martedì 10 maggio 2011

E poi tiriamo a sorte per decidere chi è lo stronzo che paga il conto

La notizia è un po' vecchiotta, ma vale la pena di riprenderla, dato che il ministro della pubblica amministrazione e dell'innovazione ha tirato fuori dal suo cappellone un'altra favola edificante, quella sul WiFi per tutti nelle scuole: e sappiamo tutti che per la metà del 2012 non avremo nelle scuole un beato cazzo di niente.

Ma non è di questo che voglio parlare, bensì dell'altra sparata mediatica del ministro: quella della lotta all'assenteismo dei dipendenti pubblici. Come ben ricorderete, un paio d'anni fa il ministro stabilì che i dipendenti della P.A. (e in particolare gli insegnanti, vil razza dannata e sfaticata) fossero un branco di lazzaroni truffatori, e che dovessero essere controllati dappresso.
Così stabilì che per qualunque assenza, anche di un solo giorno a fine anno, dovesse essere inviato il medico fiscale.
Al preside del mio vecchio liceo, il Vittorio Veneto, l'altro giorno è arrivato il conto delle visite fiscali richieste in ottemperanza della normativa brunettiana: oltre mille euri. Ed è con gran gioia che ho letto qual è stata la reazione del Preside il quale, lungi dal distogliere un solo euro dei fondi già scarsissimi per il funzionamento dell'Istituto, ha detto che quelle visite se le deve pagare il Ministero, e che comunque lui non ne richiederà più neppure una finché non sarà chiarito che il medico fiscale non deve pesare sul bilancio della scuola.
Anche perché i fondi per le spese di funzionamento vengono pagati dai genitori, che versano un contributo più o meno volontario di 130 euri all'atto dell'iscrizione. Questo significa che la strombazzata campagna di Brunetta in effetti è stata pagata dalle famiglie degli studenti, ai quali questo Governo, guarda un po', è riuscito a mettere le mani in tasca anche in questo modo ultranascosto.
Un sentito ringraziamento al Preside Michele D'Elia: un po' per aver fatto emergere la cosa, ben sapendo che ora sarà messo in croce, e un po' perché con il suo comportamento fa perdurare la storica tradizione di presidi tosti e democratici del Vittorio Veneto (salva la notevole eccezione di D.S.)

6 commenti:

Felipegonzales ha detto...

La scuola pubblica italiana è sempre più mazziata e nello stesso tempo presa per il culo. Spero sempre ci sia un limite e invece constato che esce dal cilindro del governo qualche nuova trovata.

Anonimo ha detto...

Ma dai???? Anche tu al VV? ma allora forse ci conosciamo. comunque per la cronaca D'Elia è tante cose ma democratico proprio no: ha simpatie monarchiche

m.fisk ha detto...

Del fatto che il D'Elia sia monarchico non posso che dispiacermi, mannaggia.
Io sono stato al VV dal '79 all''84 ed ero, come dire, abbastanza noto.
Essendo del '71 tu dovresti essere entrato subito dopo la mia uscita. In quegli anni c'era mia sorella Alessandra, della stessa tua classe di leva. Che sezione eri?

Anonimo ha detto...

dalle cose che hai scritto in passato ti facevo più giovane :-)
io ero nella G, anch'io piuttosto noto, ma i tempi erano diversi.
Di Alessandra (tra quelle "politicizzate" ne ricordo due. E poi ce n'era una nella mia classe.

Comunque se non ti hanno bocciato mai, non ci siamo incrociati (io sono entrato nel 1985)

Anonimo ha detto...

Ho avuto un flash solo ora: non avevo collegato. Se fisk ha a che fare con il cognome, ho capito Alessandra chi.

m.fisk ha detto...

Essì, proprio lei (e di converso proprio io...)

 

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