Leggendo quanto scritto in rete sul DL elettorale, e non da ultimo i commenti al mio precedente post, non posso fare a meno di rilevare ancora una volta che una soluzione decorosa all'ignomignoso pateracchio non esiste.
Il DL interpretativo ha il merito di salvare un po' le apparenze e di non coinvolgere la magistratura nella cucitura della pezza, ma è di per sé una stortura, come fa giustamente notare chi lamenta di aver dovuto pagare la mora per un giorno di ritardo nel saldo di una multa per sosta vietata; e oltretutto sembrarebbe non essere servito a nulla in quanto, per quel che ho capito, non sarebbe riuscito a salvare la lista PdL in Lazio: il che alla fin fine era l'unico scopo.
Un decreto non meramente interpretativo (per quanto tale interpretatività sia di mera facciata) sarebbe stato un cambiare le regole in corsa anche dal punto di vista formale oltre che sostanziale, e non è detto che avrebbe superato lo scoglio dell'art. 72 Cost. invocato da alcuni per escludere la decretazione d'urgenza in materia elettorale (per quanto l'applicabilità di tale articolo alla decretazione d'urgenza mi pare abbastanza dubbia, ciononostante dal punto di vista sistematico non può essere del tutto esclulsa).
Un rinvio della data delle elezioni, ad elezioni già indette, mi sembra francamente una soluzione del tutto inaccettabile. O si rinvia la data per motivi seri (tipo di ordine pubblico, a causa ad esempio di una calamità nazionale): e allora alla nuova data si svolgono le elezioni con le liste già iscritte. Ma per riaprire la presentazione delle liste bisogna non già rinviare bensì indire nuove elezioni, annullando la convocazione precedente che è cosa diversa. Se poi tale astruso passaggio viene fatto solo per consentire a una lista di rientrare in termini, allora un principio di economia procedurale e di adeguatezza dei mezzi allo scopo mi fa ritenere che sia molto ma molto meglio riaprire i termini e basta: altrimenti si rischia di fare come quello che per distruggere un nido di vespe manda a fuoco un intero palazzo.
Resta poi nel novero delle possibilità quella di far svolgere le elezioni con le liste regolarmente iscritte. Formalmente e giuridicamente ineccepibile, ma politicamente devastante. Noto, parlando con i miei colleghi, che sono proprio i giuristi quelli che in questa vicenda dimostrano la maggiore flessibilità e riconoscendo il primato della politica, vale a dire sono proprio i giuristi che ritengono pericolosa l'applicazione pedissequa delle norme in questo caso eccezionale.
Forse è l'abitudine di pensare al diritto come a un mezzo per raggiungere un certo risultato, e non come a un fine in sé (e se così fosse, è possibile -e anzi probabile- che i professori universitari, abituati a ragionare in astratto anziché in termini di casi concreti, abbiano idee diverse); forse è l'influenza del brocardo summus ius summa iniuria; forse è anche la preoccupazione (ad esempio mia) per quanto una competizione così viziata potrebbe andare ad alimentare la deriva autoritaria o talora francamente eversiva di questa maggioranza governativa.
Non sbaglia del resto Uriel, il quale partendo da una posizione opposta alla mia fa notare come alla fin fine l'esclusione del PdL sarebbe un colpaccio, in termini di voti e quindi anche economici, per formazioni quali Forza Nuova.
Per usare nuovamente una metafora calcistica, una competizione vinta senza la partecipazione del principale avversario sarebbe stata come il 14° scudetto dell'Inter, riconosciuto come buono e valido da tutti gli interisti e contestato come "di cartone" da tutti gli altri tifosi: con la differenza che le Regioni, a mio modo di vedere, sono più importanti del campionato di calcio.
