domenica 5 settembre 2010

Il processo breve

Sembra dunque che Berlusconi abbia deciso di non calcare la mano sul processo breve. Forse farà inventare a Ghedini nuovi metodi per sfuggire alla sentenza di primo grado, o forse no.
Sta di fatto che io tutto questo suo accanimento non l'ho mica compreso tanto bene. Infatti, malgrado tutte le sospensioni della prescrizione che finora si sono succedute, una cosa possiamo darla per certa: vale a dire che anche in caso di condanna in primo grado, il processo d'appello non potrebbe mai arrivare a concludersi prima della scadenza del termine oltre il quale i giudici dovrebbero pronunciare il non luogo a procedere.
Berlusconi pertanto potrebbe venir sì condannato, ma poi si avvarrebbe della prescrizione: come già è successo in altri casi (ad esempio nel processo per corruzione semplice relativo al Lodo Mondadori).
Ora, è vero che in un altro paese un capo del governo condannato in primo grado non avrebbe vita semplice e probabilmente dovrebbe rassegnare le dimissioni; ma non riesco ad immaginare che Berlusconi si farebbe molti problemi a far partire il cancan dei mezzi di comunicazione a lui asserviti per trasformare la prescrizione in un'assoluzione con formula piena.
Può essere quindi che il nostro semplicemente abbia fatto i suoi conti e abbia capito che piuttosto che rompere con i fininiani, e con quella parte del suo elettorato che certo non vedrebbe con troppo favore quella che giustamente è stata definita "amnistia mascherata", forse forse gli conviene ripetere il giochetto di sempre e scatenare i Minzolini e i Feltri per ripulirsi la fedina.

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