Forza coso, siamo tutti con te, qualsiasi cosa possiamo fare per aiutarti la facciamo, okay? Fosse pure scoprire dove abita il tipo, tuffarlo in un barile di melassa, ricoprirlo di piume e mandarlo in giro per le strade della sua città con appeso al collo un cartello che recita “kick me in the balls, please”.
Però, a differenza di quel che si dice qui, io resto convinto che la solidarietà sia importantissima, ma che anche le denunce, le querele e le azioni in sede civile siano gli strumenti giusti per affrontare certe cose.
Che la propria reputazione debba essere difesa non solo con la forza dialettica ma anche con la forza della legge.
E che un'organizzazione che permette a chiunque di scrivere cose infamanti, e soprattutto che si rifiuta di cancellarle una volta che viene fatta presente la natura infamante di tali cose, debba essere chiusa o severamente punita. Sia che l'infamato si chiami Gasparri, sia che si chiami Da Vinci.
Certo, era comodo per tutti noi che stiamo da una certa parte quando gli strali andavano nella direzione opposta: ma chi riesce a vedere al di là del proprio naso, si rende conto che oggi tocca a te ma domani può toccare a me: e se non difendo te oggi, domani nessuno difenderà me.
mercoledì 28 luglio 2010
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17 commenti:
Eppure più ci penso a quanto avvenuto al Da Vinci e più mi convinco che sulla vicenda avevi visto giusto nel post che hai rimosso.
Se oggi fosse in vigore il famigerato comma, quei quattro dementi avrebbero già pubblicato la rettifica e il mondo sarebbe migliore.
Per avere quel mondo migliore devo pagare lo scotto di pubblicare qualunque stupidaggine mi chiedono di pubblicare? Avrei preferito di no, ma è un prezzo che sono disposto a pagare
Champ - www.marcocampione.it
[NOTA: i commenti open id non funzionano]
Non ci ho capito niente... -.-
In realtà la vicenda del noto inventore rinascimentale mal s’inquadra nel discorso della rettifica: quel post (che non vado più a rileggere, per cui vado a memoria) non è da rettificare. Da un lato afferma che l’empolese ha scritto un certo articolo sul proprio blog (il che è un fatto, vero) e dall’altro ne deduce che il medesimo è un pedofilo o un filo-pedofilo (il che è un’opinione, non un fatto). Gli strumenti corretti sono quindi la denuncia-querela, non la rettifica.
tu sei un avvocato giusto? io no, però la laurea l'ho presa e un po' di pratica l'ho fatta, come vanno le cose l'ho visto. il diritto vigente non è in nessun modo in grado di tutelare in maniera *effettiva* il diritto al proprio buon nome del tuo assistito (virtuale). su internet tutto è per sempre e l'unico modo di cancellare un'offesa è sommergerla di autorevoli smentite. quanto al responsabile, un probabile bimbominkia col daspo e due processi per scippo, è A) difficile da individuare, B) se ne sbatte di una denuncia penale ed infine C) anche se condannato non pagherà una lira di danni in quanto nullatenente nè andrà in galera in quanto nessuno va mai in galera per questo, quell'altro e quest'altro motivo. summum ius, summa iniuria. a volte la legge e la giustizia non sono al stessa cosa.
(grazie)
@thumper: è una roba per chi l'ha seguita fin dall'inizio: se mi mandi una mail ti mando un link
@livefast - questa frase «su internet tutto è per sempre e l'unico modo di cancellare un'offesa è sommergerla di autorevoli smentite» te la sottoscrivo in pieno e la firmo anche con il sangue.
Il punto è che qui siamo di fronte a un qualcosa un po' diverso: non è il solito trolling dove si insultano Maria Strofa o Giovanni Greco, volano parole grosse o enormi e poi ci si ritrova tutti alla blogfest. Le azioni del pezzo di merda, che si crede un troll, hanno tracimato dal mondo dell'internette a quello della vita reale.
Qui -è molto importante questo punto- non stiamo parlando della reputazione di LT nella blogosfera: stiamo parlando della reputazione di LT nella vita: del suo lavoro a scuola, dell'uascire di casa e far la spesa sereno, al limite anche del rapporto con le sue amicizie.
