In questi giorni (e da ultimo in particolare in molti commenti al mio post precedente apparsi sul socialcoso fighetto) si risente parlare di speculazione finanziaria e di ricchezza finanziaria, come se tutto ciò che esce dalla "finanza" sia un qualcosa di diverso e contrapposto a tutto ciò che esce dall'"economia reale".
Mi rendo conto che ciò che all'inizio appariva come una mera semplificazione giornalistica è divenuta, nelle menti del grande pubblico, una realtà oggettiva e indiscutibile: da una parte l'operaio (che essendo operaio è per definizione operoso) e il contadino (operoso in quanto diretto discendente del bove); dall'altra il finanziere in ghette e cilindro uscito paro paro dalle pagine di Brecht, il cui unico scopo nella vita è di impoverire i ceti produttivi per arricchirsi smodatamente.
Il buffo di tutto ciò è che spesso coloro che si convincono di questa banalità del male sono gli stessi che non si fanno scrupoli di depositare i propri sudati risparmi sul conto arancio offerto da una multinazionale olandese, al solo fine di spuntare qualche decimo di punto in più sul saggio degli interessi attivi, contravvenendo così ai precetti che dal Deuteronomio, su su fino a San Tommaso, vietano qualunque forma di interesse in quanto usurario.
Bisogna quindi decidersi: o si accetta il concetto che il denaro non può produrre denaro (e quindi si chiudono i conti correnti, si nazionalizzano gli appartamenti messi a reddito, si cancellano con un tratto di penna le polizze vita e i fondi pensione), o si ammette che rispetto alle tesi del Doctor Angelicus è passata un po' d'acqua sotto i ponti.
Non c'è nulla di male nel voler vivere in un mondo più semplice, nel quale non esistono le assicurazioni e se la casa brucia si chiede aiuto ai vicini per ricostruirla. Va benissimo desiderare una vita nella quale si vive del proprio, e quando arriva un momento di difficoltà (o magari si vuol comperare casa) i parenti fino al sesto grado si fanno in quattro per darti i soldi necessari, che poi verranno restituiti pian piano con il ricavato del proprio lavoro di lanaiuolo. Beninteso, va benissimo se hai parenti fino al sesto grado, e se costoro ti aiutano; altrimenti sei un po' nella merda, e campi di patate. Anzi no: le patate qui non sono ancora arrivate.
mercoledì 16 novembre 2011
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3 commenti:
touché... ma a tutto c'è un limite.
Macché. Già Gesù promuoveva gli impieghi finanziari, addirittura per interposta persona (oltretutto, un dipendente!).
Matteo 25,14-30
Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.
Fate tutti come me: sono andato alla Banca del Seme e ho convertito tutti i miei risparmi in sperma.
Economia reale, ragazzi.
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