venerdì 5 dicembre 2008

Province

Gian Antonio Stella oggi sul Corrierone perla, nel suo modo suggestivo (potrei anche dire subdolamente suggestivo, anche se non come Travaglio) dell'abolizione delle province, promessa elettorale presto rimangiata.

Nei commenti a un post poco sotto avevo dato conto agli affezionati lettori di come, circa venti secondi dopo aver sostenuto l'esame di diritto amministrativo, avessi completamente scordato il migliaio e mezzo di noioserrime pagine del Sandulli.
In effetti non è proprio così: qualcosa mi è rimasto attaccato nella memoria proprio riguardo alle province.
Non prendetemi in parola perché si tratta di roba di più di vent'anni fa, ma ricordo distintamente che alla fin fine l'unica autonomia normativa che avevano le province era in materia di transito di greggi e armenti. C'era poi un qualcosa in tema di viabilità e segnaletica stradale, e anche qualche cosina di edlizia scolastica, ma solo per certe scuole.
Insomma, non credo proprio che ci perderemmo granché, cancellandole con un tratto di penna.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ma sono state per anni il luogo dove imbucare raccomandati, che più son diventati pensionati baby. Ho un conoscente che ci lavora e non ho ancora ben capito cosa faccia e ora Brunetta l'ha chiuso dentro con i tornelli

 

legalese
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