giovedì 24 maggio 2012

L'ombelico del mondo

Nella lunare onfaloscopia che caratterizza le redattrici della 27esima ora, particolare menzione può essere riservata alla Signora Alessandra Arachi, che riesce a consumare una paginata per promuovere il suo libro, nel quale dà conto di come alcune brillanti fisiche degli anni Trenta siano cadute nel dimenticatoio per colpa del disgustoso maschilismo dei colleghi.
Come Lise Meitner, ad esempio, a cui si deve la vera scoperta della fissione nucleare: Infatti fu Lise a spiegare a Otto Hahn che gli esperimenti in laboratorio avevano prodotto la fissione dell’atomo. Lise lo aveva capito guardando una goccia di neve mentre cadeva da un albero e si sdoppiava.
Certo, c'è molto della superiorità del femminile in questa poetica descrizione: l'osservazione della goccia di neve (oggetto fisico che già per sé non avrebbe molto senso, ma chi siamo noi per puntacazzare? E del resto se ci sono gatti mezzi morti e mezzi vivi ci possono anche essere gocce di neve); l'intuizione creativa, nel solco della più famosa mela newtoniana; la spiegazione del fenomeno al fisico maschio e pertanto cieco nel suo razionalismo pragmatico; l'appropriazione della scoperta da parte dell'ingrato; la pennellata di somma stronzaggine di quest'ultimo, che neppur tanto fra le righe viene pure accusato di essersi approfittato dell'infatuazione della sua assistente.

Un bellissimo quadretto, non c'è che dire.
Certo, la colpa della mancata assegnazione del Nobel è tutta da ricercare nel fatto che Otto avesse un pisello, e con tanto di cappuccetto di pelle sopra, mentre Lise solo la passerina: ce lo assicura la Arachi.
E' del tutto evidente, al lettore che non sia sciovinisticamente maschilista, che non c'entra assolutamente nulla, con questa vicenda, il fatto che Lise fosse ebrea, che Hitler ce l'avesse con la sua razza, che ella sia scappata in Isvezia nel 1938 e che Hahn abbia continuato a condurre gli esperimenti in Germania. Tutte queste sono condizioni di contorno, senza alcuna rilevanza.

E valga il vero
Come è ben noto, in rerum natura non ci son che due generi di cose: sostanze e accidenti; e se io provo che la fuga all'estero non possa esser né l'uno né l'altro, avrò provato che essa non esiste, che è una chimera maschilista. Le sostanze sono, o spirituali, o materiali. Che la fuga all'estero sia sostanza spirituale, è uno sproposito che nessuno vorrebbe sostenere; sicché è inutile parlarne. Le sostanze materiali sono, o semplici, o composte. Ora, sostanza semplice la fuga non è; e si dimostra in quattro parole. Non è sostanza aerea; perché, se fosse tale, in vece di passar da un confine all'altro, volerebbe subito alla sua destinazione. Non è acquea; perché bagnerebbe, e verrebbe asciugata da' venti. Non è ignea; perché brucerebbe. Non è terrea; perché sarebbe visibile. Sostanza composta, neppure; perché a ogni modo dovrebbe esser sensibile all'occhio o al tatto; e questo fuggire, chi l'ha veduto? chi l'ha toccato? Riman da vedere se possa essere accidente. Peggio che peggio, perché supponendo la fuga accidente, verrebbe a essere un accidente trasportato: due parole che fanno ai calci, non essendoci, in tutta la filosofia, cosa più chiara, più liquida di questa: che un accidente non può passar da un Paese all'altro.
La spiegazione del furto del Premio Nobel quindi non può esser nel fatto che Lisa sia andata altrove mentre Otto faceva i suoi esperimenti: ché abbiamo provato esser ciò impossibile, ma noi sappiamo il vero.
La c'è pur troppo la vera cagione... La neghino un poco, se possono, quella fatale appendice riproduttiva che Otto aveva tra l'ombelico e le ginocchia. E lor signori mi vorranno negar la sua influenza? Mi negheranno che ci sian dei cazzi? O mi vorranno dire che stian laggiù a far nulla, come tanti spilli da ficcar su per i pertugi?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Se alla 27ora leggessero le storie dei matematici scritte dai rudi matematici, scoprirebbero molte matematiche discriminate perché femmine e scoprirebbero che si sono fatte strada lo stesso nonostante la discriminazione.

Però in quel caso sarebbero di esempio per il genere femminile e la cosa potrebbe essere pericolosa. :->

ilcomizietto

Il Nomade ha detto...

Lei mi fa appariare assai, Avvocato.

ellegio ha detto...

Quindi possiamo felicemente concludere che discriminarle perché femmine è stato un bene, così hanno avuto la possibilità di dimostrare meglio quanto valevano?

(so che pare assai strano, ma ci sono anche femmine che leggono i rudi matematici, che sono femmini per 1/3, tra l'altro)

Nel merito dell'articolo mi verrebbe da dire che se la Meitner ha amato troppo Otto Hahn chi siamo noi per dirlo, ma la storia della passeggiata nella neve durante la quale la Meitner insieme a Otto Frisch elabora il modello a goccia per i nuclei non è una novità.

 

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