Un veloce occhio al calendario appeso dietro di voi vi permetterà di apprezzare che il mese di giugno, e con esso il semestre solare, sono prossimi alla conclusione.
Tempo di semestrali, di verifica di budget, di preoccupazioni per i direttori generali.
Le chiusure delle semestrali (e ancor più dei bilanci annuali, ovviamente) richiamano le operazioni intricate, come la primavera le rondini.
Il tenutario lunedì se ne va a Berlino, dove conta di mangiare qualcosa del tipo Grande zampone di maiale in salamoia alla berlinese (ca. 1000 g) adagiato su crauti cotti al vino, con purè di piselli cetrioli sottaceto e senape oppure Arrosto di cinghiale all'agro in una salsa ai mirtilli con cavolo rosso alle mele e gnocchi di porri e pancetta.
Da mercoledì a venerdì sarà a Roma, dove ha un tavolo riservato per pranzo al Cantuccio in Via dei Lincei, qui già precedentemente lodato (e che gli resta assai comodo dal punto di vista logistico); mentre per la sera vi sono varie possibilità tutte da vagliare.
La settimana successiva egli dovrebbe essere a Palermo, ove colpevolmente non si è mai recato in vita sua, e dove desidererebbe mantenersi all'altezza di questo programma. Chi lo consiglia?
mercoledì 10 giugno 2009
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11 commenti:
Io di Palermo ricordo i cannoli da Santoro, vicino al Palazzo dei Normanni. E poi un pranzo con pasta alle sarde, sarde a beccafico e millanta strepitosi antipasti: ma non mi ricordo come si chiamava il posto. Ma posso informarmi. E lo farò presto, infatti, prestissimo.
Mi aveva colpito l'Antica focacceria San Francesco, mi ci portò un amico palermitano. Tavoli all'aperto sulla fascinosa piazza e cibo da strada di qualità. Ho scoperto però che c'ha un sito piuttosto scicchettoso e l'attività si è allargata, non vorrei avesse perso troppa anima. Le arancine al burro, che delizia. Per Roma mi sembra tu abbia le idee già chiare, ma se ti serve un consiglio chiedi pure.
Mog
Basti dire che l'operazione dello scorso inverno era denominata "Trilussa", mentre a questa abbiamo attribuito il nome di "Sora Lella".
E' la stagione più che altro che non conosco bene: cosa propone la cucina romana d'estate?
La cucina romana tipica è decisamente poco estiva, dà il meglio di sé d'inverno. Passato anche il periodo delle verdurine primaverili mi vengono in mente la pasta e ceci fredda e i tonnarelli con ricotta, erbe aromatiche e pomodori che fanno da Felice a Testaccio (un ottimo indirizzo tra l'altro). Visto che parli della sora Lella, lì vicino, al ghetto in piazza Costaguti, c'è un forno che fa una torta di ricotta e visciole sublime, se fai una passeggiata da quelle parti vale una sosta.
Felice a Testaccio era già in testa nella mia prima selezione ;-)))
Non ho presente Piazza Costaguti, ma è proprio dietro la sora Margherita, no? un forno che fa angolo.
Ancora non sono riuscito a recuperare il nome del ristorantino di Palermo: comunque so per certo che è in Piazza Bologni, pieno centro, sul lato Nord della piazza. Poche pretese estetiche, grande qualità
Poi, ovviamente, non puoi mancare l'appuntamento con la Vucciria: e assaggiare Pane e panelle, Pane c'à meusa (milza) se ti piacciono le interiora, e lo "sfinciuni", mitico polpettone palermitano che mangiano a colazione i muratori. E che è parecchio pesante, ti avverto.
Cerco altre notizie nella memoria, nel frattempo.
Le interiora sono una delle poche cose che proprio non posso mangiare: come le ostriche per certuni altri.
Bravissimo, proprio quello, a due passi dal portico d'Ottavia. Mi sa che ne sai un bel po' :-)
Non ho consigli alimentari, ma a Palermo non devi mancare l'orto botanico. Magari, se lo trovi prima di partire, leggiti il romanzo di Piazzese che lì si svolge
Morgaine
Ringrazio sentitamente tutti coloro che si sono prodigati per consigliarmi, ma stavolta il venditore di tappeti ha mostrato le palle (vero è che le semestrali si aggiustano molto più agevolmente dei bilanci annuali).
A questo punto è probabile che l'operazione "Sora Lella" si farà a dicembre, il che dal punto di vista delle abitudini culinarie romane non è per niente male.
E anche Palermo, d'inverno, dev'essere un paradiso, per uno che arriva da Milano.
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