domenica 20 febbraio 2011

Montesqundari

Segnalo questo lucidissimo post di Francesco Cundari (una delle poche persone con cui, prima ancora di leggere il titolo del pezzo, so già che sarò d'accordo a prescindere). Lo segnalo non tanto per il tema in sé, peraltro -come sempre- centrato, quanto per il fatto che, a partire dalla sua riflessione, si può capire meglio come i sistemi costituzionali moderni si reggano su un delicatissimo equilibrio: nel quale basta spostare una sola carta per far cadere l'intero castello.
Il nostro disgraziato Paese, so di ripetermi sempre come i vecchi che danno da mangiare ai piccioni sulle panchine, è nello stato in cui è anche (e per me soprattutto) per il forzato inserimento di un sistema rappresentativo maggioritario (e, aggiungo, spiccatamente maggioritario) in un contesto di regole pensato per un sistema elettorale spiccatamente ed estremisticamente proporzionale.
Aver seguito Mariotto Segni e Giacinto Pannella nei loro deliri americaneggianti, dopo la prima tangentopoli, è stato un errore condiviso da tutti, salvo qualche ininfluente e isolata minoranza che già allora prevedeva il futuro disastro, sia pur non dell'ampiezza poi avveratasi.
Insistere ancora oggi sul tema del bipolarismo ha senso solo a patto di importare, insieme alla legge elettorale, anche la Costituzione dei paesi bipolari: e per chi lo voglia davvero fare non c'è che l'imbarazzo della scelta.
Chi predica "PRIMARIE", "BIPOLARISMO", "MAGGIORITARIO", "UNINOMINALE" dovrebbe avere il coraggio di aggiungere la firma di Madison in calce ad una nuova carta costituzionale che preveda il diritto alla felicità, la discrezionalità dell'azione penale, la libertà di stampa e perfino una norma, destinata ad essere poi abrogata, sul divieto di vendere alcoolici.
Empirsi la bocca di parole vuote, senza valorizzarle in un cotesto nelle quali dette parole abbiano il loro senso proprio, è una cialtronata in grado di sopravvivere solo grazie ad una stampa capace solo di amplificare gli slogan di quella o questa parte politica: una stampa che ha rinunciato al proprio mestiere, che dovrebbe essere informare i cittadini e consentir loro di ragionare con la propria testa.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non dimenticare il diritto di portare armi e usarle quantomeno in casa propria.

m.fisk ha detto...

ecco: sentivo che mi mancava qualcosa

 

legalese
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