giovedì 10 maggio 2012

Giocare con i numeri: il femminicidio

Allora: c'è questa signora qui, che si chiama Rashida Manjoo, che un giorno si sveglia e dice una puttanata. Solo che essendo "relatrice speciale delle Nazioni Unite" le genti si bevono la puttanata, e la rigirano in giro.
Diciamolo chiaro: l'avere a che fare con le Nazioni Unite non ha mai impedito di dire puttanate, come ben dimostra l'esempio di quella associazione che voleva abolire Dante dalle scuole perché antisemita. Quindi, anche chi lavora o comunque ha qualche tipo di relazioni con l'ONU può dire cose senza senso.
Cosa dice la signora Manjoo? Dice, almeno a voler dar retta ai virgolettati che si trovano in rete, che "La prima causa in Italia per la morte di giovani donne tra 16 e 44 anni è il femminicidio".
Si tratta di una vecchia leggenda metropolitana, che pur essendo vecchia continua a circolare e viver di vita propria, come le scie chimiche, il signoraggio e le strampalate invenzioni di BeppeGrillo(tm). Chi volesse documentarsi un po' sulla storia dela bufala può andare a leggere qui, da un nuovo amico che si è ripercorso faticosamente tutta la storia. Noi, che siamo assai più pigri del nostro amico, proveremo a smontare la cosa usando semplicemente un po' di buon senso.

Partiamo da quel cassonetto di luoghi comuni che è il blog "27esima ora" del Corriere, e in particolare da questo articolo della signora Spinelli, che rifrigge in olio esausto la solita formula (peraltro spendendosi con quasi 4.000 parole: si vede che aveva finito il bucato e non aveva ancora da preparar cena).
Se avete la pazienza di cercare, vedrete che la didatta all'inizio ci racconta che «la prima causa di uccisione nel Mondo delle donne tra i 16 e i 44 anni è l’omicidio (da parte di persone conosciute)» (avrete notato dei lievi cambiamenti rispetto alla formula canonica: fate finta di niente e poi ci torneremo sopra), e un certo punto ci dice che «nel 2010 su 151 omicidi di donne 127 erano femmicidi»
Dunque avremmo 127 femminicidi, e questi femminicidi sarebbero la prima causa di morte (assumendo che l'Italia sia paragonabile al resto del mondo, ma le suffragette peninsulari dicono che qui si stia ancora peggio, per cui è un'approssimazione che possiamo permetterci).
Ora, io spero caldamente che nessuno di voi cinque lettori abbia mai avuto a che fare con un reparto di oncologia, ma se vi è capitato di entrarci alla Befana, potete essere stracerti che in quel momento tra i malati in cura c'era almeno una donna, nella fascia di età di cui stiamo parlando, che non avrebbe mai mangiato il successivo panettone. E dato che in ciascuna provincia italiana ci sono almeno due reparti di oncologia (vabbè, magari non a Isernia e nel Medio Campidano, ma Milano e Roma compensano con gli interessi), ecco che in un anno normale ci sono almeno duecento donne tra i 16 e i 44 anni che crepano di cancro.
Tumore batte femminicidio.

Ora, torniamo alla nostra Spinelli che, probabilmente mentre cercava l'apriscatole per apprestarsi alla preparazione della pasta al tonno per il marito, questo dubbio deve esserserlo fatto venire, e deciso che qualcosa non le quadrava. Se effettivamente per la prima causa di morte muoiono cento e qualche donna all'anno, le donne italiane sono meglio di Wonder Woman.
E infatti la Spinelli corregge il tiro, e parla di "prima causa di uccisione", come a voler sottintendere -ma senza il coraggio di dirlo apertamente- che si tratta di morti non naturali ma violente. Il che sposta un pochino i termini del problema.

Orbene, è fatto notorio che in Italia muoiano ogni anno circa 6.000 persone quali vittime della strada: che è effettivamente un morire violento. E' presumibile che la fascia di età tra 16 e 44 anni sia quella in cui si guida e si viaggia di più, e che quindi le vittime in tale range anagrafico siano la metà del totale. Ma ammettiamo pure che vi siano legioni di attempate zitelle che amano suicidarsi scontrando tra loro le proprie utilitarie, e che quindi nella fascia di età le vittime siano 1.500: la metà della metà del totale.
Di queste 1.500 persone, la metà dovrebbero essere donne. Diciamo pure che in effetti le donne guidano meno, grazie al maschilismo imperante nella nostra società, e che quindi le vittime siano la metà della metà. Oh!, dimenticavo: le donne sono notoriamente più prudenti, e quindi dimezziamo un'altra volta.
Un ottavo di 1.500 fa 187, e sfido chiunque a dire che in Italia non muoiano ogni anno almeno 187 donne tra 16 e 44 anni sulle strade.
Viabilità batte femminicidio.

