venerdì 1 maggio 2009

Quanto amo quest'uomo!

Sempre lui, quello che scrive sul Foglio.
A forza di rifletterci, però, ho capito che almeno su una cosa sono io che sbaglio, perché parlare di coming out referendario di Berlusconi è scorretto. Semmai, si dovrebbe parlare di coming out berlusconiano dei referendari. Una differenza non da poco, che la dice lunga sull’antico rapporto siamese tra sinistra italiana e quel vasto arcipelago composto di veltroniani, prodiani, professori e profeti della “società civile” che da anni dettano la linea dalle colonne di Repubblica, dai salotti televisivi perbene, e da tante altre parti. Un rapporto (e un coming out) che mi pare perfettamente esemplificato da questa vignetta, che pesco dall’altra parte dell’oceano, e cioè da quell’America Latina verso cui ci stiamo rapidamente incamminando.
Per la vignetta, andate al post originale.
Professori, "società civile". Gente come Michele Salvati, Tito Boeri, Salvatore Bragantini. Gente che non ha mai saputo cosa sia un rosso sul conto corrente; che non ha idea dell'imbarazzo a telefonare all'amministratore del condominio per dirgli che le spese le pagherai a giugno.
Mon che ci sia nulla di male ad esser ricchi; e pure ad esser ricchi di sinistra, come insegnava Galbraith. Ma quella supponenza; quel "zitto tu che ti insegno a vivere"; quello sguardo da "non sei degno di baciarmi le scarpe"; quell'"io so' professore e tu nun sei un cazzo": ecco, è questo l'insopportabile.

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