venerdì 22 giugno 2012

Napoletonidianamente

Non è che Loretta Napoleoni sia una brutta donna: e se per soddisfare il suo bisogno di autostima bastassero le fotografie in primo piano di sé medesima che vengono pubblicate per ogni dove, potremmo essere contenti anche noi.
Ma la Napoleoni fa l'economista, e con i controcoglioni, in quanto economista grillina. Dal momento che al Sacro Verbo fa comodo di sparigliare le carte gridando «FUORI DALL'EURO!» quando tutta la Casta pietisce «dentro l'euro!», anche la Napoleoni si è dovuta adeguare. E quindi ripete per ogni dove che l'Italia fuori dall'Euro starebbe bene, anzi benone, anzi meravigliosamente.
Certo, per affermare questa castronerie servono dei supporti, non basta dire che dato che gianrobertogrillo(tm) dice così allora è giusto così.
E quindi la Napoleoni si inventa il caso dell'Islanda, uscita dall'Euro senza alcun trauma, e di Dubai, che ora prospera dopo la ristrutturazione del debito. Peccato che l'Islanda nell'Euro non ci sia mai entrata (del resto manco sta nella CE), e che il debito di Dubai fosse tutto men che il debito di Dubai, bensì il debito delle privatissime aziende della famiglia reale, e che adesso mezza Dubai sia diventata di proprietà degli emiri viciniori.

Poi c'è l'esempio dell'Argentina, e qui son dolori. Perché non solo ci sono le Gabanelli Girrls, che in recenti trasmissioni ci hanno raccontato di come è strafica l'Argentina di oggi dove ci sono le cooperative sociali che riaprono i teatri e la gente che reimpara a riparare le sedie e a farsi le torte in casa, ma -le disgrazie non vengono mai sole- anche qui la Napoleoni ha qualcosa da raccontarci:
Io quello che posso dire è quello che alcuni avvocati di questo team che stanno lavorando al possibile default mi hanno detto è che succederà un po' com'è successo in Argentina, potrebbero chiudere le banche per una settimana, i depositi potrebbero essere congelati, si potrà prelevare una certa quantità di denaro quotidianamente (in Argentina erano l'equivalente di 250 dollari) e in questa settimana di "congelamento" ci sarà la conversione dall'Euro alla moneta che si vuole scegliere, per esempio l'Italia potrebbe tornare alla lira. Però questo comporterà anche dei cambiamenti a livello pratico. Dopodiché i risparmiatori italiani chiaramente si ritroveranno le lire. Questo significa che se uno vive in Italia e non va all'estero non ha grossi problemi, al contrario la debolezza della moneta sarebbe un danno.
Insomma, nella vulgata della nostra economista il massimo dei problemi è che anziché andare a fare le vacanze a Parigi dovremo adattarci alle spiagge del Salento, ma a parte quello la svalutazione sarebbe una passeggiata di salute.
La stampa italiana, tradizionalmente attentissima alle notizie dall'estero e in particolare a quelle dall'America latina, tace, e quindi acconsente. E l'osservatore poco attento potrebbe anche credere che in Argentina oggi ci siano le strade lastricate d'oro, i prosciutti che crescono sugli alberi, e la gente passi la giornata ballando tango e mangiando affettati offerti gratuitamente dalla natura.

Ho una brutta notizia per voi: non è vero.
In Argentina è iniziato l'inverno, e con l'inverno uno sciopero degli autotrasportatori che ha lasciato l'intero Paese senza una goccia di carburante nelle pompe e per il riscaldamento. Il Governo segue la cosa come un'emergenza umanitaria, in quanto già 100.000 persone sarebbero senza combustibili e pure senza gas (dato che sono in sciopero anche i lavoratori della rete distributiva; questo ve lo dico io ché l'articolo non lo dice). Il motivo? semplice: i lavoratori vogliono un aumento del 30% dei salari, e non per avidità bensì solo per recuperare l'inflazione. Ma -è il caso delle compagnie distributive del gas- il Governo non concede i rialzi delle tariffe, e quindi le compagnie lavorano già in perdita (importano gas, il che sarebbe un assurdo, dato che il Paese ne è ricchissimo, ma gli impianti di estrazione non funzionano per carenza di personale e di manutenzione, sempre per carenza di soldi) e finché il Governo non concede le nuove tariffe non possono permettersi di aumentare gli stipendi: e il cane, e il morso, e la coda.
Ma non c'è solo questo sciopero: ce n'è appena stato uno dei produttori agricoli contro l'aumento delle imposte fondiarie, e ora ne stanno iniziando altri: quello dei controllori di volo e quello a macchia di leopardo dei commercianti che protestano contro il blocco delle importazioni deciso dal Governo per salvare un po' il valore della moneta (del resto, se l'industria nazionale non produce, e importare non si può, che diavolo può vendere un commerciante?)
In compenso chi ha da parte qualche peso teme di vederne dimezzato il valore in capo a 18 mesi, e quindi cerca di comprare valuta. Per evitare ciò il Governo aveva introdotto il divieto di comprare dollari per scopi diversi dall'acquisto di viveri, medicine, auto e esigenze di viaggio; ma dopo qualche giorno è stato frettolosamente costretto a revocare il divieto.

Insomma: in Argentina stanno tutti bene, noi li invidiamo tanto e speriamo che Napoletona ci porti presto in una situazione analoga alla loro.

5 commenti:

enrico ha detto...

che l'italia avrebbe fatto meglio a non entrare nell'euro, è un fatto; che l'euro sia tuttora un grave ostacolo alla ripresa è un altro fatto: non ne consegue però che un uscita dall'euro sarebbe indolore. La verità è che i rischi sono più limitati di quanto i governi e bankitalia vogliano far credere, ma counque ci sono. gli scritti della napoleoni sono solo la conferma che un incompetente resta tale, anche quando per caso dovesse ritrovarsi ad aver ragione

dago ha detto...

i fatti che sono fatti aggratis non solo mi lasciano perplesso, addirittura mi spaventano

enrico ha detto...

non sono fatti aggratis, sono fatti provati dalla storia economica: trovami un caso singolo di un paese che sia uscito da una crisi come la nostra senza svalutare e ti offro da bere volentieri. non solo, i problemi che l'euro sta provocando sono esattamente quelli che gli economisti contrari all'euro (krugman, rogoff, brad de long, shiller, The Economist,Brittan, per citare solo quelli che conosco io) avevano previsto 15 anni fa: il che se non una prova è comunque un indizio forte che la decisione di entrare nell'euro è stata tecnicamente sbagliata, oltre che politicamente velleitaria. quindi non spaventarti, magari informati

m.fisk ha detto...

@enrico - scusa se lo dico senza troppi infingimenti, ma mi stai entrando un po' in modalità disco rotto

enrico ha detto...

scusatissimo, ci mancherebbe, ma qui sei tu che non entri nel merito delle argomentazioni; e fai bene, perchè se la tua idea è che l'euro sia stata una buona cosa le argomentazioni che puoi addurre sono poche e deboli. al massimo si può sostenere che uscirne ora rischierebbe di essere una soluzione anche peggiore, ma questa linea di pensiero regge solo a patto che una maggiore integrazione politica e fiscale dell'europa sia una prospettiva concreta, e più passa il tempo meno la cosa sta in piedi. dico questo con piena partecipazione al tuo fastidio nei confronti della napoletoni, sia ben chiaro

 

legalese
Il contenuto di questo sito è rilasciato con la seguente licenza:
- ognuno può farne quel che gli pare
- l'eventuale citazione del nome dell'autore e/o del blog è lasciata alla buona educazione di ciascuno