Via via che ci si avvicina alla data di celebrazione dei referendum prende corpo il partito di coloro che accusano il Governo di buttare via soldi pubblici al fine di non far raggiungere il quorum.
Recentemente sia Bersani (ad Annozero) che Michele Ainis (sul Corsera) hanno buttato lì la spaventosa cifra di 300 milioni di euro, cifra assai inferiore ai 400 milioni che circolavano lo scorso anno a cura de lavoce.info ma che ha l'incommensurabile vantaggio di esser divisibile per 60 milioni, consentendo all'editorialista di turno di sparare un mediativamente efficace «cinque euro per ciascun italiano».
Dato che siamo in vena di rivangare roba vecchia, non possiamo non richiamare alla memoria del lettore questi due post in cui dimostravamo, numeri alla mano, che la cifra che correva di bocca in bocca (all'epoca 400 milioni!) era, per dirla in termini matematici, una solenne puttanata.
Quello che mi chiedo è come mai dai 400 milioni del 2009 si sia passati ai 300 milioni del 2011: forse abbiamo vissuto un periodo di inflazione negativa? Oppure i soloni della Voce.info hanno ritenuto di espungere dal conto finale i trenta minuti di passeggiata fino al seggio?
aggiornamento Vedo che il Gilioli, peraltro, è rimasto fermo alla cifra di 400 milioni. Si vede che ha in uggia il passeggio.
martedì 10 maggio 2011
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