martedì 16 novembre 2010

Primarie milanesi

Chi abbia avuto la pazienza di leggere questo blog nel corso degli ultimi due anni sa bene che mai una volta è stata spesa una sola parola in favore della passeggiata domenicale per famiglie pomposamente chiamata "primarie": e difatti domenica mattina, vedendo la pioggia che cadeva torrenziale, ho gustato ancor più il calore delle coltri.
Andando non tanto indietro nel tempo, peraltro, trovo un post nel quale dicevo che, pur essendo contrario al meccanismo, ero felice per il risultato: era quello scritto dopo la vittoria di Nichi Vendola.
Avrei potuto copincollare il medesimo, sostituendo a Vendola Pisapia e a Boccia Boeri, ma c'è qualcosa in più da dire.
Con lo squallido teatrino messo in piedi anche questa volta dal PD milanese (e le dimissioni dell'ultim'ora di Penati) credo che anche il più entusiastico fan della prima ora sia costretto a vedere che il re è nudo.
Prendiamola un po' alla lontana faccendo un esempio laterale. Immaginiamo di prendere una multa per divieto di sosta da cinquanta euri: ci incazziamo. Vero è che parcheggiando in divieto abbiamo accettato in qualche misura il rischio, ma ci incazziamo perché speravamo che il vigile non passasse di lì. Immaginiamo invece di andare in tabaccheria e giocare cinquanta euri al lotto, e di non vincere nulla: se ci incazziamo siamo dei cretini, perché non ce l'ha ordinato il medico di andare a giocare. Quei cinquanta euri con cui avremmo potuto comperare una bottiglia di quello buono abbiamo scientemente deciso di metterli a rischio e di perderli.
Ora, tutti voi ben sapete che la Costituzione impone di fare le elezioni ogni cinque anni: si possono fare anche prima di tale termine ma comunque alla scadenza del quinto anno, non c'è storia, bisogtna andare alle urne. Ovviamente i partiti competono tra loro, e alla fine c'è chi vince e chi perde (in effetti di solito vincono quasi tutti, almeno nelle dichiarazioni dei loro segretari, ma eccezionalmente capita che un partito subisca un tale tracollo da costringere il proprio responsabile ad ammettere che sì, in effetti le cose non sono andate benino).
Quello che è importante sottolineare è che la decisione di andare alle urne non è presa da un partito: è il sistema, che sta al di sopra dei singoli partiti, che lo impone.
Se un partito, nella propria autonomia, decide di selezionare i propri candidati non in base ad un criterio deterministico (il merito, le capacità individuali, l'anzianità di servizio nell'apparato), bensì di rimettere la selezione al primo che passa per la strada, ha preso una decisione ben precisa. Per me è un'idiozia, quanto giocare al lotto, ma è comunque una propria autonoma decisione nella quale si suppone che debba credere, se al mondo esiste un minimo di coerenza.
E quindi, una volta deciso di far le primarie, logica vuole che il partito in questione abbia un atteggiamento neutrale nei confronti dei possibili candidati, esattamente come il Presidente della Repubblica ha un atteggiamento neutrale nei confronti dei partiti che concorrono ad un posto in Parlamento.
Certo, può esserci un sistema di preselezione, dato che sarebbe, come dire, imbarazzante se Pino Rauti concorresse alla carica di sindaco di Milano sotto la bandiera di un partito antifascista; allo stesso modo in cui non sarebbe ammissibile che al Parlamento italiano concorresse un cittadino cileno: ma una volta che i candidati hanno i prerequisiti stabiliti dall'organizzatore della competizione, questo ente deve essere neutrale ed accogliere il responso delle urne o dei gazebo con la più pacifica serenità.
Certo l'ente in questione, Stato o partito che sia, può preoccuparsi per una scarsa affluenza, segno che gli elettori si stano disamorando del sistema messo in piedi; ma non può preoccuparsi perché il responso degli elettori ha scelto l'una o l'altra persona.
Facciamo un altro esempio: chi abita in un condominio sa che il codice civile impone che l'assemblea nomini un amministratore, con un meccanismo simile a quello delle elezioni; ma se io sono proprietario di un intero palazzo posso farlo amministrare a chi voglio, o posso anche decidere che l'amministratore sia scelto dai miei affittuari, se così mi piace, e organizzare un'assemblea a tal fine. Quello che non ha proprio senso è che io decida di far amministrare il mio casamento a Tizio, proponga ai miei affittuari di scegliere tra Tizio e Caio, e poi mi arrabbi perché questi hanno scelto Caio: se Caio non mi piace, dovevo scegliere Tizio fin dall'inizio, punto fermo.
Il Partito Democretico, sia in Puglia che a Milano, ha fatto proprio questo: ha scelto il proprio candidato, e allo stesso tempo ha scelto di far scegliere il candidato a chi passava per la strada. Certo, se la scelta del vertice e quella dei passeggiatori domenicali fosse coincisa, il prescelto (nel senso di quello scelto in anticipo dal partito) avrebbe avuto una bella spinta di legittimazione: esattamente come se il mio terno secco fosse risultato vincente adesso non me ne starei a timbrare il cartellino.
Purtroppo capita che i terni secchi non escano, e che i passanti non scelgano i prescelti. In questo caso però non si sbatte la testa contro il muro, non si recrimina, non ci si dimette. e soprattutto non si chiedono le dimissioni di altri.
Si accetta, coerentemente, la conseguenza dell'aver adottato un certo metodo e si va avanti, pacatamente e serenamente.

