Ho già scritto, in tempi non sospetti, quel che penso della deriva grillo-travaglista di Alessandro Gilioli, e quindi non ci sarebbe motivo per infierire.
Un post odierno tuttavia merita un commento: perché se è vero che la maggioranza di governo ha fatto passare in Commissione Vigilanza una mozione che di fatto impedisce qualunque trasmissione di approfondimento giornalistico nel periodo elettorale, tacere del fatto che la proposta è stata avanzata da un radicale eletto nelle liste del PD (Partito Democratico, non PdL!) non è fare cattiva informazione, bensì travisare della realtà.
Forse gioca in questa decisione il fatto che sia proprio una radicale (anzi: il simbolo stesso della lista radicale) la candidata alle elezioni regionali nel Lazio? Non lo so; ma so che la mozione di Beltrandi non fa che confermare tutto ciò che ho sempre pensato sui radicali e sul loro modo di affrontare la politica; e so anche che se abitassi a Roma o a Frosinone, avrei seri dubbi sul partecipare o meno al turno di ballottaggio.
aggiornamento - mi vien fatto notare che il ballottaggio alle regionali non c'è: sono un cretino, ma invoco a mia discolpa il fatto che in Italia i sistemi elettorali sono più variabili della pressione atmosferica nel Triangolo delle Bermude.
mercoledì 10 febbraio 2010
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