lunedì 3 maggio 2010

Forza Lazio, vota Antonio!

C'è un gran can can in giro per il fatto che ier sera la Lazio ha giocato un po', come dire, sottotono. E perché i tifosi laziali hanno esultato quando la loro rete è stata violata.
Si tratta di cose che dovrebbero essere trattate per quello che sono: questioni di tifoserie che riguardano ventidue mutandati che spingono palloni nelle reti, non come questioni di stato.
Sui socialcosi tuttavia gli animi si sono accesi, sono volati insulti, si sono rotte amicizie. Forse ciò è successo anche nella vita reale, per quanto non ne sono a conoscenza dato che ho la fortuna di non avere nella vita reale amici che rompono una relazione per questo tipo di motivi.

Stringi stringi, ciò che si imputa ai tifosi della Lazio è che hanno preferito veder perdere la propria squadra piuttosto che veder vincere lo scudetto ai romanisti.
Che tale comportamento sia giusto o sbagliato, morale o immorale, sportivo o antisportivo è questione che potrebbe dirimere Armando Massarenti sul supplemento domenicale de Il Sole 24 Ore: ma egli purtroppo è milanista.
Io non sono in grado e quindi mi taccio, pur ammettendo che in quanto portatore sano di fede nerazzurra la cosa mi ha divertito. Non dico che mi abbia fatto piacere (tenuto conto anche del fatto che poi la Inter sarà accusata per i prossimi vent'anni di aver rubato uno scudetto): ma mi ha divertito.

C'è però una cosa che non posso accettare: che a censori dei tifosi laziali si ergano coloro che si dicono di sinistra e votano Grillo o Di Pietro.
Costoro, secondo i casi, votano un fascista o un protofascista, solo in nome del loro antiberlusconismo. Non votano per le loro idee: votano a favore di chi è più contrario al loro avversario. E mentre stigmatizzano questo comportamento in una questione sciocca e sbarazzina, come una partita di calcio, ergendosi dall'alto del loro moralismo a nuovi Catoni, non si fanno poi scrupolo di svendere il loro voto -che dovrebbe essere il momento più elevato del loro essere cittadini, e quindi uomini- al primo urlatore che passa o al primo scribacchino che travaglia un'idea di manette.
Io, anche se a volte non sembra, sono ferocemente contrario a Berlusconi e a ciò che rappresenta. Ma non verrei mai meno alle mie idee fondamentali per favorirne la sconfitta: di fronte all'alternativa tra altri cinque anni di Berlusconi o un partito di sinistra alleato con Fini, sceglierei cinque anni di Berlusconi.
Ma di fronte all'alternativa di una sconfitta in casa dalla Roma o di uno scudetto al Milan, sceglierei la sconfitta in casa. Perché ci sono cose serie e cose di giuoco; e quelle serie vanno prese sul serio mentre su quelle di giuoco si può giuocare.
Evidentemente però c'è chi crede che si debbano prendere sul serio i giochi e giocare con la cosa pubblica. E' un suo diritto: siamo o non siamo in democrazia?

5 commenti:

Lele ha detto...

«Io, anche se a volte non sembra, sono ferocemente contrario a Berlusconi e a ciò che rappresenta.»

Senti, o togli "a volte" o almeno "ferocemente".

m.fisk ha detto...

Se hai tempo e voglia per andare indietro a rileggere, vedrai che sono ferocemente contrario, anche se non sempre ciò appare in tutta la sua evidenza.

corrado agusto ha detto...

vabbè, fosse una cosa che riguarda i tifosi, punto, chissenefrega.
solo che non è così, non sono i tifosi, non sono i punti in classifica: è il fatto che i giocatori non abbiano nemmeno provato a giocarla, la partita. per paura, perché gli avvertimenti tramite le insulse radio pallonare romane (e non solo pare...) sono stati fatti e hanno evidentemente colto nel segno.

alberto biraghi ha detto...

"di fronte all'alternativa tra altri cinque anni di Berlusconi o un partito di sinistra alleato con Fini, sceglierei cinque anni di Berlusconi". Prezioso. Grazie.

Ipazia Sognatrice ha detto...

Quello che gira attorno ai ventidue energumeni mutandati è in un cocktail che comprende tanti tanti soldi e che spesso, attraverso le tifoserie, compromette fortemente la quiete e la sicurezza pubblica: quindi quella tra Inter e Lazio non può, io trovo, essere liquidata come una questione meramente 'sportiva'. In Italia il calcio è la prima religione, e quindi, con il papa, ci becchiamo anche questo.

Però a volte fa bene ricordare che si sta litigando per un pallone, o per un vecchietto vestito di bianco...

 

legalese
Il contenuto di questo sito è rilasciato con la seguente licenza:
- ognuno può farne quel che gli pare
- l'eventuale citazione del nome dell'autore e/o del blog è lasciata alla buona educazione di ciascuno