7 commenti:

.mau. ha detto...

"pacatamente e serenamente"? dottor Fisk, lei sta parlando del PD, le ricordo.
(che poi, per quanto mi riguarda, le primarie lo hanno un senso: si mettono tutti candidati che si è disposti ad accettare, e si vede quale è più accettato dal volgo disperso. Lo so, il PD non fa così, ma quello è un suo problema)

Anonimo ha detto...

Signor Fisk, come al solito mi trovo a non aver nulla da obiettare al Suo buon senso e alla Sua logica, anche se più La leggo più mi trovo a constatare che il partito che vorrei non è quello che il partito medesimo vorrebbe, e viceversa. Mi permetto, in OT, di notare un'interessante dittografia, 'faccendo', che però arricchisce il testo di un qualcosa di speciale e inatteso e quindi classificherei come 'licenza poetica'. Personalmente, non vedo la differenza nel perdere 50 euro alla lotteria o per una multa, ma, come Lei ben sa, io non giuoco spesso, e parcheggio molto, molto lontano.
Mi si perdoni il trolleggio.
Ciao
IpaziaS

Anonimo ha detto...

Io resto della mia idea: il Pd non è un arbitro. Il Pd non ha indetto primarie per scegliere il suo candidato. E' questa premessa errata che porta a conclusioni errate.

Le cose stanno così: il Pd Sel Prc Pdci Lista Moratti Verdi e non ricordo se anche altri, ovvero la coalizione ha indetto primarie per decidere il suo candidato. Tutti i componenti della coalizione suddetta hanno dato indicazione di voto per un candidato, quello che sembrava loro il più convincente o quello con maggiori probabilità di vittoria. E' giusto che i partiti di una coalizione diano indicazioni di voto? secondo me si, sul mio blog scrissi due mesi fa il perché e non mi ripeto. Si può ovviamente dissentire dalla mia opinione, ma non si può modificare la realtà per dimostrare una tesi preconcetta e precostituita.

Poi c'è un altro punto. Se io coalizione decido di far scegliere il mio candidato agli elettori è perché penso che looro scelgano un candidato migliore di quello che avrei scelto io nel chiuso della stanzetta dei segretari di partito. E questa premessa si porta due conseguenze: 1) lamentarsene poi è una assurdità; 2) la discussione primarie si/primarie no dovrebbe svolgersi su questo discrimine e non su altri. Mi spiego: dovrebbero dire si quelli che la pensano così e no chi pensa il contrario e non tirare fuori argomenti come "non mi conviene" oppure "non siete stati capaci di far vincere il vostro".
Ci sarebbe molto altro da dire, ma vi ho già rubato troppo spazio

m.fisk ha detto...

E' probabilmente vero che la premessa sia errata, e che la responsabilità delle primarie non pertenga al PD bensì all'intiera galassia della sinistra. Diciamo allora il PD sconta un errore di comunicazione, dato che non sono certo l'unico ad aver commesso il medesimo errore di valutazione.
Certo nel tracciare il mio giudizio non sono aiutato dal bias antimaggioritario che mi porto appresso.

Anonimo ha detto...

Come ricordava non so chi, a Milano nessuno ha pagato per le sconfitte provinciali e regionali e quindi ora, con il pretesto delle primarie, si tirano i conti.

Comunque non disperare, scommetto i miei 50 euro che Penati si è fatto da parte per essere meglio lanciato per le elezioni nazionali p.v..

.mau. ha detto...

Errore di comunicazione? il PD? Ciò implicherebbe che comunica :-)

Anonimo ha detto...

E' peggio di quanto pensassi:

http://www.wittgenstein.it/2010/11/17/le-finte-dimissioni-di-penati/

 

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