Ier sera mi apprestavo a cucinare. Non il risotto alla milanese con le salsicce al vino bianco, come mi ero ripromesso, bensì le Galettes (crêpes di grano saraceno) variées. Metto su anche Night and Day II, per tenermi compagnia nella preparazione, e dato che in cucina non ho la musica, uso allo scopo il portatile.
L'occasione fa l'uomo ladro, e così avendo un portatile acceso, tanto vale aprire FF per vedere che si racconta: da qui il fatto che ho cominciato a prendere l'abitudine di annunciare cosa cucino e cosa ascolto mentre lo faccio.
Ma FF non mi si apre; né null'altro. Resetto la scheda wireless, senza pensare che se sto sentendo la musica, che risiede sul server sotto il tavolo da tè, la connessione è operativa, ma niente.
Vado al modem/router, lo resetto; si accendono le lucine che si devono accendere tranne quella dell'internet. E mi rendo conto che mi si è rotta l'internet.
Vabbé, dico: lascio riposare un po' l'apparecchio (che non serve a nulla, dato che dovrebbe poter stare acceso ininterrottamente per anni: ma sono gesti scaramantici) e intento preparo la pasta per la galettes, i formaggi (Emmental, Parmigiano e Gorgonzola); la cipolla appassita nel vino; i pomodorini; la rucola; i due prosciutti.
Mentre la pasta riposa (almeno mezz'ora) mi riaffaccio al modem/router, che si ostina a rifiurarmi l'accensione della lucetta. Telefono all'operatore, già svedese e ora (giallo)rosso, e mi appresto alla lunga trafila del servizio clienti.
Una signorina, cortese, mi chiede chi sono, come mi chiamo, dove abito (tutte cose che io so benissimo essere già comparse sul suo video!), e poi inizia a dirmi che devo scollegare il router, spegnere il computer... cerco di resistere e non fare il cagone, ma alla fine le dico che mi guadagno il pane amministrando reti, e che quindi se dico che la portante è giù vuol dire che la portante è giù. Una pietosa bugia ma lei, colpita, abbozza; e così dopo un po' d'altra attesa (mentre la pasta riposa e s'ispessisce) arriva dai tennici la conferma che la portante è giù.
«Le apro la chiamata: tenga conto che ci vorranno cinque giorni lavorativi, sabati e domeniche escluse». «Cinque giorni lavorativi, sabati e domeniche escluse?!?!?»
Comincio a sudare, mi gira la testa, la salivazione s'azzera. Un crampo sale, lieve, dallo stomaco fino alla bocca, che si riempie d'amaro.
«Posso smettere quando voglio», mi ero detto. Dicono tutti così.
mercoledì 11 novembre 2009
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5 commenti:
Confermo che si può smettere. Invece, smettere di fumare è più difficile.
Si può smettere, sì. Ma quello che rode è che uno intanto paga per una cosa che non ha. Ti faranno lo sconto di 5 gg di disservizio?
ciao
nicola.
Eh già, dicono tutti così.
Poi nell'attesa vanno a prendersi una chiavetta USB per accesso UMTS ;-)
Io non voglio neanche pensarci...
[Davide... ]
Ma dai, scorfano!
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