Per la gioia di grandi e piccini, e per tronfiarmi con la mia tesserina fresca fresca di stampa, nell'intervallo del pranzo ho pensato bene di fare un viaggio da P.za San Babila a P.za Beccaria, passando per il Castello.
Vado al pilone in San Babila e trovo un tipo che era molto ma molto più tronfio di me: io me ne stavo a guardare la colonnina cercando di far leggere il chippino attraverso il giubbotto, mentre costui, di malagrazia, mi dice in inglese (in INGLESE?) che senza tessera ciccia. Io lo guardo tra il dubbioso e lo sprezzante, e lui me lo ripete in brianzolo: forse mi aveva preso per un curioso turista e voleva marcare il territorio.
Comunque: estraggo la tesserina dal portafoglio e dopo un po' di tentativi la colonnina si accorge di me e del mio documento di viaggio (forse la prima volta deve scaldarsi un po'!); e mi consegna una bella bici nuova fiammante.
La macchina dà subito una bella impressione di solidità; corroborata da una notevole pesantezza (del resto ci vuole, no? Altrimenti tra due giorni ne vedremmo i rottami sparsi in giro). Basti dire che il cestino ufficialmente dovrebbe reggere 12 chili, ma secondo me ci sta una signorina intiera, e non delle più fini.
La trasmissione è -intelligentemente, dato l'utilizzo intenso e l'esposizione al pubblico- a cardano, ed è presente un cambio a tre marce, azionato al manubrio, tramite una demoltiplica direttamente accrocchiata dentro il pignone (non sono un ingegnere, si vede?)
Abituato alla mia Doniselli, che al confronto sembra una ballerina della Scala, ho fatto inizialmente un po' di fatica a ritrovarmici, ma alla fine il suo scopo -trasportarmi- la bici l'ha svolto.
Il freno è a piede: nel senso che praticamente la bici non frena se non grattando le scarpe sul terreno o esercitando una forza sovrumana sui comandi; ma devo ammettere che anche in questo caso forse sono io ad esere abituato troppo bene con i miei freni sempre registratissimi e potenti.
E presente anche un sistema di antifurto con un cavo metallico, che confesso di non aver osservato bene: comunque il concetto dev'essere che ogni bici ha anche il cavo e la chiave, per cui è possibile agganciarla momentaneamente ai pali.
Comunque, me ne vado in giro, prendo confidenza, ed arrivo al Castello, dove pensavo di depositare la macchina per andare a vedere degli sci a poco prezzo per Nichita. E qui si presenta il primo, inquietante, problema:
Già, perché la consegna delle bici avviene infilando due perni presenti sotto il cestello della bici nei corrispondenti buchi della balaustra, che subitaneamente blocca la macchina. Nelle stazioni "normali" le bici stanno tutte dalla stessa parte e quindi possono essere restituite in qualunque postazione libera; ma quella di Piazza Cairoli è una stazione "alternata", con le bici che possono stare dall'uno o dall'altro lato della balaustra.
Peccato che in questo caso i "buchi" siano più ravvicinati tra loro, per cui le bici debbono essere necessariamente inserite in serie alternata: in quanto due bicliclette contigue non hanno lo spazio necessario tra manubrio e manubrio. Non ho ancora capito, dal punto di vista topologico, come funzionava la storia: sta di fatto che la circostanza che un utente avesse restituito la propria bici mettendola dalla parte sbagliata della balaustra ha fatto sì che ci fossero un fottìo di buchi liberi ma nessuna possibilità di agganciare la macchina.
C'era peraltro un signore, assai gentile ed evidentemente in qualche modo connesso all'organizzazione, che mi ha detto che potevo lasciar lì l'affare e ci avrebbero pensato loro con l'assistenza; ma tanto io in fondo ero a spasso, e quindi me ne son tornato verso casa.
Alla fine sono arrivato in Piazza Beccaria, ho riagganciato la mia bici, ho ripassato just in case la tesserina sulla colonnina, la quale mi ha detto che aveva preso atto della mia restituzione e avrei dovuto aspettar dieci minuti prima di prendere un'altra macchina, come da regolamento.
Rispetto alla bici di proprietà, che parcheggi davanti al punto che vuoi raggiungere senza preoccuparti di buchi, orari e tesserine, il sistema è evidentemente perdente: già il fatto che il posteggio di Piazza Castello non sia davanti al negozio di articoli sportivi fa innervosire. Ma evidentemente il servizio non intende sostituire il mezzo di proprietà, bensì il mezzo pubblico, rispetto al quale ha una quantità di evidenti vantaggi: il costo; l'immediatezza; la capillarità (almeno nel centro storico; la flessibilità del tragitto.
Aggiornamento: mi sembrava che le cose andassero un po' troppo bene. ho provato a loggarmi al sistema (che mi dovrebbe dire come e quando ho usato la bici), e quiesti afferma che non mi ha mai conosciuto né ha mai sentito parlare del mio indirizzo e-mail, al quale peraltro aveva mandato i più cordiali saluti. La stessa storia dell'Ecopass, insomma.
Ulteriore aggiornamento: qui.
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mercoledì 3 dicembre 2008
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2 commenti:
ciao..ti va di dire la tua sul mio gruppo?
http://www.facebook.com/group.php?gid=44565242447
Se non hai niente in contrario, metterei un link al tuo blog, ok?
ciao
Non ho niente in contrario, ma non chiedermi di scriverne su Facebook :-)
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