Quindi, avendo escluso le cause naturali e quelle violente ma colpose, non ci resta che ritenere che "uccisione" deve essere inteso come "omicidio", e pertanto la frase «la prima causa di uccisione nel Mondo delle donne tra i 16 e i 44 anni è l’omicidio» debba essere così interpretata: «la prima causa di omicidio nel Mondo delle donne tra i 16 e i 44 anni è l’omicidio». Che sarebbe una bella tautologia, se non ci fosse poi quella parentesi: (da parte di persone conosciute).
Il problema è che (salvo nei peggiori sobborghi di Caracas o di Lagos, o in occasione di rivolte popolari e attentati terroristici), statisticamente la massima parte degli omicidi sono proprio effettuati da persone che conoscevano la vittima. Non sono molti i killer professionali, e non sono molti coloro che sono così scomodi che si arruola un killer per farli fuori. E in Italia non sono neppure molte le rapine che finiscono con il morto, badate.
In tutti gli altri casi, l'omicida conosce la vittima, e pertanto la bella frase della Spinelli ci dice semplicemente che, per nostra fortuna, l'Italia non è un sobborgo né di Lagos né di Caracas.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Interessante. Io però partirei dalla definizione di femminicidio, che mi pare diverso dall'omicidio tout court. (o mi sbaglio?) Poi lo rapporterei alla popolazione e mi sa che i numeri nei paesi occidentali siano dell'ordine di 1/400000 abitanti (vado molto a spanne). Visti gli altri numeri mi sembra che il fenomeno sia importante, più che altro per motivi culturali, ma non allarmante.

Ho l'impressione, invece, che la violenza domestica sia molto diffusa e le stime siano tutte per difetto. Forse qui ci sarebbe più da lavorare.

ilcomizietto

CosmicMummy ha detto...

sono d'accordo che bisognerebbe indagare meglio sulle statistiche e che dire che il femminicidio sia la prima causa di morte per le donne in età dai 15 ai 44 anni potrebbe essere impreciso o scorretto. ma mi sarei aspettata da un post che si titola:
"Giocare con i numeri" qualche considerazione un po' più scientifica (qualche dato dell'istat? qualche referenza?). invece leggo la frase:
"Ora, io spero caldamente che nessuno di voi cinque lettori abbia mai avuto a che fare con un reparto di oncologia, ma se vi è capitato di entrarci alla Befana, potete essere stracerti che in quel momento tra i malati in cura c'era almeno una donna, nella fascia di età di cui stiamo parlando, che non avrebbe mai mangiato il successivo panettone. E dato che in ciascuna provincia italiana ci sono almeno due reparti di oncologia (vabbè, magari non a Isernia e nel Medio Campidano, ma Milano e Roma compensano con gli interessi), ecco che in un anno normale ci sono almeno duecento donne tra i 16 e i 44 anni che crepano di cancro." non è scientifica, non è statistica, in conclusione è aria fritta. il cancro è una delle prime cause di morte nei paesi occidentali, una persona su 4 muore di tumore, ok ma a che età? non mi risulta che sia la prima causa di morte fra i 15 e i 44 anni. in un reparto di oncologia ci ho lavorato, e tutta questa incidenza di tumori fra le donne giovani non l'ho rilevata. erano per lo più anziani. allora portami dei dati (istat, pubblicazioni scientifiche su riviste peer reviewed) che ci dicono quante donne muoiono di tumore in quella fascia di età e ne riparliamo. forse hai ragione tu, ma fino ad ora non hai dimostrato un bel niente. sugli incidenti stradali il discorso è diverso, è vero che è la prima causa di morte fa i giovani, muoiono 18 persone al giorno sulle strade e probabilmente la metà di queste sono donne. probabilmente la formulazione giusta di quella frase non è quella che ho riportato all'inizio, probabilmente come dici tu bisognerebbe circoscriverla alle morti per omicidio. sono tutti discorsi validissimi ma se per supportarli usiamo sproloqui come questo non serve a niente. e comunque negare che in Italia ci sia un problema di pari opportunità e che sia un paese arretrato rispetto agli altri europei da questo punto di vista significa davvero avere una percezione molto limitata della realtà. che poi questo sia anche colpa delle donne non ci piove.

m.fisk ha detto...

yawn.
to', divertiti. http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/14/0900_rapporto_criminalita.pdf

m.fisk ha detto...

(poi magari però togli dal tuo blogroll MedBunker e Perle Complottiste): ché credere che in Italia muoia qualche centinaio di donne di mezz'età all'anno è al livello di Biowashball)

CosmicMummy ha detto...

grazie, è molto interessante e lo sto scorrendo. con calma lo leggerò. non sono riuscita a trovare la data di pubblicazione. noto però che le statistiche si fermano tutte al 2006 (correggimi se sbaglio). e non è quello che ti ho chiesto nel commento. tu parlavi di incidenza di tumori, qui si parla di criminalità. e io contestavo anche i toni che usi nel post e il metodo. non penso che siamo sullo stesso livello della biowashball, comunque io sono pronta a cambiare idea nel momento in cui qualcuno mi presenta dei dati aggiornati e un confronto serio. ti ripeto, sono sicura che il file che hai linkato è molto interessante e sono pronta a ridimensionare la mia opinione sulla violenza di genere, ma non venirmi a dire che non sia un problema. magari uno come tanti altri, ma non per questo dobbiamo far finta di niente.

