Che Repubblica prenda una topica non è certo una novità. Che la prenda non su una notizia di fisica teorica o anche solo d'elettronica di consumo, bensì sui fondamentali del modo di fare giornale, forse è un po' più grave.
Vittorio Zambardino (che già in passato avevamo avuto modo d'apprezzare) in questo articolo (ripreso nella home page con il lancio che riporto qui a fianco) attribuisce al Washington Post la tesi secondo cui il Presidente Obama dovrebbe «catturare Julian Assange e far fuori Wikileaks. Con le buone o le cattive».
Il nostro inizia il pezzo scrivendo: «In un primo momento si è indotti a pensare che a parlare sia un blogger. Ma Marc Thissen è un autorevolissimo commentatore, un OP Ed Columnist». E chi non abbia ben presente la struttura di un giornale americano (vale a dire il 90% dei lettori di Repubblica) non potrà che pensare: - "Minchia, un Op Ed Columnist! Dev'essere una carica importante assai nel giornale".
In realtà l'Op-Ed Columnist è uno che scrive sul giornale, ma che non condivide la linea del giornale né, di contro, il giornale sposa quanto viene scritto sull'OP-Ed.
Sarebbe bastato andare su wikipedia (e noi ben sappiamo che Repubblica non disdegna di attingere da lì l'ispirazione per i propri pezzi, quando non addirittura i propri pezzi tout-court) per vedere che OP-Ed è l'abbreviazione di "opposite the editorial page": vale a dire, letteralmente, pezzi che vengono ospitati nella pagina opposta a quella degli editoriali e che spesso esprimono opinioni differenti quando non francamente critiche con la linea editoriale del quotidiano.
Non che ci sia bisogno di sapere l'inglese, peraltro: lo spiega anche la wiki di lingua italiana.
Quindi, Repubblica non avrebbe dovuto titolare «Il WP: "Wikileaks, un sito di criminali"» bensì, correttamente: «Marc Thissen: "Wikileaks, un sito di criminali"».
Ma allora che notizia sarebbe stata?
martedì 3 agosto 2010
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2 commenti:
Op Ed Columnist: te lo immagini su Repubblica? :-)
Non so quando lo hai letto tu, ma ora il testo recita, più correttamente:
"al Washington Post c’è chi dice che"
e poi: "Quindi, pur non rapprentando il giornale, le sue sono parole di fuoco."
ciao
nicola.
Certo: ma la seconda proposizione non smentisce la prima. E "al W.P. c'è chi dice che" non mi sembra possa dare al lettore non smaliziato una corretta informazione sul rapporto che corre tra il commentatore e il giornale.
Chi non sa come funzionano le cose, si fa l'idea che a scrivere l'articolo sia una firma del W.P.
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