mercoledì 13 giugno 2012

Profeti di sventura

Di questi tempi lo sport preferito dei giornali è diventato il procurare allarmismo e terrore. Non che non ci sia qualche ragione di stare preoccupati, ma nelle cose la misura è pur sempre importante, e oramai la stiamo perdendo insieme al suo senso.
Anche perché in Italia ci sono 60 milioni di commissari tecnici, ma non (o non ancora) altrettanti economisti: e pertanto la ggente, quella che una volta leggeva al bar la rosea Gazzetta e oggi sfoglia le pagine economiche dell'altro quotidiano di analogo colore(1) è costretta a bersi le opinioni dei commentatori senza aver la possibilità di distinguere le cazzate dalla verità.

E' esattamente l'atteggiamento della conduttora(2) di Uno Mattina, che si rivolge all'economisto(2) con il timore reverenziale che i comuni mortali hanno verso il Papo(2).
Il problema purtroppo sta nel manico, perché andare a chiedere a Seminerio un parere obiettivo è come andare a chiedere a me una critica costruttiva degli articoli della 27esima ora. Seminerio fa il suo gioco, e trova anche tanti personi(2)(3) che lo ascoltano e lo citano, e magari gli fanno guadagnare anche dei denari.
La cosa potrebbe essere dimostrata in due parole, segnalando semplicemente che Seminerio scrive anche sul Fatto Quotidiano. Ma sembrerebbe un argomento ad hominem; quindi proviamo ad analizzare un suo articolo per scoprire dove il catastrofista bara maldestramente.
Prendiamo un post breve breve, scritto per ribadire la tesi che le banche italiane devono essere ricapitalizzate (con il sottinteso che non ci sono soldi e quindi moriremo tutti).
Quali le premesse logiche che conducono alla tesi?
A) le banche hanno usato i soldi della BCE per comprare titoli di Stato; ma i titoli di Stato soffrono del rischio paese italiano e quindi le banche italiane sono a rischio.
B) il ROE delle banche è molto inferiore al ROE medio delle altre banche europee (un 4,3% contro un 9%).

Sono due sciocchezze, per non dir peggio.
Le banche italiane hanno preso soldi dalla BCE, certo, e hanno comperato titoli di Stato. I titoli di Stato sono l'investimento meno rischioso che avrebbero potuto porre in essere, dal momento che qualunque impiego a un soggetto privato avrebbe sommato al rischio Paese (il rischio che l'Italia vada a rotoli) il rischio di credito (il rischio che l'azienda prenditrice vada a rotoli). Il fatto che le banche abbiano comperato titoli di Stato, quindi, non ha nulla a che fare con la necessità di ricapitalizzazione, anzi! Se, come dice Seminario, non certo io, l'85% del patrimonio delle banche è in titoli pubblici, questo significa che quel patrimonio è molto più solido (e non meno solido) che se fosse costituito da crediti verso clientela o verso banche, o addirittura da attivi in derivati o roba simile, estremamente volatile.
Per quanto riguarda il discorso del ROE, è questo un indice che ha al numeratore l'utile dell'impresa, e al denominatore il patrimonio. "Ricapitalizzare" vuol dire "incrementare il capitale", il che significa aumentare il denominatore: pertanto quando si ricapitalizza un'impresa il ROE diminuisce.
Prendendo in esame il solo ROE, quindi, le banche italiane risulterebbero capitalizzate il doppio rispetto a quelle europee: e ciò dimostra che il ROE è l'ultimo degli indicatori che dovrebbero essere presi in considerazione per decidere se un'impresa sia o meno da ricapitalizzare.



(1) che, detto fra noi, io ho sempre pensato che il Sole fosse giallo e non rosa, ma io sono daltonico
(2) questo blog non vuole mai più essere sessista e quindi si impegna a non usare generismi maschilisti nella lingua
(3) i personi che si bevono Seminerio sono perlopiù maschi, cosa normale in quanto come noto i maschi sono più scemi delle femmine

3 commenti:

Anonimo ha detto...

> Prendendo in esame il
> solo ROE, quindi, le
> banche italiane
> risulterebbero
> capitalizzate il doppio
> rispetto a quelle europee

oppure un utile dell'impresa dimezzato rispetto al patrimonio oppure un utile di impresa di un quarto e un patrimonio della metà etc.
al

Silvia ha detto...

" Il fatto che le banche abbiano comperato titoli di Stato, quindi, non ha nulla a che fare con la necessità di ricapitalizzazione, anzi!"
All'EBA glielo spieghi tu?
Grazie
S.

antonio ha detto...

Credo che la captcha abbia mangiato il mio commento :-)

Dicevo, le preferred shares, che sono lo strumento che e' stato utilizzato per la ricapitalizzazione e/o nazionalizzazione delle banche irlandesi dal 2008 in poi, vengono sottratte al famoso denominatore del ROE, e non aggiunte. Quindi non credo che la ricapitalizzazione delle banche diminuisca il ROE.

Detto cioe', vale anche quello che ha scritto l'anonimo nel primo commento :-)

 

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