella sicurezza propria e di quella delle generazioni a venire».
Dopodiché si sarebbero fatti passare un paio di mesi, magari si sarebbe convocato un bel convegno con rinfresco, invitato a dormire in qualche città d'arte un centinaio di giornalisti, una ventina di blogger, Elio Lannutti e Paolo Landi; cosicché nel frattempo gli umori si rassenassero e, referendum permettendo, si potesse arrivare alle agognate vacanze estive, che per la mente politica dell'italiano equivalgono a un bel format a: /u dei bei tempi andati.
Invece no: la modalità di comunicazione è stata: «non ce ne frega un cazzo, noi abbiamo ragione e tireremo dritto». Che sarà anche un bel modo efficace di relazionarsi, se sei un dittatore libico o il tenente di una compagnia di disciplina, ma che in politica, e con un referendum alle porte, mi sembra in assoluto la via più diretta per prendersi una bella valangata di insulti oggi, e di voti contrari domani.

Mi chiedo, e vi chiedo: perché la reazione del Governo è stata questa e non quella? C'è una strategia, dietro, oppure è solo incompetenza e approssimazione?

7 commenti:

lo scorfano ha detto...

Io, che non capisco niente né di comunicazione né di economia, credo che sia una strategia: quella del muro contro muro, del noi contro di loro, della partita di calcio, insomma.
A me pare che il Pdl, in tutte le sue versioni, persegua con costanza questa strategia da anni, soprattutto sui media, perché ha capito che è una strategia vincente. In quanto le ggenti non si interessano molto di politica ma amano la rissa. E si schierano subito dalla parte del più forte, appena vedono la rissa.

Ipazia Sognatrice ha detto...

Sì, mi pare che la strategia (molto simile a quella "io so vvero e tu sei ffalso" di certi programmi televisivi) sia ampiamente adoperata in politica.

Pensiero laterale: Ma ti sei tolto da FF?

Jakala ha detto...

IMHO il nucleare è una delle tante cambiali che questo governo deve pagare, se non riesce a pagarla potrebbe incominciare ad avere qualche problema.

Osservo infatti che si sono espressi solo ministri pro-Silvio, altri sono rimasti zitti.

m.fisk ha detto...

@ipazia - no, è che come -secondarissimo - effetto del terremoto, m.ctor.org è stato spento, e pertanto dal lavoro sono oramai tagliato fuori. E a casa non è che non abbia altro da fare.

.mau. ha detto...

ah. ctor era giapponese? mo' capisco, e ieri non mi sarei preoccupato della sua non-esistenza.

Quanto al resto, io non capisco nulla di comunicazione, ma credo che i signori pidielle abbiano (stranamente) una strategia: se si parla di questo non si parla di altro, e tanto non importa davvero se le centrali si faranno o no, quello che conta è stanziare i fondi.

Stefano ha detto...

Secondo me (che lavoro in comunicazione, ma non c'entra) e' un misto di incompetenza e menefreghismo: e' un governo che ormai vive fuori da qualsiasi verifica di consenso, per via dello stato psicologico del capo.

Anonimo ha detto...

http://cianciullo.blogautore.repubblica.it/2011/03/17/nucleare-si-in-parlamento/?ref=HROBA-1

 

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