Quanto sopra per esprimere meglio le mie idee: come si vede, non ho una proposta buona: semplicemente c'è una soluzione che mi dispiace meno di altre, ma con tutto ciò sono ben lungi dal pretendere di aver ragione o dal voler convincere qualcuno, dato che anch'io sono pieno di dubbi.
martedì 9 marzo 2010
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6 commenti:
La cosa che mi fa più rabbia di tutte è che questa faccenda sia stata cavalcata dal PdL come se fosse tutto il mondo contro di loro ad avere torto, e loro soli nel giusto. E' chiaro che non sto facendo discorsi che possano essere tradotti in termini giuridici, ma l'umiltà e la serietà dell'ammettere le proprie responsabilità e chiedere pubblicamente scusa e quindi di essere riammessi sono cose che proprio non hanno alcun valore? Napolitano non potrebbe, come figura autorevole super partes, pretendere che questa ammissione e queste scuse siano fatte, proprio in luce del fatto che se non ci fosse stato il pasticcio, dell'ultimo 'DL toppa' non avremmo avuto bisogno?
Sono in molti a dire che senza PDL in Lazio non si può votare perché ci sarebbero elettori orfani. Vero che sarebbero orfani, ma perché nessuno deve rispondere di questo errore? Cosa potrebbe succedere di così inaudito se si votasse senza PDL? Rivolte di piazza? Golpe? Siamo arrivati al punto che far rispettare una scadenza scatena un golpe? E che scoppi, allora, se siamo messi così male. Si potrebbe governare per 5 anni senza PDL? (beh, in effetti questo non è detto che sia un bene, viste le alternative... :-> ) Che si faccia! Non si governa senza PDL? Si rifacciano le elezioni! Che problema c'è? Pensi che gli elettori del PDL siano tutti ultradestrorsi e votino forza nuova?! Vuoi dire che più dell'80% delle forze democratiche non riescono a tenere a bada un listino al 20%?! (Sempre che ci arrivi al 20%)
Le regole valgono a seconda del numero di persone a cui si applicano? No, lo sai bene anche tu, però sembra quasi che ti terrorizzi l'idea di votare senza PDL. I casi portati da Travaglio, che lo so che ti sta sul beep, e i molti altri casi documentati dai commenti su repubblica.it sono solo esplicativi del fatto che rispettare le regole si può senza particolari drammi. Sia che si tratti di un paese di 2000 elettori che di una regione con 19milioni di elettori.
Non so perché ti traumatizza tanto un'elezione senza PDL per loro demeriti. A me non smuove di un millimetro. Spiegaci meglio.
ciao
nicola.
Mi ripeto ancora: non mi traumatizza un'elezione senza il PdL. Mi preoccupa la carenza di legittimazione politica della giunta che ne uscirebbe: e tale preoccupazione fa capire che per me non rilevi il fatto che tale coalizione abbia o meno colpa, né che lo riconosca o meno.
Perché il punto non è quello di chiedere scusa (anche perché le scuse bisogna non solo che siano chieste, ma anche che siano accettate: e chi sarebbe il soggetto che dovrebbe accettarle, in questo caso?). A me se il PdL prendesse l'1% starebbe benissimo; ma se prendesse lo 0% in quanto escluso dalla partecipazione, ho il timore che ciò arrecherebbe danni anzitutto al vincitore. Nota che è un pronostico, non una certezza: e posso sbagliare: ma da come la vedo io, credo (credo) che dopo un anno la giunta vincente sarebbe costretta a dimettersi, e sconterebbe una sonora batosta alle successive elezioni.
"ma da come la vedo io, credo (credo) che dopo un anno la giunta vincente sarebbe costretta a dimettersi, e sconterebbe una sonora batosta alle successive elezioni"
Mi risulta difficile pensarlo, visto che il vincitore non avrebbe nessun merito/demerito nella sua vincita e avrebbe tutti i numeri per governare. Non capisco da chi dovrebbe essere costretta a dimettersi, se non dalla sua (della lista vincente) dabbenaggine. Però anche se fosse come dici tu, che sia. Abbiamo sopportato anni di berlusconismo in tutte le sedi e amministrazioni, non saranno certo 5 anni di PDL in Lazio che ci cambieranno la vita. Potrebbe anche essere l'ennesima (?) occasione per riorganizzarsi meglio.
ciao
nicola.
"O si rinvia la data per motivi seri..."
La smetti di dare suggerimenti? :D
beh, se Forza Nuova prenderà tanti voti mi sembra una cosa positiva a lungo termine :-)
(comunque è ancora più divertente vedere cosa succede se vince la Polverini senza PdL romano ma solo con quelli in listino e nelle altre province)
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