lunedì 30 maggio 2011

Elogio delle primarie

Il brillante risultato conseguito da Giuliano Pisapia a Milano dimostra che il metodo delle primarie funziona. Non solo consente di scegliere un candidato vincente, ma ha anche l'effetto di aggregare i consensi attorno alla sua figura, e creare così una coalizione di cittadini e militanti in grado di sbaragliare la propaganda e le falsità degli avversari.
































ecco, questa è la dichiarazione che verrebbe spontanea dopo aver sofferto così tanto nell'attesa di questa vittoria. e sono cose che hanno detto molti, a cominciare da nichi vendola che in piazza del duomo ha voluto mettere il suo cappello, o perlomeno imporre una mano taumaturgica, sulla testa del nuovo sindaco. io ho già detto molte volte che la coerenza è il valore principale dell'agire politico: il che non vuol dire che uno non possa cambiare idea (solo gli scemi continuano a credere alle loro idee sbagliate), ma che lo deve fare per convinzione nata da una seria analisi, non per la mera contingenza di un successo, che peraltro segue molte sconfitte.
ed è per questo che io una dichiarazione così non la faccio: resto fermamente convinto che le primarie non solo non siano la panacea di tutti i mali, ma che oltretutto siano profondamente sbagliate. Possono servire forse in questo momento storico per supplire all'immobilismo delle segreterie partitiche e alla mancanza di contatto della politica con la società degli elettori, ma comunque sono un palliativo.
sono i soggetti politici, e in particolare i partiti, quelli che devono riprendere il contatto con la società: e non possono limitarsi a delegare ad essa la scelta di un campione, ma devono invece agire sul territorio, aprire sedi, ascoltare i desideri e i bisogni degli elettori costantemente, non una volta ogni due, tre o cinque anni.
delegare la creazione di un programma politico al campione scelto nei gazebo ci ha portato a vincere oggi, ma guai a credere che sia una soluzione ai problemi che abbiamo. guai a pensare che questa vittoria possa essere replicata su scala nazionale senza una enorme quantità di sangue, sudore e lacrime.
andare al gazebo non fa sanguinare, non fa piangere e, salvo che a ferragosto, non fa neppure sudare.

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