giovedì 11 febbraio 2010

Parlare a vanvera

Francesco Costa ha scritto una cosa assai poco condivisibile in questo post: egli infatti afferma che la risoluzione della Commissione di vigilanza Rai prevede una più rigida applicazione della par condicio, e che «Ballarò, Annozero e compagnia potranno tranquillamente andare in onda, purché si preoccupino di ospitare in studio esponenti di tutti i partiti, garantendo loro parità di tempo e spazi. Se non vorranno strutturare così i loro programmi, potranno spostarli in un’altra fascia oraria e lasciare il prime time a tribune politiche che obbediscano a quei criteri».
In realtà le cose stanno in modo assai diverso: l'art. 2 del provvedimento infatti definisce una serie di categorie programmi RAI: a) tribune politiche; b) messaggi politici autogestiti; c) programmi d'informazione; d) tutte le altre trasmissioni.
I programmi d'informazione sono: i telegiornali, i giornali radio, i notiziari, i relativi approfondimenti e ogni altro programma di contenuto informativo a rilevante presentazione giornalistica, caratterizzati dalla correlazione ai temi dell’attualità e della cronaca, purché la loro responsabilità sia ricondotta a quella di specifiche testate giornalistiche, e devono attenersi alle stringenti regole dettate dall'art.3; per tutti gli altri programmi invece è previsto, sic et simpliciter che: "in tutte le altre trasmissioni della programmazione nazionale della RAI, nonché della programmazione regionale nelle regioni interessate dalla consultazione elettorale, è vietata, a qualsiasi titolo, la presenza di candidati o di esponenti politici e non possono essere trattati temi di evidente rilevanza politica ed elettorale, ovvero che riguardino vicende o fatti personali di personaggi politici."
Insomma: tutto ciò che ha rilevanza politica ed elettorale è escluso se non segue le regole della Commissione: e dato che in tempi di elezioni tutto ciò che riguarda l'attualità ha rilevanza elettorale, ecco che tutto ciò che riguarda l'attualità è escluso.
Sono certo che avrete notato quelle paroline: "fatti personali di personaggi politici": il che esclude a priori che qualunque trasmissione RAI possa parlare di donnine, escort, divorzi, amicizie e relazioni d'affari di personaggi politici, tra i quali certo rientrano i membri del governo: Presidente del Consiglio, Ministri, Sottosegretari.
Veniamo alle regole che dovrebbero ispirare le trasmissioni "d'informazione": esse devono garantire l'accesso:
a) alle forze politiche che sono costitute in Gruppo parlamentare, anche in una sola delle due Camere; per i Gruppi parlamentari composti da forze politiche distinte, o rappresentate da sigle diverse, il Presidente del Gruppo individua, secondo criteri che contemperino le esigenze di rappresentatività con quelle di pariteticità, le forze politiche che di volta in volta rappresenteranno il Gruppo;
b) al Gruppo Misto della Camera dei deputati e al Gruppo Misto del Senato della Repubblica, intesi come unico soggetto, i cui Presidenti individuano, d'intesa fra loro, secondo criteri che contemperino le esigenze di rappresentatività con quelle di pariteticità, le forze politiche, diverse da quelle di cui alle lettere c), d) ed e), che di volta in volta rappresenteranno i due Gruppi;
c) alle forze politiche, diverse da quelle di cui alla lettera a) e b), che hanno eletto, con proprio simbolo, almeno due rappresentanti al Parlamento europeo;
d) alle forze politiche, diverse da quelle di cui alle lettere a), b) e c), che hanno eletto, con proprio simbolo, almeno un rappresentante in tanti Consigli regionali da interessare complessivamente almeno un quarto degli elettori chiamati alla consultazione;
e) alle forze politiche, diverse da quelle di cui alle lettere a), b), c) e d), che hanno eletto con proprio simbolo almeno un rappresentante nel Parlamento nazionale e che sono oggettivamente riferibili ad una delle minoranze linguistiche indicate dall'articolo 2 della legge 15 dicembre 1999, n. 482;
Da far venire il mal di testa.
Bontà sua, la norma non richiede che tutti i rappresentanti di questi soggetti partecipino tutti insieme: la partecipazione può anche essere frazionata, purché siano garantite eguali opportunità su base bisettimanale: il che a casa mia vuol dire ogni tre giorni e mezzo. Quindi una trasmissione quotidiana come Porta a Porta potrebbe cercare di frazionare in tre appuntamenti il folto parterre degli invitati necessari, mentre trasmissioni settimanali certo non possono sfruttare questa finestra d'opportunità.
Un'ultima cosa: se andate a verificare, il discorso del Prime Time non c'è scritto da nessuna parte.

aggiornamento Luca Sofri ha fatto notare, giustamente, che la lista che ho riportato sopra si applicava anche alla campagna elettorale 2009. Le cose però non stanno esattamente così: vi rimando ai commenti per una disamina della questione.

