Stavo cercando un'altra cosa e ho trovato questo video che ha per protagonisti Emilio Fede, giornalista di lungo corso, e tale Piero Ricca, che si autodefinisce giornalista.
Rammento quando incontrai Emilio Fede: era il 1990, l'università era occupata dalla "Pantera", e io ero uno stimato membro della commissione Bar di Scienze Politiche.
Quella sera c'era al Circolo De Amicis un convegno con il ministro Ruberti, autore dell'omonima riforma che aveva dato il via alla protesta. Via De Amicis era completamente transennata, noi che manifestavamo eravamo all'imbocco della via, verso Via Correnti.
A un tratto, visto che la cosa diventava noiosa e faceva anche freschino, io e K. che eravamo pure vestiti decorosamente, ci dicemmo: - "andiamo a vedere dentro", e come niente fosse passammo le transenne, come due convenuti, ed entrammo nel circolo.
Lì trovammo Bobo Craxi, che era amico d'infanzia di K., e con il quale per anni mi sono cordialmente salutato, ogni volta che casualmente ci incontravamo (per molti anni io e K. eravamo inseparabili, e Milano come ben sa chi ci abita è una città minuscola, per cui trovare Bobo al Magenta era tutt'altro che infrequente).
Nel salone del circolo noi tre cominciammo a parlare: non ricordo se di calcio e figa o di figa e calcio: certo non del convegno o di politica. Ad un tratto arrivò Emilio Fede: piccolo, sudato, fegatoso. Sfoggiò il migliore dei suoi sorrisi, giallastro, e chiese, suadente e un po' in falsetto: - "Scusa Bobo, posso disturbarti un secondo per farti qualche domanda?".
Bobo si girò, con degnazione, guardandolo dall'alto al basso dei suoi venti centimetri di maggiore altezza, e con tono gelido gli fece: - "Emilio, sto parlando di cose importanti con queste persone". Fede tornò alla carica, ancor più umile e servile, e Bobo lo respinse ancor più sgarbatamente, finche il molesto dovette ritirarsi.
Rammento distintamente la faccia di Fede, allo stesso tempo umile e grata; e rammento perfettamente lo sguardo che ci lanciò: un po' di disappunto per l'occasione mancata e un po' di timore reverenziale per chi stava approcciando amichevolmente il Potente, da pari a pari, sghignazzando come si fa tra uomini e uomini e come certo mai si può fare tra uomini e servi.
Ecco: da allora ogni volta che vedo Emilio Fede rammento quella scena, e lo considero poco meno di una simpatica macchietta. Vedere questo video stasera, per la prima volta, me l'ha fatto sembrare umano; e mi ha fatto essere schierato dalla sua parte.
martedì 13 ottobre 2009
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8 commenti:
immagino lo sguardo: di uno che l'ha preso nel c... e ti ringrazia per la tua bontà.
ma lasciando perdere fede, senti... alla dodicesima riga, non potevi dire donne e calcio, calcio e donne? perché così come la dici mi fa una brutta impressione... sarà che ultimamente noi donne siamo un po' alterate a prescindere, ma la storiella di tuo figlio e delle foto sporcaccione mi fa ridere. questa no. e non ti porterei le arance a san vittore se ti arrestassero per aver scritto calcio e figa, avvicinandoli due volte nella stessa riga. ammesso e non concesso che possa essere considerato un reato.
con affetto, perché di solito scrivi cose interessantissime.
lucia
Vedi, Lucia cara: tre maschi quarantenni che si incontrano senza conoscersi troppo bene possono parlare di calcio e donne, ma non è detto.
Tre ventenni che si incontrano abitualmente al bar non parlano mai di donne, bensì di figa.
Non è un errore, è non è una sfumatura: sono proprio cose diverse.
Ecco, delle volte mi sento strano... Tipo quando leggo "la storiella... delle foto sporcaccione mi fa ridere": a me ha angosciato, perché dietro un'apparente buffonata nasconde una narrazione che può diventare reale ogni minuto.
O tipo quando leggo che "figa" possa essere confuso con "donna".
A me verrebbe da spiegare a tutte le barricadere - e non - una volta per tutte, che i maschi che potrebbero compiere quella sostituzione sono i più pericolosi. E sono quelli che continuano a commissionare/produrre/guardare gli innocui spot tipo "lava più bianco".
Però sono io quello strano; per fortuna che esistono blog strani, altrimenti mi rimarrebbero da leggere soltanto quotidiani insulsi.
dago
Hai ragioni da vendere, Dago; tieni però presente che Lucia scriveva a notte fonda e leggendo forse frettolosamente non ha capito il senso della frase.
Mi chiedo se sia un caso isolato: nel senso che per un maschio è ovvia e banale la differenza tra "parlare di donne" e "parlare di figa": e ho dato per scontato che sia così anche per una femmina; ma ma può essere che invece per loro sia molto più difficile da cogliere???
In parte giustifico la difficoltà a cogliere questo aspetto perché da (per) molto tempo sono (state) la parte debole del discorso, sia che si parlasse di donna o di figa.
Trovo perà che il femminismo abbia perso molto tempo a parlare di fregnacce (es. quote rosa e braccialetti elettronici) invece di insegnare alle donne a lasciar morire soli e senza prole un certo tipo di maschi.
Risultato: 3 consiglieri comunali su 10 sono donne e gli altri 7 le trattano come "figa".
dago
PS: ovviamente è una piccola parte del discorso, ma volevo riassumere.
ti confesso, caro mfisk, che ieri notte non mi sono addormentata tranquillamente, pensando a quello che ti avevo scritto. hai ragione, d'impulso e a notte fonda, quindi senza riflettere e senza magari lasciar correre. avevo anche dei dubbi sulla mia interpretazione e avevo colto giusto: la sfumatura della quale parli l'avevo capita. poi, sei a casa tua e puoi dire quel che ti pare, cosa mi metto io a fare discorsi da vetero femminista, anzi da barricadera? ma, ecco... la brutta impressione resta, mi dispiace, e non mi fa l'effetto della storiella delle foto. che per quanto terribile e suscettibile di sviluppi tremendi (che mi auguro non ci saranno mai ee in caso testimonierei a tuo favore) era una storiella, di quelle che capitano frequentemente a chi ha figli.
calcio e figa ha una connotazione tremenda: da una parte riduce la donna a (non la confonde con) quello e basta, dall'altra la accomuna a uno stupido sport. capisco la differenza tra parlare di donne e parlare di fighe. è proprio perché la capisco che mi fa un po' specie... forse perchè mi (ci) capita di rado di parlare di cazzi.
Lucia, te ne prego: cerca di entrare nel racconto.
Stiamo parlando del 1990.
Stiamo parlando di me e di Bobo Craxi che parlano di figa, di Fede che si avvicina e di Bobo che gli dice: - «Emilio, sto parlando di cose importanti con queste persone».
E' una cosa da ridere, non una cosa seria!
occhèi, occhèi... ti voglio bene lo stesso e ti rinnovo l'invito a cena (senza bobo, please...). esprimevo solo un mio disagio. forse troppo a notte fonda e forse troppo di pancia. sorry. ogni tanto mi capita e non mi so trattenere. poi, generalmente, mi pento.
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