A conclusione di questa giornata di silenzio e di passione, credo che una cosa possa essere affermata senza troppi dubbi: e lo dico senza spirito di partigianeria, dato che, come ho detto, apprezzo le buone intenzioni di chi ha scioperato, anche se non ne condivido il metodo.
La cosa è questa: che se un giorno, in futuro, dovesse esserci qualche altra buona causa che catalizzi l'attenzione dei blogger, sarà il caso di trovare una forma di protesta diversa dallo zittimento: perché raramente si è vista protesta più inosservata e ininfluente di questa.
Certo, domani ci saranno le statistice trionfali sulla partecipazione oceanica: l'elenco dei blogger aderenti e delle stelle del cono che hanno crumirato; scoppieranno polemiche, vi saranno scambi di insulti e i server di friendfeed passeranno qualche brutto quarto d'ora a gestire lunghissimi thread di contumelie. Ciononostante, bisogna ammetterlo, in Italia dei blog si interessano solo ed esclusivamente i blogger: al resto del mondo non gliene frega proprio niente.
La prossima volta, quindi, anziché silenzio si faccia casino: magari mettendo un bel banchetto in piazza: che è l'unica notizia apparsa sulla stampa mainstream dal mondo dei blog, oggi, se facciamo eccezione per l'articolo di Zambardino, da considerare obiettivamente fuori concorso.
Stare zitti fa solo il gioco di chi vuole zittirci (oltre che a gratificare l'ego di chi ha avuto l'idea, come suggerisce Francesco Costa).
martedì 14 luglio 2009
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