giovedì 16 dicembre 2010

Il bello dei socialcosi

Il bello dei socialcosi è vedere che, all'alba del secondo decennio del primo secolo del terzo millennio, c'è ancora tanta gente, magari anche con un titolo di studio, capace di pensare che a bruciare un bancomat si faccia un dispetto a un signore grassottello e anzianotto, con bastone dal pomo d'avorio, cappello a cilindro e ghette anziché, come in effetti è, a tanti piccoli azionisti, a tanti futuri pensionati e a una nutrita serie di fondazioni che avrebbero dovuto reinvestire sul territorio di appartenenza l'utile che in parte, grazie a quel bancomat bruciato, è andato in fumo.

3 commenti:

Lele ha detto...

A parte che in questo modo aumenta il fatturato dei produttori di bancomat, mi puoi confermare che le banche appartengono soprattutto a tanti piccoli azionisti, a tanti futuri pensionati e a una nutrita serie di fondazioni?
E sai dirmi anche (così, a spanne) quanta parte di quell'utile andato in fumo tali fondazioni solitamente reinvestono sul territorio di appartenenza?

m.fisk ha detto...

Il flottante delle banche italiane quotate è di circa il 60%. Aggiungi le quote di capitale in mano alle Fondazioni, che per statuto dovrebbero reinvestire gli utili e che comunque, al di là del fatto che lo facciano o meno, sono comunque riconducibili ad enti pubblici territoriali (e quindi, in definitiva, alla popolazione del territorio di riferimento), ai fondi pensione e via discorrendo, e vedrai che la fetta del veterocapitalista è effettivamente assai scarsa.

Anonimo ha detto...

Certo che io, quando frequentavo il socialcoso, mai mi sono imbattuta in dibattiti De incendio Bancomatis... Altrimenti, forse continuerei ancora a frequentarlo, il socialcoso... ma è più probabile che no, ho comunque di meglio da fare che interessarmi alla piromania bancaria... Sì, l'hai detto, gli incunaboli!

IpaziaS

 

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