domenica 29 maggio 2011

Zero

Il succo del post che avevo scritto ieri e il cui titolo era padroni in casa propria, Letizia Moratti l'ha dimostrato egregiamente un'altra, ennesima volta.
Accusare l'avversario di scorrettezza, rivolgersi perfino al Capo dello Stato per stigmatizzare una dichiarazione rilasciata non sui temi elettorali bensì sull'omicidio di un giornalista; e allo stesso tempo violare la stessa legge che si era accusato l'avversario di aver violato, partecipando a visite e indirizzi di saluto presso una sede della Massoneria e presso una parrocchia i cui parrocchiani per fortuna hanno sfanculato l'intervenuta.
Per questi politicanti sedicenti liberali le leggi non sono il quadro di regole nel quale devono muoversi tutti, da qualunque parte stiano. Per questi politicanti sedicenti liberali le leggi sono uno strumento che può e deve essere piegato e distorto, per servire la propria causa e fregare l'avversario.
ciò di cui Letizia Moratti e i suoi suggeritori non si sono accorti è che a un tratto i cittadini si sono identificati con l'avversario: hanno capito che in una società nella quale l'unica regola è che chi ha vinto può far quello che vuole non c'è più garanzia per nessuno.
Il contratto sociale che sta alla base delle società civili in fondo è assai semplice: ciascuno rinuncia ad usare la forza per regalare le proprie dispute private, demandando a un ente superiore l'uso della forza contro chi non rispetta le regole date.
Tentare di fregare il proprio avversario, si chiami esso Matteotti o Pisapia, può funzionare per un po' di tempo o anche per un bel po' di tempo; ma alla fin fine i nodi vengono al pettine, e anche il salumiere all'angolo si sente un po' Matteotti.

Letizia Moratti ha trattato il Comune di Milano come cosa propria: il suo primo atto è stato quello di congedare tanti capaci funzionari pubblici, rei solo di non essere pronti ad obbedire ciecamente, e di prendere al loro posto una messe di consulenti strapagati e di dubbia capacità, il cui unico merito era la fedeltà alla padrona di casa.
I milanesi hanno capito che alla guida della città debbono esserci dei tecnici e non dei maggiordomi? Io credo di sì; tra ventiquattr'ore lo sapremo tutti.

3 commenti:

t ha detto...

(grazie)

Thumper ha detto...

[sorry, stavo pulendo la tastiera e mi è scappato un enter, sono io, Thumper]

enrico ha detto...

insomma. i funzionari del comune non erano poi molto capaci, i consulenti non erano poi cosiì strapagati (semmai in molti casi non sufficientemente capaci a loro volta) e purtroppo non è vero che alla fine la spuntano i matteotti. ma è verissimo che la moratti è una padroncina arrogante e incompetente e va mandata a casa. sperem

 

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