mercoledì 6 luglio 2011

Della suprema importanza delle minuzie

Qui di seguito il testo della proposta di legge costituzionale dell'IDV sull'abolizione delle provincie, il cui rigetto ha suscitato uno sdegnato scandalo in blogger che contano, del calibro di Gilioli e Costa (spero che quest'ultimo non si offenda per l'accostamento).

PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE
Art. 1.
(Modifica della rubrica del titolo V della parte seconda della Costituzione).
1. La rubrica del titolo V della parte seconda della Costituzione è sostituita dalla seguente: «Le Regioni e i Comuni».

Art. 2.
(Modifiche all'articolo 114 della Costituzione).
1. Il primo comma dell'articolo 114 della Costituzione è sostituito dal seguente: «La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato».
2. Il secondo comma dell'articolo 114 della Costituzione è sostituito dal seguente: «I Comuni, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i princìpi fissati dalla Costituzione».

Art. 3.
(Modifiche all'articolo 117 della Costituzione).
1. Alla lettera p) del secondo comma dell'articolo 117 della Costituzione, la parola: «, Province» è soppressa.
2. Al terzo periodo del sesto comma dell'articolo 117 della Costituzione, le parole: «, le Province» sono soppresse.

Art. 4.
(Modifiche all'articolo 118 della Costituzione).
1. Al primo comma dell'articolo 118 della Costituzione, la parola: «Province,» è soppressa.
2. Al secondo comma dell'articolo 118 della Costituzione, le parole: «, le Province» sono soppresse.
3. Al quarto comma dell'articolo 118 della Costituzione, la parola: «, Province» è soppressa.

Art. 5.
(Modifiche all'articolo 119 della Costituzione).
1. Ai commi primo, secondo e sesto dell'articolo 119 della Costituzione, le parole: «le Province,» sono soppresse.
2. Al quarto comma dell'articolo 119 della Costituzione, le parole: «alle Province,» sono soppresse.
3. Al quinto comma dell'articolo 119 della Costituzione, la parola: «Province,» è soppressa.

Art. 6.
(Modifica all'articolo 120 della Costituzione).
1. Al secondo comma dell'articolo 120 della Costituzione, le parole: «, delle Province» sono soppresse.

Art. 7.
(Abrogazione del secondo comma dell'articolo 132 della Costituzione).
1. Il secondo comma dell'articolo 132 della Costituzione è abrogato.

Art. 8.
(Abrogazione del primo comma dell'articolo 133 della Costituzione).
1. Il primo comma dell'articolo 133 della Costituzione è abrogato.

Art. 9.
(Norme di attuazione).
1. Entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale, si provvede, con legge dello Stato, a regolare il passaggio delle funzioni delle province alle regioni o ai comuni, nonché quello dei beni di proprietà e del personale dipendente delle province medesime ai citati enti.
Bello, no? E' un vero peccato che ci sia quell'art. 9 (norme di attuazione). Uno di quegli articoli che si tende sempre a saltare, tanto che saranno mai queste «norme di attuazione»?
Perché, per chi lo sa leggere, quell'art. 9 dice che tutti gli altri articoli che lo precedono non servono proprio a un beato cazzo.

aggiornamento sempre da Gilioli apprendo che Scalfarotto si è turbato per la posizione del suo partito, e mi dico che al mondo ci sono poche certezze, o forse nessuna, tranne il fatto che Scalfarotto non ne pensi mai una giusta.

7 commenti:

Nemo ha detto...

A me sembra ragionevole e soprattutto funzionalmente necessario ci siano le norme di attuazione.
Perché quindi le norme che precedono l'Art. 9 non servirebbero "a un beato cazzo"?
Il mio dubbio è, più che altro, se verrebbe mai rispettato quel "entro un anno".

Cristian ha detto...

anche io ho gli stessi dubbi di Nemo, non funziona allo stesso modo per gran parte delle leggi che vengono fatte? Io non sono esperto ma mi vien da pensare a una legge che lessi tempo fa, la cosiddetta "legge Biagi" che diceva tutto e niente.

Kaplan ha detto...

Le norme precedenti l'articolo 9 non servirebbero a nulla, se non a una operazione di chiururgia "linguistica", perché l'articolo 9 indica come scopo delle norme di attuazione, non solo il trasferimento delle funzioni (cosa ovvia) e dei beni di proprietà delle Province ma anche quello dei dipendenti provinciali. Ammesso che la ratio alla base della proposta di legge sia quella della riduzione dei costi, dove è andata a finire? Personalmente, potrei concedere il beneficio del dubbio, aspettare e vedere se, dalle parti dell'IDV, ci sia la volontà di tagliare "sprechi" rivedendo le modalità e le quantità delle assunzioni nella pubblica amministrazione. Al momento, tutto questo appare demagogia.

Kaplan ha detto...

Ne approfitto per chiedere scusa per gli errori di battitura e cito parte del testo di presentazione della proposta di legge di cui stiamo parlando: "La soppressione delle province [...] permetterebbe
quindi un enorme risparmio per le casse
dello Stato e costituirebbe per i cittadini un chiaro segnale di volontà di riformare la « macchina amministrativa », a vantaggio della semplificazione di un sistema che
sia efficiente e, soprattutto, meno dispendioso. Da ultimo, l’accorciamento della catena decisionale costituirebbe senza dubbio un decisivo deterrente contro corruzioni e clientele. In questo quadro, la soppressione delle province diventa più che mai il simbolo di un forte e coerente impegno nei confronti del Paese".

Rouge ha detto...

E' normale che se un ente fa un lavoro, una volta eliminato questo lavoro dovrà farlo qualcun'altro.
Comunque dalla faccenda mi sembra emergano due cose: la prima che certi progetti di legge sarei capace a farli pure io (bello sforzo quello dell'Idv), la seconda che certi giornalisti/opinionisti scrivono né più né meno che un qualsiasi blogger (pigliano una notizia di agenzia, non controllano una mazza, si indignano tanto per).

Nemo ha detto...

Mi pare ovvio che non si possono certo licenziare da un giorno all'altro tutti i dipendenti provinciali, dato che dovranno continuare a occuparsi delle cose su cui le province hanno competenza e che non verrebbero certo cancellate, ma solo spostate alle Regioni o ai comuni. Insomma, i guadagni per lo Stato sarebbero giusto un po' di politici e portaborse in meno: cosa dal mio punto di vista più che sufficiente per abolire le Province.

nonunacosaseria ha detto...

l'articolo finale è abbastanza normale, non mi scandalizza.
il problema è che l'obiezione piddina non è infondata: ossia, per evitare il pasticcio che è già successo ai tempi della riforma del Titolo V della Costituzione sarebbe parecchio opportuno definire prima chi si occupa di cosa, anziché approvare una riforma del genere e poi rimandare a un futuro incerto tutto ciò.
se permettete l'autocitazione, ne ho scritto qui: http://nonunacosaseria.blogspot.com/2011/07/il-pd-lidv-e-labolizione-delle-province.html

 

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