mercoledì 16 marzo 2011

Un po' di cose che ho imparato sulle centrali nucleari

Credo sia venuta l'ora di sistematizzare quello che ho appreso leggendo qua e là articoli e notizie.

Dunque, ho imparato che il materiale fissile contenuto in una centrale può, in condizioni straordinarie, arrifare a fondere, ma che anche nel caso in cui fonda non può né esplodere come una bomba atomica (in quanto, essendo un uranio di tipo diverso da quello delle bombe, può formare una massa supercritica ma non prontocritica). Ho imparato che anche qualora fondano le camicie che contengono le pastiglie, è comunque estremamente improbabile, se non impossibile, che il combustibile formi una massa critica, dato che il fondo del contenitore è disegnato apposta per sparpagliare, e non raccogliere, il combustibile che cade.
Ho imparato che per spegnere un reattore ci vuole un bel poò di tempo, dal momento che il materiale riveniente dalla fissione è fortemente radioattivo e scatena la fissione nell'uranio, e che pertanto nei primi giorni è indispensabile raffreddare ben bene tutto, ma dopo un po' la situazione si stabilizza.
Ho imparato che in ogni caso, anche se tutto quel che può andare male vada male, la centrale è costruita in modo da racchiudere all'interno tutto il combustibile fuso, in un contenitore in grado di resistere all'immenso calore generato.
Ho imparato che quando viene liberato del vapore per alleggerire la pressione nel contenitore, questo contiene isotopi radioattivi che hanno una vita brevissima, e in pochi secondi sono innocui. E che anche se le camicie di rivestimento sono danneggiate, la massa di isotopi radioattivi pericolosi è piccola, e in gran parte costituita da iodio 131 che nel giro di un mesetto diventa sostanzialmente innocuo.
Ho imparato che in Giappone ci sono un fottìo di centrali nucleari, e che tutte queste centrali hanno resistito ad un terremoto di magnitudo 9, e l'unica che ha avuto problemi è una centrale vecchia di quarant'anni, facente parte di una generazione che non viene costruita più da tanto tempo.
Tutte queste cose, che ho imparato, mi tranquillizzano. Rifletto sul fatto che l'Italia è una terra sismica, ma non come il Giappone; che nel Mediterraneo non può crearsi uno Tsunami come nell'Oceano; che in Italia si costruirebbero centrali di quarta generazione e non di seconda: e mi sento sereno.
Poi rifletto sul fatto che in Giappone i reattori vecchi di quarant'anni hanno resistito al terremoto, e hanno ceduto per il venir meno della corrente fornita dai generatori diesel, che non erano né di prima né di seconda né di quarta generazione, dato che erano motori diesel.
Penso al fatto che, malgrado il Grande Contenitore Sigillato stia resistendo, c'è un grosso ma grosso problema perché un bel po' di combustibile esausto viene conservato fuori del Grande Contenitore Sigillato, e quel combustibile esausto ora sta friggendo all'aria o quasi.
Leggo che quelle famose radiazioni che dovrebbero avere una vita così breve da non costituire alcun pericolo sono troppo elevate perfino per far volare gli elicotteri sopra la centrale, per il tempo necessario a buttarci sopra un po' d'acqua. Che a trenta chilometri di distanza non si può uscire dalle case. Leggo, insomma, che per quanto in teoria il pericolo più grande che si può correre è quello di dover buttare via una centrale nucleare, e pagare un bòtto di soldi per la sua bonifica nei prossimi vent'anni, quello che sta succedendo in pratica è qualcosa di molto peggio di quanto previsto dalla teoria.
Comprendo che per quanto si faccia di tutto per mettere tutto in sicurezza, c'è sempre qualche particolare che sfugge: l'ho imparato a mie spese quando facevo il Project Manager, ed è una lezione che porto sempre dentro. Mi immagino che in una centrale di quinta o sesta generazione si farà tesoro dell'esperienza giapponese, si metteranno delle batterie capientissime e dei motori diesel dentro dei bunker antiatomici; e si conserverà il materiale esaurito in contenitori con un grado di sicurezza pari a quello del materiale fissile fresco. Si farà in modo, insomma, che quando tutto ma proprio tutto quel che potrà andare storto andrà storto, comunque non vi sia alcuna possibilità di rilasciare all'esterno materiale radioattivo pericoloso. Ma ho imparato che c'è sempre qualcosa che nessuno pensava potesse andare storto e che proprio quel qualcosa invece potrebbe andarci. Io non so che cosa, dato che per mestiere scrivo letteracce e non costruisco centrali: ma credo che la sicurezza assoluta non possa mai essere raggiunta: e mi preoccupo.
Certo, mi rassicura il fatto che le strutture della centrale giapponese, eseguite secondo le procedure e che hanno superato tutti i controlli, abbiano resistito ad un terremoto mille volte più intenso del massimo previsto. Mi rassicura molto meno pensare che la Casa dello Studente, all'Aquila, fosse stata costruita secondo le procedure ed avesse superato i controlli: e preferirei che costruzione, procedure e controlli li facessero i giapponesi, ché dei subappaltatori italiani non è che mi fidi più di tanto.
Penso che quelle famose centrali di nuova generazione, costruite in Italia e controllate da tecnici giapponesi incorruttibilissimi, non si faranno fregare da un motore diesel che non funziona. Poi penso ai camion che non riescono a portare i sacchi della spazzatura da Napoli alle discariche, e mi chiedo se un giorno le autobotti di gasolio potrebbero arrivare alla centrale di nuova generazione, superando magari anche un ponte crollato sulla A3.

2 commenti:

.mau. ha detto...

tecnici giapponesi incorruttibilissimi? mah.
Nel 1990 andai a una conferenza in Giappone, mi comprai la Lonely Planet (in inglese, c'era solo quella) e lessi che per andare da Tokio a Narita c'erano due possibilità: la ferrovia privata e quella Japan Rail (di cui avevo l'abbonamento). Solo che la prima faceva un percorso abbastanza diretto e la seconda una roba a V; e questo perché era stato preparato da un decennio il progetto di una linea veloce, era stato fatto il terminal ferroviario sotto l'aeroporto, ma c'era stato uno scandalo per l'esproprio dei terreni, e quindi non si era fatto più nulla.

Insomma, l'incorruttibilità forse c'è, ma serve a poco.

Anonimo ha detto...

" credo che la sicurezza assoluta non possa mai essere raggiunta: e mi preoccupo."

La sicurezza assoluta è l'albero di Bertoldo , non si trova mai .
Preoccuparsene solo per il nucleare non mi pare abbia molto senso .

Ormazad

 

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