6 commenti:

wittgenstein ha detto...

Guarda che era tutto già nel regolamento dell'anno scorso:
1. La programmazione radiotelevisiva regionale della RAI nelle regioni interessate alle consultazioni elettorali provinciali e comunali ha luogo esclusivamente nelle forme e con le modalità indicate di seguito:
a) la comunicazione politica è effettuata mediante forme di contraddittorio, interviste e le tribune elettorali previste dall'art. 9, nonchè eventuali ulteriori trasmissioni televisive e radiofoniche autonomamente disposte dalla RAI. Queste devono svolgersi in condizioni di parità tra i soggetti politici aventi diritto, ai sensi del successivo art. 3;
b) sono previsti messaggi politici autogestiti di cui all'art. 4;
c) l'informazione è assicurata mediante i notiziari e gli altri programmi a contenuto informativo, di cui all'art. 5;
d) in tutte le altre trasmissioni non è ammessa, ad alcun titolo, la presenza di candidati o di esponenti politici, e non possono essere trattati temi di evidente rilevanza politica ed elettorale, ovvero che riguardino vicende o fatti personali di personaggi politici.
http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/servizi/legislazione/elezioni/0965_2009_04_24_compolitica.html

Anonimo ha detto...

Ma scusa, tutte le trasmissioni che non sono programmi di informazione dovrebbero, secondo te, occuparsi di temi politico-elettorali?

Non so, dovremmo affidare l'informazione alla Ventura o DJ Francesco?

Anonimo ha detto...

aggiungo a luca che quel "bisettimanale" io lo interpreterei come ogni due settimane

Massimo ha detto...

sulle altre cose non so, ma bisettimanale vuol dire due volte alla settimana.
Dal mio Zingarelli:
bisettimanàle [comp. di bi (doppio) e settimana con suff. aggettivale] agg. Che avviene, è pubblicato, trasmesso e sim. due volte a settimana: lezioni bisettimanali. || bisettimanalménte avv. Due volte alla settimana

m.fisk ha detto...

Diciamo anzitutto una cosa: è molto probabile che bisettimanale sia un lapsus calami; ciò non toglie che "bisettimanale" in italiano vuol dire "due volte alla settimana", e qualunque altra interpretazione è scorretta.
Veniamo alle osservazioni di Luca: il contenuto del post è teso a raccontare come viene regolata la par condicio in periodo elettorale, e per questo ho voluto ilustrare le regole applicabili, senza complicare troppo il discorso.
In effetti hai ragione quando dici che l'elenco dei soggetti abilitati a comparire (e ai quali la RAI ha obbligo di dare spazio) sono i medesimi dell'anno scorso. La differenza fondamentale infatti non è nell'elenco dei soggetti, bensì nel comma 4 dell'atr. 6 della risoluzione, il quale recita: Le trasmissioni di informazione, con l’eccezione dei notiziari, a partire dal decorrere del termine ultimo per la presentazione delle candidature, sono disciplinate dalle regole proprie della comunicazione politica.
Ciò significa che nel 2009 la lista che hai trascritto si applicava solo alle trasmissioni di comunicazione politica (le "tribune elettoralli"), mentre ora si applica a tutte le trasmissioni d'informazione.

Anonimo ha detto...

Per far comprendere a Luca Sofri (e al suo piccino F.C.) l'impatto del comma 4 Art.6 del regolamento forse avresti fatto meglio ad utilizzare una iperbole del genere:
Non e' assolutamente influente se nella tua trasmissione vuoi discutere di futuro dei media, scenari digitali, E-book e via dicendo, purche' in studio ci sia da una parte un rappresentante della Apple e dall'altra uno della Amazon.
Non puoi? Non vuoi? Non lo trovi giusto? Allora non ti rimane che commentare le sfilate milanesi di Alta Moda oppure lasciare il posto a Morgan.

Saluti

Leo Perutz

 

legalese
Il contenuto di questo sito è rilasciato con la seguente licenza:
- ognuno può farne quel che gli pare
- l'eventuale citazione del nome dell'autore e/o del blog è lasciata alla buona educazione di ciascuno