lunedì 13 ottobre 2008

La crisi è finita, viva la crisi

Intendiamoci: se la crisi fosse finita, il primo a gioirne sarei io, dato che sono io che rischio di rimetterci il posto di lavoro e lasciare il palazzo di vetro e cemento con lo scatolone di cartone (che poi, se li dovrà portare da casa, uno? o glieli forniscono?)

Comunque, la borsa ha recuperato dieci punti, e i giornali hanno sparato fanfare e champagne. Non che non me l'aspettassi, anche se avevo sbagliato il numero. Domani è un altro giorno: potranno essere fanfare o campane a morto, in ogni caso nessuno oggi lo può sapere.
Vale ben poco la mia impressione che la crisi sia tutt'altro che finita e che quel che oggi si guadagna domani o dopo lo si perderà: qui l'unica cosa che conta davvero sono i numeri alla fine della giornata, esattamente come all'ippodromo è il totalizzatore che conta, non le soffiate dalle scuderie.

C'è però qualcosa su cui riflettere: che i mercati guadagnino (o perdano) in un giorno quanto un investimento sicuro può far rendere in tre anni, è veramente una buona cosa? E segno di un mercato sano o costituisce di un'ennesima epifania di un'economia di carta che genera crisi e speculazioni per il fatto stesso di esistere?

Tre anni: mille giorni. Contro un giorno solo. Ma diciamo pure che un investimento in capitale di rischio debba rendere il 10% in un anno: tre volte i BOT. Il ragionamento non cambia: i guadagni di un anno (o le perdite di un anno) in un giorno solo. Non è sano: è come se stamattina fossi andato a svegliare Nichita (che ha quasi dieci anni) e me lo fossi trovato alto uno e ottanta e con un accenno di peluria sulla faccia.

A me tutto questo impaurisce: impaurisce il fatto che una parte dei miei soldi, quelli con cui dovrei garantirmi un'esistenza dignitosa, sia in mano a meccanismi che non hanno alcun rapporto con la creazione vera di ricchezza, bensì solo con gli istinti del giorno.
E se la mia tessera della CGIL si è recentemente salvata dal falò, cionondimeno sono ben consapevole che i principali artefici dei fondi pensione sono stati i sindacati.

E non per abbaglio: per lucro; per lucro; per lucro.

4 commenti:

.mau. ha detto...

premesso che tanto nei fondi pensione io ho solo l'1% di stipendio e l'equivalente in TFR, quindi la cosa non mi tange più di tanto, il Telemaco ha una serie di profili. (Che poi il prudente ida settebre a giugno abbia perso il 5% è un fatto)

m.fisk ha detto...

Eoni fa, quando facevo il sindacalista, mi trovai a redigere il regolamento del fondo pensione (noi abbiamo un fondo chiuso interno). Ebbi un epico scontro con il sindacalista della Federdirigenti, il quale pretendeva che fosse possibile investire senza limite in azioni. Alla fine passò la mia linea, e fu inserito statutariamente un limite (pari, se non ricordo male, al 10 o al 15%).
Sta di fatto che l'anno scorso il fondo chiuse con un bel rendimento pari allo 0% (sarebbe stato negativo, se il gestore non avesse rinunciato una parte di commissioni); e quest'anno stiamo ancora aspettando la convocazione di un'assemblea per sapere di che morte dobbiamo morire.

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e

 

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