martedì 28 ottobre 2008

Convergenze parallele

Capita, un giorno, che il più importante blogghér italiano, e sicuramente il più lucido (in sintesi: quello di Modena, non quello di Genova) si scriva un intero articolo, e dei migliori, per confutare una tua tesi. E lo fa in modo così logicamente articolato e didascalico che dovresti pentirti di averla mai scritta, quell'opinione.

Forse un po' è colpa mia, per aver usato due aggettivi (superficiale e ingenuo) che magari erano un po' forti: ma si riferivano -come ovvio- all'idea, non alla persona.

In realtà, a guardar bene, io e Leonardo diciamo un po' le stesse cose, sia pur con sfumature leggermente diverse.
Tutti e due pensiamo che Cossiga certe affermazioni scandalose non le abbia buttate lì così, semplicemente perché gli sono sfuggiti dalla bocca i più reconditi pensieri psicopatici di sadico torturatore. Le ha dette apposta, con un ben preciso intento.

Quello che divide me e Leonardo è l'interpretazione di questo intento: l'uno ritiene che l'uomo abbia un disperato bisogno di attenzione e cerchi di scandalizzare l'opinione pubblica, buttando frasi a caso ma d'effetto, per non subire l'onta di una vecchiaia nel dimenticatoio; l'altro ritiene che invece l'uomo medesimo ritenga di tirare ancora qualche filo di potere e utilizzi le parole come gli scacchisti muovono le pedine in partita.
In pratica: l'uno vede in Cossiga un ciclotimico con un principio di demenza senile; l'altro uno schizoide paranoico, vale a dire un soggetto che si caratterizza per la lucidità nel percepire la realtà, seppur filtrata attraverso una propria costruzione mentale ossessiva.
Cito: Sebbene i soggetti con disturbo schizoide di personalità sembrino essere assorbiti in loro stessi e impegnati in un eccessivo sognare a occhi aperti, hanno una normale capacità di riconoscere la realtà. Spesso vengono considerati distaccati; tuttavia, talvolta, sono in grado di concepire, sviluppare e offrire al mondo idee davvero originali e creative.

Mi accorgo, rileggendomi, che nel mio precedente post ho dato un forte peso alla lucidità di Cossiga obliterando del tutto il tratto paranoico, dando così l'impressione di identificare Cossiga con il Vecchio di De Cataldo, tessitore di complotti occulti.
Niente di tutto ciò: io ai complotti non credo, e anzi ricordo con franco imbarazzo e disagio una cena in cui ero seduto al fianco di Giulietto Chiesa che aveva presentato in anteprima a un gruppo di conoscenti quella chiavica di film sull'11 settembre.
Quindi, lo dico francamente: io non credo assolutamente che Cossiga tessa trame e tiri fili di burattini. Ma attenzione: questo non toglie che cossiga sia un uomo che è rimasto per cinquant'anni nelle stanze del potere; e perdipiù un uomo ossessionato dall'informazione, tanto da essersi fatto in casa una vera centrale d'ascolto.
Bé: un uomo così di cose ne sa tante, ma veramente tante; e quindi quando parla è plausibile che lo faccia per manipolare: e quindi, sebbene possa vivere in una realtà distorta dal suo culto del complotto, credo sia comunque il caso di ascoltare quello che dice e cercare comunque sempre di interpretarlo, perché è probabile che tra tanto letame qualche fiore di verità si possa coglierlo.

2 commenti:

Verrocchio ha detto...

Alle volte lo schizoide paranoico è un genio, ma Cossiga non ce lo vedo proprio come mente eccelsa. Però vorrei sapere se lui, quelle porcherie lì, negli anni che furono le ha fatte sul serio (intendo che lo vorrei sapere attraverso delle indagini ed una condanna penale, nell'eventualità).

Anonimo ha detto...

si dice tessa, non tessisca

 

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