Oggi ha scritto un articolo tutto da leggere (è anche breve) lamentando che la partita di ieri non sia stata giocata, «non per il risultato ma perchè, almeno nello sport, dobbiamo difendere il valore che le regole vanno sempre rispettate e fatte rispettare» e dacché «non giocare è stata la vittoria [dei teppisti] e la sconfitta di quei quarantamila tifosi genovesi che ho visto tristemente andare via dallo stadio».
Io non so chi sia e cosa pensi, ripeto. Ma ci scommetterei una qualche decina di euri che se la partita si fosse giocata, e ci fosse scappato il morto o il ferito grave, il Mauro avrebbe scritto un articolo pressapoco così (mi sono sforzato di mantenere le zoppìe nel lessico, nella punteggiatura e nella consecutio, ma non credo di esservi riuscito appieno):
Era necessario arrenderci, la partita non doveva essere giocata: aver fatto svolgere un evento sportivo nonostante centinaia di pazzi esaltati lo volessero impedire con la forza, mi è sembrata una scelta assurda. Abbiamo visto allo stadio scene di inaudita violenza, perfino se in Italia siamo abituati a questi spettacoli. E poi dal pomeriggio non c'erano stati già incidenti nel centro della città, tra quei teppisti e la polizia, che non era riuscita a intervenire durante quel contesto e bloccare quei folli fuori dallo stadio? Per me la partita non doveva essere giocata. Il fatto di Genova mi ha ricordato quel derby Roma-Lazio dove, malgrado il barbaro assassinio di Paparelli, l'arbitro fece svolgere una gara assurda e antisportiva.
La paura non dovrebbe prendere la mano di chi deve assumere decisioni importanti: Italia-Serbia non andava giocata, e non per il risultato ma perchè, almeno nello sport, dobbiamo difendere il valore della vita, che va sempre rispettata e fatta rispettare. Non dovevamo abbassare la guardia di fronte ai teppisti: la scelta di giocare e ciò che ne è conseguito è stata la loro vittoria e la sconfitta di quei quarantamila tifosi genovesi che ho visto impauritamente andare via dallo stadio.
1 commento:
You're so cruel... (that's why I read your webthing, anyway!)
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