domenica 17 maggio 2009

Privacy e notizie: che cosa ne pensate?

C'è un post di Gilioli, che ha lo stesso titolo di questo mio, nel quale il giornalista dell'Espresso si chiede, a mio parere giustamente, se sia "notiziabile" un'eventuale testimonianza di incontri del PresConsMin con donne maggiorenni e consenzienti.
La domanda è tutt'altro che peregrina: infatti il caso di Noemi Letizia è assurto agli onori delle cronache perchè tra le varie ipotesi che si sono fatte vi è anche la possibilità che il premier avesse commesso atti sessuali o di libidine con una minorenne; il che sarebbe un fatto grave (e rammentavo che costituisse anzi reato; ma rileggendo il codice penale mi sembra proprio che ciò non sia vero).
Ma pur ammettendo (e anzi, in fondo in fondo ritenendolo probabile) che Silvio Berlusconi non abbia toccato la signorima Noemi Letizia, ciononostante credo che l'opinione pubblica il diritto di essere informata ce l'abbia: sia in quanto abbiamo almeno un Ministro della Repubblica che sembra abbia conquistato il posto grazie a favori di genere prvato (e ciò, se provato, costituirebbe un vulnus al sistema democratico a prescindere dalla competenza o meno del ministro stesso), sia in quanto la stessa Noemi, probabilmente caduta in una trappola, sospinta dalla sua stessa ingenuità e da un giornalista che sapeva il proprio mestiere, si è lasciata sfuggire l'ambizione ad un seggio alla Camera: ambizione ancor più grave in un sistema elettorale come il nostro, nel quale la scelta dei rappresentanti non compete agli elettori bensì ai partiti.

Ciò detto, torniamo alla domanda di Gilioli: se il PresConsMin andasse a letto con una donna maggiorenne e consenziente, questi sarebbero fatti loro o anche nostri?
Riporto la risposta che ho lasciato nei suoi commenti, dato che l'argomento mi sembra di interesse generale.
Se un politico (sposato o meno) frequenta altre donne (sposate o meno) sono, in linea di massima, fatti suoi e della sua signora.
Se però lo stesso politico organizza i Family day e si pone quale paladino della famiglia tradizionale e contro le relazioni “irregolari”, allora credo sia dovere degli organi di informazione quello di informare.
Per fare un esempio uguale e contrario, immaginiamo un politico il quale, da imprenditore, tenga un atteggiamento di contrasto al sindacato, ma formalmente entro il limite della legalità: credo che se questi fosse di destra, la stampa potrebbe e forse dovrebbe ignorarlo; ma se fosse di sinistra sarebbe doveroso darne notizia.

Voi che ne pensate?

4 commenti:

Anonimo ha detto...

oh yes.
E' esattamente quello che penso anch'io. E ho anche la crescente impressione che questa faccenda stia nuocendo al premier molto di più di quanto lui abbia fatto credere.

m.fisk ha detto...

Guarda, secondo me quesa faccenda sta nuocendo moltissimo, ma non nel senso che comunemente si crede.
Il PresConsMin non solo ha tante televisioni, ma inoltre è un animale da palcoscenico e uno Zelig capace di cogliere immediatamente l'umore del Paese e comportarsi come la massa desidera che si comporti. Questa vicenda credo che non gli porterà via un solo voto che già non fosse suo; magari radicalizzerà i suoi oppositori, ma quelli non avrebbero comunque mai cambiato idea.
No: il punto è che credo che gli costerà moltissimo sul piano personale. SB è un uomo noto per voler avere il controllo su tutto ciò che gli sta intorno, e in ispecie su tutti. Un controllo basato sul piacere a tutti, non sull'essere temuto. SB è -forse- una persona molto insicura che ricerca nella continua gratificazione del successo l'affermazione di sé; e da qui l'Unto del Signore, le donne; gli amici presentabili e meno.
Essere piantato a 72 anni dalla moglie, e male: credo che questo sia un colpo tremendo. Abbozza, certo: ma credo che dentro roda.

Felice ha detto...

sulla configurabilità del reato: non credi che, se ci fossero stati atti sessuali a fronte di denaro, gioielli, regali, ma anche provini e altre opportunità di lavoro, potrebbe ricorrere l'ipotesi del 600 bis comma 2 cp?

ciao

m.fisk ha detto...

@felice: direi proprio di sì, ma -fermo restando che non sono un penalista e qindi parlo a vanvera- mi sembra uno di quei reati a prova diabolica, se non commesso nei confronti di una ragazza sul marciapiede. Come si fa a dimostrare che il gioiello (o il provino) è il corrispettivo di una prestazione e non un semplice gesto d'amicizia e affetto?
Con il danaro sarebbe tutto molto più semplice; ma il gioiello mi sembra abbastanza sicuro: specie considerando che il valore, notevole, è comunque proporzionato ai mezzi del donatore.

 

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