E' per questo che credo -anzi sono convinto- serva agire _sia_ su internet, come dici tu, per confermare la sua reputazione qui, _sia_ nella vita reale, con denuncia e possibilmente regolare processo, per affermare la natura vigliaccamente diffamatoria di quanto accaduto.
Non si tratta né di mandare in galera qualcuno (ché non ci si va certo per una diffamazoncella) né di bussare a danari (ché sarebbe da idioti pensare se ne possano trovare in capo a quel bel tomo).
Si tratta, invece, di poter dire e dimostrare a chiunque, in futuro, come stanno le cose; ed essere certi che quando tra cinque anni ci sarà un idiota che riprenderà quell'accusa, aver una replica pronta e ufficiale.
(fatto. Ri-grazie)
Se sbaglio ditemelo, ma a me pare che il colpevole non siano né i felini né quei mentecatti della controinformazione, ma l'ambigua figura a cui gli scritti di Coso si riferivano. E' contro di lui, che ci si dovrebbe mobilitare, diffondendo al massimo ciò che Coso osservava e così via. Non capisco perché non l'abbiamo già fatto, anzi. Il tizio querela? Se ci si organizza un po', voglio vederlo a querelarci in cento. O a mandarci cento troll con infamie personalizzate. (Teoria a margine: le capacità di mobilitazione della rete contro le figure e i metodi ambigui si riducono assai. Corollario: se vuoi colpire un blogger sii sporco e ambiguo, funziona.)
@lia - sono due questioni diverse: l'ambigua figura (fuor di metafora: Massimiliano Frassi) è uno di quei soggetti che, in buona o mala fede, ha trovato notorietà e forse anche una certa agiatezza con la lotta alla pedofilia. E non è il primo: rammanto che con lo scudo di questo crimine anche altri hanno marciato. Però qui si tratta d'altro: e precismente di una diffamazione compiuta a mezzo della rete di una persona ben nota alla rete, che mai si è occupato del tema - se non in maniera trasversale, come ognuno di noi fa quando commenta l'attualità.
Quindi adesso la rete prende posizione su Da Vinci, ed è giusto che sia così, nell'immediatezza della provocazione. Poi potremmo anche pensare a estendere il dominio della lotta, per quanto per far ciò servano competenze, conoscenze e dispendio di tempo che non credo molti di noi posseggano.
Però, scusa: è evidente che chi tocca 'sto Frassi si ritrova con questo genere di problemi, e mi pare che Coso non sia manco il primo. Forse portare allo scoperto questo meccanismo è proprio il modo per provare la falsità delle calunnie che sono state sparse.
Sì, può essere. Ti confesso che non ho approfondito più di tanto la cosa perché mi pare un personaggio talmente squallido che non valga la pena di perderci un minuto dietro (secondo il noto principio per cui le merde è meglio lasciarle a terra anziché calpestarle). dovrei approfondire per farmi un'idea più chiara, ma la cosa mi disgusta un po'.
messa in questi termini la questione assume effettivamente contorni diversi e la soluzione che propoponi assume un senso ed una logica. si vede che quel cavolo di esame di stato a qualcosa serve, dai :-)
ciò detto, ritengo che, oltre a quella formale, qualche forma di giustizia sostanziale dovrebbe essere esercitata.
ci sono un paio di proposte in giro che mi piacciono alquanto. io sono a disposizione e così credo la maggior parte dei (tanti) sostenitori di coso. a questo punto è lui che deve dirci come vuole che ci comportiamo. noi siamo qua.
Sta di fatto che, malgrado tutti qui mi chiamino avv., io l'esame non l'ho mica fatto :-)
avvocato m.fisk,
secondo lei qual è la probabilità che il signore che ha scritto quel pezzo sul DaVinci sia lo stesso Frassi?
Egregio Matematto(TM): è un'ipotesi stuzzicante. Per venirne a capo, come insegnava il buon vecchio Fravia+, basterebbe leggersi un po' di scritti del Frassi e confrontare il lessico, l'ipotassi e l'uso dei segni d'interpunzione con quelli del sospettato.
Se io non fossi reduce da un faticoserrimo viaggio che mi ha costretto a prendere caliginose tradotte nel mezzo della pianura padana, mi ci applicherei io stesso!
Frassi non è affatto nuovo a suonarsela, cantarsela e scriversele da solo...
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