martedì 17 maggio 2011

Perderemo

Di regola all'indomani di una consultazione elettorale tutti dicono di aver vinto: le urne non sono come le corse automobilistiche, dove è chiaro chi arriva primo e chi arriva sesto; e, peraltro, anche nella Formula 1 c'è chi ha come obiettivo quello di arrivare sesto, e se arriva quinto dice di aver vinto.
Questa volta è un po' diverso: ci sono state sonore sconfitte, talmente sonore che non è proprio possibile nasconderle: tra queste quella del candidato PD a Napoli, e della Signora Letizia Brichetto Arnaboldi in Moratti a Milano.
Ci sono poi quei candidati del Terzo Polo che certo non possono dire di aver sfondato, ma che riescono a trovare qualche giustificazione per il proprio radicamento territoriale, diciam così, solo relativo. Manfredi Palmeri a Milano ha portato a casa un risultato al limite del dignitoso, che gli consente di andare in giro a testa abbastanza alta e contrattare un'alleanza con il futuro sindaco (certo, il suo risultato appare assai meno incoraggiante se pensiamo a quello che dev'essere costata la campagna elettorale, con quello spropositato numero di manifesti per ogni dove).

Quella di salire sul carro del vincitore è un'abitudine alla quale quasi non facciamo più caso: del resto la stessa legge elettorale per le comunali lo consente e lo favorisce, l'apparentamento per il ballottaggio.
Inedito, invece, che già all'indomani del primo turno il Grande Vecchio di un partito abiuri il proprio cavallocandidato e si identifichi in quello di un altro schieramento.
E' il caso di Massimo Cacciari, burattinaio di Manfredi Palmeri, che in un'intervista rilasciata oggi al Corriere non solo fornisce utilissimi suggerimenti a Pisapia su come fare a vincere al ballottaggio (qualcuno potrebbe chiedersi con che faccia chi ha preso il 5% possa dare suggerimenti non richiesti su come fare a vincere a chi ha preso il 48%: ma chi si pone queste domande non ha mai letto una lettera di Veltroni al Corriere), ma addirittura se ne esce con una frase:
«Se il PD pensa di aver vinto, perderemo»
Ecco, io mi chiedo: perché quella prima persona plurale? Perderemo chi, Cacciari? Avete perso, o perlomeno non avete vinto. Forse vi apparenterete a Pisapia, salendo sul carro del possibile vincitore per guadagnare qualche seggio in Consiglio e qualche poltrona in giunta; ma finché non avrete proposto di apparentarvi e non sarete stati accettati continuiamo ad essere noi (quelli che hanno preso il 48% al primo turno) e voi (quelli che hanno preso il 5% al primo turno).
Noi, Voi. Pronomi personali. E' facile: lo insegnano alla terza elementare.

3 commenti:

Stefano ha detto...

E' un ottimo post, eccellente, e mi farebbe tanto piacere condividerlo. Quand'e' che metti uno di quei bottoncini facebook?
Dai, sono piccini e tanto carini, e ideali per lettori soddisfatti ma pigri...

m.fisk ha detto...

A esser sincero non so neppure cosa siano.

Anonimo ha detto...

Difficile da dire e anche da credere, ma bisogna ammettere che Cacciari si è rivelato un coglione, o ad esser buoni, un gigantesco incommensurabile presuntuoso. Bel post comunque.
StefanoR

 

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