Ci sono quelle mattine, che nel dormiveglia cominci ad avvertire dapprima nell'inconscio, e poi ahimè con piena coscienza, una sensazione che sale dallo stomaco, si intensifica, diviene un odore e infine un sapore. Sa di <LongIsland-MilanoTorino-Cosmopolitan-WhiteLady-Martini-Martini-Martini-Birretta[Birretta? Birretta! Doh!]-GewurtzTraminer-Gavi-Lambrusco[con la frittura, il Lambrusco, già]-Teroldego-Moscato-Sambuchino[Averna, what else?]-Fernettino-Fernettino-Sambuchino-Grappino-Limoncello[e dillo, che sei un cretino!]-MississippiMule-Stinger-Birretta[Doh!]>
E ad ogni nuova vampata di quella sensazione, tu rammenti ciascuno dei bicchieri, ciascuno dei sorsi, ciascuna goccia di ciascun sorso; ti penti, ti insulti e prometti di non farlo più, maimaimaimai più.
Poi monta il mal di testa: prendi un Brufen: ormai hai imparato la lezione. I sintomi passano e dopo una ventina di minuti, bel bello, riesci ad alzarti portandoti dentro solo il divertimento della sera prima, in una giornata che volge al bello.
Ci sono quelle altre mattine, che nel dormiveglia cominci ad avvertire dapprima un senso di vago disagio, come se avessi una sensazione di aver fatto qualcosa di male, ma non sai bene cosa possa mai essere, quella sciocchezza che hai commesso, finché i contorni del problema cominciano a delineartisi con più chiarezza, e rammenti di aver scritto delle cose, provocando e rispondendo a provocazioni.
E ti ripassa nella memoria ciascuna frase, ciascuna proposizione e ciascuna parola; ti penti, t'insulti, ti dai del cretino.
Vai a rileggere poi, abbattuto, e ti rendi conto di quanto tu possa essere apparso idiota e fanfarone; e inetto nel non cogliere significati e nel non riuscirne a trasmetterne.
Ti rendi conto che forse forse sarebbe ora che ti comperassi uno di quei manuali galanti per facilitare il dialogo tra gli uomini e le donne d'oggi: tipo quello della Blasi*, per dire (certo, anche la Soncini* ha scritto qualcosa, ma quello è un'altro campionato, e non potrai mai arrivare a capirci dentro nulla: è troppo intelligente e sofisticato per te, che sei un ragazzo di campagna ed ogni tanto sbagli gli apostrofi** e scrivi faccine :-((()
Ti rileggi, ti turbi, ti penti, ti maledici. Poi a un tratto, verso il fondo, trovi scritto «ok, andata»: ti accorgi che per quanto banale, scontato e presuntuoso tu sia stato, alla fine le cose non sono andate per niente male, anzi! E se ti rileggi una seconda volta ti convinci anche che prima di arrivarci, a quell'«ok, andata» che hai anelato e per il quale hai speso le tue energie, sei anche riuscito a segnare un paio di punticini, assolvendo un compito tutt'altro che banale con un'interlocutrice mille volte più smaliziata di te, che ora ti senti un po' meno ragazzo di campagna (ma lo sei, rammentalo sempre: non montarti la testa!)
Ti viene in mente di rileggere un pensiero che avevi scritto poche ore prima e concludi, sbalordito, che ogni tanto ci pigli. Sei ancora un discreto giocatore, ti hanno ammesso al tavolo; ora devi vincere.
La giornata volge al bello.
* nessuna scrittrice è stata maltrattata nella produzione di questo post.
** fa pendant con «un'altro campionato». spiegare le battute, uff.
sabato 14 novembre 2009
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3 commenti:
se Guia vede che le hai affibbiato un campionato con l'apostrofo, potrebbe espellerti dalla visione delle prossime dieci partite.
Liliana,
faccio finta che tu abbia bevuto, ieri sera.
Ammazza, questo sì che si chiama saper bere :)
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