venerdì 20 maggio 2011

Meno nove

A nove giorni dal ballottaggio milanese questo blog ha deciso di lanciare un servizio di pubblica utilità per coloro che abitano lontano e che non riescono ad appassionarsi a sufficienza a questo evento politico.
Sarebbe facile rammentare che a Milano sono iniziate molte (se non forse tutte) le tendenze politiche italiane, ma non sarebbe un pensiero granché originale, dato che lo dice sempre Paolo Mieli; e poi alla fin fine il napoletano potrebbe sempre dire ecchissenestrafotte?
No, noi non voliamo così alto: ci basta dare al forestiero qualche assaggio del sindaco che ha governato la città per cinque anni, certi che dopo averne assaporato la figura tutti gli italiani (da Vipiteno a Cirò; da Sauze d'Oulx a Ugento; da Aidussina a Triscina) faranno compatti il tifo contro di lei.

Nel video che segue, un primo assaggio dell'innata simpatia della signora Brichetto Arnaboldi in Moratti: un campione del suo squisito afflato umano, della sua capacità di comunicare in modo schietto e diretto, di far apprezzare i propri punti di vista, anche quando risultano differenti da quelli dell'interlocutore.

6 commenti:

La Zitella Acida ha detto...

Ah non c'è la privatizzazione?

Ah cazzo.

Ma allora su cos'è che facciamo il referendum? Sulla scelta del nuovo fornitore di lacca per l'amatissimo nostro sindaco?

Ma inculati.

m.fisk ha detto...

guarda, in effetti sul merito a mio parere la Moratti ci ha anche ragione. E' il metodo quello oggetto del post, e che fa cacare.

Tooby ha detto...

@Zitella acida: Brutte notizie, l'acqua non verrà privatizzata e resterà pubblica qualunque cosa accada con il referendum, come da legge Galli del 1994.

Cosa cambierà a seguito del referendum? Un nulla galattico. Le amministrazioni comunali possono già affidare ai privati la gestione dei servizi pubblici, fra cui l'acqua (giusto per fare qualche esempio, è quasi la regola nel centro Italia, che non è proprio proprio una terra di fascistoidi - Arezzo, Firenze, Ferrara). La legge non fa altro che prevedere che se vuoi far gestire ai privati, devi fare una gara pubblica secondo le regole europee.

E allora a che accidenti serve questo referendum? Casomai dovesse passare, si tornerebbe al far west precedente, in cui le amministrazioni locali, qualora l'avessero desiderato, avrebbero potuto assegnare l'acqua ai privati alla caxxo di cane.

Riassumo: l'acqua (ma anche tutti gli altri servizi pubblici, l'articolo che si vuole abolire non riguarda solo l'acqua) potrà essere affidata in gestione a privati prima, durante e dopo il referendum. Il popolo italiano è chiamato a dire se vuole che ciò avvenga nel far west o in un quadro di regole (scritte male, per carità, ma pur sempre regole).

E do un'altra bella notizia: il comune può e potrà anche decidere di non affidare l'acqua ai privati. Potrà decidere per la gestione in house, spiegando perché (l'articolo successivo della legge, se non ricordo male) oppure affidarsi a una SpA pubblica (come, se mFisk mi conferma, è qui a Milano - MM dovrebbe essere partecipata quasi totalmente dal comune - dove c'è l'acqua meno cara d'Italia).

La chiamano semplificazione, io la chiamo disinformazione.

Ottimo, era una bellissima giornata e io mi ritrovo a difendere la Moratti. Chiedo scusa al padrone di casa, immagino comprenda il mio fastidio per i tribuni che diseducano la plebe.

Tooby ha detto...

@mfisk: Chiedo scusa, ho letto solo dopo il tuo commento.

m.fisk ha detto...

@tooby - non è neppure esattamente come dici tu, però. La norma impone di affidare la gestione dell'acqua ad un gestore privato, consentendo che il gestore sia pubblico solo "per situazioni eccezionali che, a causa di peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e
geomorfologiche del contesto territoriale di riferimento, non permettono un efficace e utile ricorso al mercato"
.
Quindi (ed è questa la principale mia ragione per la quale, ove votassi, voterei sì) il comune di Milano non può decidere di non privatizzare, dato che escluderei possa trovarsi in quel tipo di situazione pensata per realtà molto diverse (chessò, territorio montagnoso con forte dispersione delle utenze, e via discorrendo)

Anonimo ha detto...

@mfisk: va detto che la legge è scritta male (per dire, leggendo il comma 5, si capisce che la gestione *può*, non *deve* essere affidata a privati; la lettera a) del comma 1 parla genericamente di società, ma non specifica debbano essere private, solo che deve essere scelta per evidenza pubblica e rispettando i principi elencati dalla stessa lettera).

Detto questo, converrai che quel comma, specie come modificato dalla 166/09 può voler dire qualunque cosa: alla fine sarà l'AGCM a stabilire se la gestione in house risponde al regolamento che il Governo dovrà emanare in base al comma 10 della legge stessa (che molto probabilmente, riprenderà i principi di cui sopra). Non discuto che l'affidamento a gare ad evidenza pubblica sarà la regola, ma neppure che la gestione in house sparirà come nulla.

Il consiglio comunale di Milano, intanto, ha già deciso nel maggio 2010 e all'unanimità di disporre quanto necessario per dare continuità alla gestione corrente.

 

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