lunedì 15 novembre 2010

Cause perse reprise

Ieri ho scritto un post, ma prima di pubblicarlo l'ho cancellato.
L'ho fatto non perché mi fossi ricreduto su quello che avevo scritto, bensì perché ho provato tanta pena e un istintivo moto di solidarietà verso una persona che, in un certo momento della sua vita (o magari da sempre, chissà), si è trovata nella situazione descritta dall'art.85 del Codice Penale:
Nessuno può essere punito per un fatto preveduto dalla legge come reato, se, al momento in cui lo ha commesso non era imputabile.
È imputabile chi ha la capacità d'intendere e di volere.
e pertanto non può esser fatta responsabile delle proprie azioni.
Comunque, se proprio ci tenete a leggere quello che avevo scritto, vi va di lusso: perché qui non solo trovate, praticamente identico, ma lo trovate anche scritto assai meglio, da parte di uno che conosce bene quel lavoro e quell'ambiente e che ha saputo dire le medesime cose con grande lucidità.

2 commenti:

peppe ha detto...

Quando stanotte l'ho letto ho subito pensato al fatto che ti sarebbe piaciuto. Ho visto che ha scatenato discussioni furiose sui socialcosi ma io evito (quando ci riesco) di commentare dalle parti di gente che non conosco e riduce tutto il suo pensiero ad una battuta di due righe. Condivido alcune cose, molte no, credo che abbia mal compreso il gesto. Chi fa una cosa del genere (che io non approvo, sia chiaro) la fa quando ha capito che non c'è altro da fare, deve aver passato un po' di anni d'inferno e non può essere solo la reazione ad un unico episodio, non credo poi possa mai immaginare di riuscire ad ottenere qualcosa per se. Mi sono fatto l'idea che abbia deciso di chiudere con il giornale prima che il giornale lo facesse con Lei e che voleva farlo sapere a tutti con questa azione scriteriata. Faccio fatica a costruire un discorso generale, sulla precarietà, partendo da un caso così personale e "speciale", mi pare inopportuno sparare giudizi su un'intera categoria (ad esempio, i "retaioli frustrati" che non so cosa siano) o scrivere cose del tipo "approfittando di una giurisprudenza che tende a favorire naturalmente le istanze dei lavoratori". Ecco, appunto, i lavoratori, quelli col posto fisso. Gli altri?

m.fisk ha detto...

Ti dico di più: la giurisprudenza "che favorisce le istanze dei lavoratori" non esiste più da almeno quindici-vent'anni, sia per il posto fisso che per il posto precario.
Quanto al creare casi sociali usando il metodo induttivo, non c'è nulla di male a farlo ma bisogna, per l'appunto, farlo: e quindi far sì che nel particolare possano riconoscersi gli aspetti qualificanti del modello generale che andiamo a costruire.
Qui siamo, semplicemente, di fronte a uno sbrocco di una persona, che avrà avuto un esaurimento nervoso per motivi suoi, e ad uno sbrocco di qualche centinaio di persone che non ha voluto pensare prima di cliccare: e con questo materiale di partenza non si può pensare di poter creare un modello di nulla.

 

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