Solo i cretini e le persone in malafede non cambiano mai idea e continano a ripetere come un disco rotto gli stessi pensieri.
Riguardo all'UAAR, ho già espresso nei post precedenti dapprima le mie idee su quanto io reputi illogico, da un punto di vista filosofico, propagandare l'inesistenza di un Dio, e successivamente la mia stima e riconoscimento verso l'organizzazione, che ha con il suo comportamento dimostrato con i fatti una volta di più quanto questo Stato sia tuttora sottomesso alla Chiesa.
Quanto alla campagna per lo sbattezzamento, altro suo punto di forza, l'ho sempre considerata una solenne sciocchezza. A qual fine muovere un solo dito per far sì che un'organizzazione che non si riconosce non ci riconosca?
Io sono stato battezzato, per conformismo, e da decine d'anni non ho più alcuna relazione con la Chiesa cattolica. Non chiedo niente a lei e pretendo che lei non chieda nulla a me; questo però non significa che senta il bisogno di fare qualcosa per farmi sentire come estraneo. E' un po' come la tessera di Blockbuster: non ci vado da lustri, ma non mi sono mai sognato di andare a restituirla e a farmi cancellare: semplicemente mi sono dimenticato di loro. Ecco, la stessa cosa io la considero riguardo al mio status di battezzato.
Fino ad oggi.
Perché oggi su Repubblica, quella di carta (e anche sulla Busiarda: grazie Ipazia), c'è un servizio sul Cardinale di Torino, tale sig. Severino Poletto, il quale ha ammonito gli amministratori della sua città e dei comuni circonvicini affinché badino a che "a fianco dei campanili non sorgano i minareti delle moschee". Il presule, bontà sua, aggiunge che chiunque ha diritto di avere luoghi in cui pregare, ma "un conto è trovare dei saloni, altro è renderli visibili nel panorama delle nostre città facendo sorgere i minareti di fianco ai campanili".
L'articolista, stranamente lucido considerato il giornale su cui scrive, si chiede come mai, se campanili e minareti convivono in molte città del mondo, a Torino ciò non dovrebbe accadere; ed ecco la risposta del prelato: "a Torino l'85% della popolazione è battezzata".
Ecco: se io abitassi a Torino, quel signore avrebbe parlato in mia vece, esprimendo per il solo fatto del mio battesimo una convinzione che non mi sfiora minimamente. In un paese normale, dovrebbero essere le istituzioni che udivano il discorso, e la stampa che ne riferisce, a spiegare al canuto chierico che egli non ha alcun diritto di esprimere il presunto pensiero di altri che non gli hanno dato alcun mandato in tal senso, né gli hanno minimamente comunicato le proprie idee.
Ma questo non è un paese normale; e anzi i segni di questi tempi dimostrano che anche quel poco di normalità conquistata nel corso degli scorsi decenni sta rapidamente scemando.
E quindi ormai anche lo sbattezzamento acquista, purtroppo, un senso di civiltà che speravamo non dovesse avere.
domenica 18 gennaio 2009
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3 commenti:
E' quel vado sostenendo da anni. Tempo fa mi sono anche informata su come fare. Non è difficile ma un po' lungo e, temo, fastidioso.
Come dicevo in un mio precedente commento, è inaccettabile che la chiesa continui ad influenzare la nostra vita quotidiana anche con la scusa di un battesimo generalizzato, formale e stupido. E loro sanno benissimo come stanno le cose.
Già alla fine si trova un senso per tutto. Signori miei, mi chiedo dove andremo a finire se qualche monsignore continua radicalizzare lo scontro?
Tremo sinceramente all'idea di un Fondamentalismo Ateo. :-)
Quello che dici sullo sbattezzo non è esatto. Prima di tutto non chiedi alla Chiesa di non riconoscerti, sei tu che non riconoscendoti nella Chiesa chiedi ad essa di eseguire quanto prevede una legge italiana ( lo sbattezzo si basa sulla legge sulla privacy e non sul diritto canonico). Cercate per un attimo di comprendere quale è il portato culturale di questo? Si scardina l'onnipotenza della Chiesa e la si fa sottostare alla legge italiana. Peccato che veniamo tacciati per fondamentalisti da chi preferisce trincerarsi in una logica qualunquista....
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