CosmicMummy ha detto...

aggiungo anche che si va su internet per leggere e informarsi e ben venga il confronto. credere ai complotti è una cosa, leggere e farsi un'opinione eventualmente trasformabile nel tempo è un'altra. del resto, nessuno nasce imparato no? ci sentiamo quando ho finito di leggere il report ;-)

Anonimo ha detto...

Il mio dominus, da fervente femminista, aveva ripetuta la medesima fregnaccia ad una conferenza dedicata al problema - sempre che esista - della violenza sulle donne.
Probabilmente lì dentro io sono stato l'unico che si è vergognato di fronte a tale affermazione, mentre tutto il resto del pubblico assentiva.
Purtroppo ciò che disse Goebells all'epoca è ancora vero.

In ogni caso, CosmicMummy, non serve scomodare un fisico nucleare per spiegarti che due più due non fa cinque.
Fossero anche un migliaio le morti violente, sarebbero comunque ictu oculi inferiori a quelle causate dal tumore.
Basti pensare che tutti abbiamo qualche conoscente (se non parente) morto di tumore, mentre qualche morto ammazzato è già (un pelino) più difficile.

Diciamocelo chiaramente: la violenza sulle donne non è una emergenza, non è a livelli endemici, ma ACCETTABILI. Soltanto una persona non equilibrata potrebbe sostenere che anche una sola donna uccisa è inaccettabile.

Infine, se si guarda alle statistiche, si noterà che in Italia i casi di donne stuprate o uccise è di gran lunga inferiore ad altri Paesi definiti spesso più "civili".

Saluti.

P.

Flavia ha detto...

Visto che ha dichiarato di voler contestare i dati forniti non i modo scientifico ma usando il semplice buon senso, vorrei chiederle (ma non mi risponda, è una domanda retorica) cosa ne pensa della 70ina di donne uccise in Italia dall'inizio dell'anno. Siamo all'interno di una percentuale accettabile? Inoltre mi dica (ma anche no) per quale ragione ha scritto questo articolo? Per convincerci che le donne si lamentano per niente? Che la situazione della violenza sulle donne non è così grave? che gli stupri non sono così tanti? o così gravi? o le donne se li vanno a cercare? Cioè anche se la vulgata fosse un po' esagerata (non lo penso, ma anche se fosse) pensa veramente che la situazione di violenza contro le donne nel nostro paese sia sovrastimata? Mah!

Anonimo ha detto...

dal report del ministero dell'interno, riportato da m.fisk stesso(datato 2006):

-Oltre 6 milioni di donne hanno subito violenza fisica o sessuale nel corso della vita, a partire dai 16 anni. Sono 6 milioni 743.000, pari al 31,9% della classe di età considerata, le donne tra i 16 e i 70 anni che hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della vita.
3 milioni 961.000 donne, pari al 18,8%, sono state vittime di violenze fisiche, 5 milioni (il 23,7%) hanno subito violenze sessuali

-1 milione 400.000 donne hanno subito violenza sessuale prima dei 16 anni, il 6,6% del totale. Complessivamente, i parenti sono responsabili del 23,8% delle violenze sessuali subite prima dei 16 anni.

-La violenza psicologica (distinta dal quella fisica e sessuale, ndcarla), nelle sue diverse forme, appare particolarmente diffusa nel nostro Paese: ne sono vittime, sempre, spesso o qualche volta, 7 milioni 134.000 donne, il 43,2% delle donne attualmente sposate, conviventi o fidanzate.

Per fortuna non tutte vengono uccise, ma di violenza sulle donne, in Italia oggi, ce n'è in abbondanza. Anche grazie a chi minimizza, come certuni che leggo qua sopra.

Anonimo ha detto...

http://www.ohchr.org/Documents/HRBodies/HRCouncil/RegularSession/Session20/A-HRC-20-16-Add2_en.pdf

questa è la relazione della Manjoo: non trovo da nessuna parte la frase che ti permette di definirla una che spara puttanate. Magari, invece di limitarsi a leggere i virgolettati in rete, bisognerebbe leggere gli originali prima di sputar sentenze. Altrimenti, gli sparaputtanate siamo noi, e si finisce per fare la figura dei saccenti superficiali.

carla

Anonimo ha detto...

Pensa che sono TUTTE PUTTANATE NON LO HAI LETTO..
MA DA CHE ESISTE L UOMO QUELLO CGE DICONO LE DONNE SONO STRONZATE NO?...GLI AUGURO.solo di non toccarla con mano una dusgrazia cosi

 

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