lunedì 28 giugno 2010

Non c'è due senza tre

Il caso di Scajola, il ministro che non sa chi gli ha pagato la casa, era stato un bel capitombolo politico-mediatico per il governo Berlusconi: come hanno detto molti, gli italiani li puoi prendere per il culo su moltissime cose, ma non devi toccare la casa: un bene per il quale noi abbiamo un attaccamento senza eguali in Europa, come dimostra la rapporto tra proprietari e locatari, acquisito a prezzo di sacrifici che per la maggior parte di noi durano una vita.

C'è poi un'altra cosa alla quale gli italiani sono molto sensibili: le storture del sistema giudiziario.
Chiunque abbia mai avuto a che fare con un tribunale civile sa bene che ottenere giustizia quando si subisce un torto è quasi impossibile, dal momento che anche qualora le proprie ragioni siano riconosciute, il tempo necessario vanifica gli effetti della sentenza vittoriosa.
E chiunque sia incappato nelle maglie della giustizia penale, o conosca qualcuno che vi sia transitato, sa che si tratta di un enorme frullatore dal quale puoi uscire magari assolto, ma mai intero, bensì seriamente minato nello spirito e nel portafoglio.
Sembra un paradosso quello che dico, dal momento che Berlusconi è stato il primo a farsi le leggi a suo uso e consumo proprio per evitare i giudici penali: e non occasionalmente, anzi con costanza persino ammirevole in tutti questi anni.
Ma Berlusconi è un po' un'eccezione: è riuscito a ficcare nella testa dei suoi elettori il concetto che non sia lui che sfugge alla giustizia, bensì che la giustizia lo perseguiti per il bene che fa al Paese, e che quindi le sue azioni contro la magistratura e il sistema penale non siano altro che l'esercizio di un diritto naturale di legittima difesa.

Ora però arriva la questione di Brancher: un perfetto sconosciuto, che nella testa dell'elettore berlusconiano non evoca successo e speranze di prosperità (in effetti non evoca proprio un bel niente, diciamocelo).
Questo signor Nessuno, fatto ministro d'improvviso, non si sa per cosa, che dopo una settimana invoca il legittimo impedimento adducendo la panzana, subito sbugiardata dal Presidente della Repubblica, di dover organizzare un ministero inesistente, è un altro errore di comunicazione gravissimo da parte di Berlusconi e del suo entourage.
Lo stesso Brancher, anziché ritirarsi in un angolo e aspettare che la tempesta passi, riesce a peggiorare le cose di giorno in giorno. Tutta da godere l'intervista rilasciata al TG3 ieri sera (è trascritta su Repubblica, ma se volete ascoltarla dalla viva voce del protagonista la trovate qui, da 1:50 a 3:25). Una tale jattanza, per usare un termine caro al vecchio Giacinto, non può che alienare mazzi di consensi.

E' questo quindi il secondo grave capitombolo in poco tempo. A quando il terzo?

1 commento:

Ipazia Sognatrice ha detto...

Gli Italiani, anche prima di Berlusconi, pensavano che la Giustizia, in qualità di 'mannaia di Stato' fosse solo un insieme di grida e garbugli atti alla loro sistematica persecuzione. Berlusconi non ha fatto che adottare le parole dell'Italiano Medio nelle sue arringhe, e diventare un Super Medio che per una volta, potendo farsi le leggi su misura, ha fatto quello che ogni italiano avrebbe fatto al posto suo: i suoi interessi.

 

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