Totentanz racconta una sua piccola disavventura con il metrò di Francoforte, e di come l'efficienza tedesca risolva certe situazioni.
Ieri e l'altro ieri a Milano pioveva, e quindi ho dovuto prendere il metrò per andare al lavoro. Per dare un'idea della frequenza con la quale me ne servo, considerate che l'altro ieri ho utilizzato l'ultima corsa del "carnet" (vale a dire un biglietto valido dieci corse), il cui primo viaggio era stato timbrato il 14 luglio.
Su quattro corse, due andate e due ritorni, due si sono svolte in condizioni tutto sommato umane (vale a dire stipato come un pesce in barile); una si è svolta in condizioni umane solo dopo aver fatto passare tre treni non quali non era umanamente possibile salire, e una mi ha visto salire sul convoglio ed aspettare una dozzina di minuti prima della sua partenza; alla stazione di San Babila verso le 18:30: chi ha i necessari riferimenti spazio-temporali potrà ben capire come si sia svolto il viaggio.
Non mi stupisco tanto del fatto che ci sia così tanta gente che accetta di passare ogni giorno della settimana un paio di mezz'orette in queste condizioni (per non dire poi dei pendolari: ma in fondo loro se lo sono scelti di star fuori città, e indiscutibilmente godono di una serie di vantaggi che ripagano dello stress del viaggio mattutino e serotino): anch'io l'ho fatto per tanti anni e non mi lamentavo.
Mi rendo però conto che oggi anche un solo giorno di utilizzo del mezzo pubblico mi comporta una grande dose di stress, tanto che quanto la notte sento la pioggia tamburellare fuori dalla finestra provo angoscia per il successivo risveglio: e mi chiedo se sia io ad essere cambiato, in questi ultimi tre-quattro anni, abbassando di molto l'asticella del mio livello di sopportazione; o se sia anche il servizio pubblico molto peggiorato rispetto a prima.
venerdì 23 ottobre 2009
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2 commenti:
Io, col servizio pubblico, una volta son dovuta tornare a casa a piedi. Due ore sotto la neve, no joke.
Per dire.
credo che il problema sia che il numero di passeggeri è aumentato di molto, quello delle corse se va bene è rimasto costante. Ci si muove troppo.
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