lunedì 3 agosto 2009

Inflazione irrilevata

Nonostante le autorevoli profezie di Luca Ricolfi, il tasso d'inflazione sembra aver raggiunto lo zero, il che significa che i prezzi dei beni sono inchiodati: cosa che dovrebbe far riflettere coloro che affermano che ormai la ripresa è dietro l'angolo.
Vi sono, tuttavia, dei fenomeni inflattivi che non possono essere rilevati, dal momento che discendono dall'applicazione di tariffe rese possibili solo dalla situazione di monopolio del fornitore di servizi e dalla più totale ignavia delle autorità di controllo.

L'altro giorno dovevo prendere un biglietto, di sola andata, per una ridente località marina ligure. Fino a poco tempo fa uno avrebbe comprato il suo bel biglietto, diciamo a 17,50 euri, e vi avrebbe potuto aggiungere la prenotazione, arrivando così a, diciamo, 20,50 euri. Poi sono arrivati i treni a prenotazione obbligatoria, dove devi pagare la prenotazione sempre, indipendentemente dal fatto che tu abbia o meno il posto assegnato. E così il costo del biglietto è arrivato a 20,50 euri fissi, che tecnicamente non può essere definito un aumento dal momento che per quei tre euri in più ti viene offerto un servizio (la prenotazione), sia pur virtuale: e se tu ti adatti a viaggiare anche se il posto non c'è, in fondo sono fatti tuoi: prendi un altro treno o paga una tassa alla tua fretta.
Poi (come potete leggere anche qui) le ferrovie si sono inventate di essere come le compagnie aeree: e si sono inventate che con il biglietto a tariffa "base" puoi prendere solo il treno che hai prenotato, mentre con una nuova tariffa "flessibile" puoi prendere il treno che ti pare. Peccato che negli aerei il coefficiente di riempimento sia il fattore fondamentale di redditività della compagnia aerea, e che comunque sia assolutamente inimmaginabile che qualcuno possa viaggiare in piedi (con buona pace di coloro che hanno creduto all'ultima provocazione pubblicitaria di RyanAir); mentre in treno il costo di ciescuna carrozza è trascurabile, e comunque nulla impedisce di viaggiare anche sugli strapuntini.
In ogni caso, la solfa oggi funziona così: se sei certo del treno da prendere, bene; altrimenti se vuoi la stessa elasticità di un tempo, paghi.

Conscio di tutto ciò, mi accingo a fare il biglietto sul sito di Trenitalia (o di Ferrovie dello Stato, boh?): e questi mi risponde che non è possibile fare il biglietto in quanto non vi sono posti assegnabili. Ohibò, dico: fammelo senza assegnarmi il posto: pago la tassaprenotazione e viaggierò in piedi. Macché: non se ne parla: la possibilità proprio non c'è.
Allora prendo la bici e vado alla stazione (Garibaldi, nel presupposto che laggiù la biglietteria non sarebbe stata oberata di clienti). Faccio la mia brava fila, di quattro persone, per due operatori: venti minuti (mi chiedo cosa sarebbe successo in Centrale). Finalmente arrivo dalla bigliettaia, le chiedo il biglietto, lei fa per emetterlo e... la macchina non lo emette neppure a lei. Le spiego che non mi interessa il posto, che viaggerò in piedi e che dev'esserci un modo per far sputare quel maledetto biglietto; lei ne conviene, si attacca al telefono e dopo una decina di tentativi di contattare altrettanti numeri, nessuno dei quali risponde, mi guarda rassegnata.
A questo punto non mi resta che adattarmi all'iniquo balzello: e le chiedo un biglietto per il giorno successivo, a tariffa flessibile, che -essendo flessibile- potrò utilizzare il giorno stesso: e così pago 24 euri e mezzo.

Praticamente, quindi, per fare il viaggio (seduto in un posto che alla fine è risultato libero) ho dovuto pagare:
- 17,50 euri di biglietto;
- 3 euri per avere la prenotazione su un treno che non avrei preso;
- 3 euri per avere il diritto di non prendere il treno per il quale ho pagato la prenotazione.
Io sono una persona mite, e trovo sciocco e inutile l'atteggiamento di coloro che si mettono a urlare di sdegno davanti al personale degli sportelli, ultime ruote di un carro enormemente più grande di loro: ciononostante questa volta ho ricoperto di improperi la povera bigliettaia, che, trista, annuiva silenziosa (poi le ho anche chiesto scusa, però).

6 commenti:

.mau. ha detto...

A dire il vero non c'è differenza nel cambio prenotazione con il biglietto BASE e quello FLESSIBILE, leggi qua.
Io comunque sono riuscito a prendermi un biglietto con tariffa AMICA :-P

Ipazia Sognatrice ha detto...

Se non sbaglio, la tariffa 'amica' la si può richiedere fino a 24 ore prima del treno, e solo online.
Hai tutta la mia stima, io ogni volta mi incazzo come una biscia. Poi, siccome sono vigliacca, non dico nulla e mi rodo il fegato. :-)
Bentornato!

m.fisk ha detto...

@.mau.: sì, ma vai alla sezione "accesso ad altro treno" (dato che nella fattispecie non era possibile il cambio di prenotazione)

.mau. ha detto...

quindi la differenza tra BASE e FLESSIBILE sta nel fatto che se tu sei più flessibile puopi anche decidere di stare in piedi e non seduto. La cosa non fa una grinza.

m.fisk ha detto...

Non so come ho fatto a non rendermene conto prima!

Anonimo ha detto...

per la tariffa Amica fate anche 48 ore prima, se volete partire di venerdì.

 

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