martedì 30 giugno 2009

Luca Ricolfi


Questo messaggio può apparire un po' criptico: è una battuta per un amico.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Allora, facciamo così: mettiamo un link all'articolo di LRe vediamo che succede.-

m.fisk ha detto...

Sei un concentrato di perfidia. Neppur io ho voluto infierire così tanto.

.mau. ha detto...

ma perché ve la prendete con l'unica cosa corretta che LR aveva scritto?
Controllate qua (per i dati di questi mesi) e qua (per quelli della prima metà del 2008). Fino a luglio 2008 l'inflazione calcolata mese-su-mese cresceva abbastanza; poi è andata in negativo; adesso è di nuovo in positivo (anche se piccolo).

m.fisk ha detto...

@.mau.: il fatto è che se parliamo di inflazione, l'economia non è come la matematica: il livello fisiologico di inflazione necessaria per il funzionamento dell'economia è positivo, mentre il raggiungimento dello zero o addirittura di livelli negativi è un sintomo molto grave.
C'è quindi da ringraziare il cielo, e non da preoccuparsi, per il fatto che ci sia ancora un indice sia pur minimamente positivo (se poi guardi le pagine di Milano di Repubblica di oggi, c'è tutto un pippone al riguardo).

.mau. ha detto...

@mfisk: non è così semplice.
Negli anni '60, ad esempio, si parlava di un 3% di inflazione annua come livello ottimale, cosa che se ti sente la BCE adesso ti appende al pennone più alto - se non sbaglio, Maastricht impone un'inflazione sotto il 3%.
Inoltre l'inflazione è come i polli di Trilussa: un singolo numero non permette di fare chissà quali conti. Il paniere dell'inflazione comprende almeno due tipi fondamentali di beni e servizi: quelli di tutti i giorni e quelli che stanno diventando usuali. Questi ultimi avranno in genere una diminuzione di prezzo, man mano che dagli early adopter si passa al grande pubblico. Quindi se vuoi lasciare un'inflazione positiva in un momento di espansione significa che le cose più usuali possono aumentare anche di parecchio, e non mi pare una cosa buona.

m.fisk ha detto...

Non è così semplice, siamo d'accordo; anche perché come in politica, e a differenza che in matematica, non ci sono verità dimostrabili, e il livello di inflazione buono per la BCE è notevolmente inferiore a quello auspicabile per un keynesiano.
Comunque, prendendo la cosa da un lato un po' diverso, converrai che se si parla di 0,5% o 1% il potere d'acquisto (sempre visto come medione) non viene sostanzialmente alterato.

.mau. ha detto...

sì, l'1% lascia tutto praticamente invariato.

 

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