sabato 6 giugno 2009

Aria gravosa e morta

Tonino ha fatto una serie di considerazioni sul mio post con il quale comunicavo l'andata in montagna e, per essa, il mio disertare i seggi elettorali a questa tornata.
Date le condizioni meteorologiche non sono andato ai monti, bensì al cinema; e approfitto per rispondere alle osservazioni, che sono molto interessanti. In corsivo i commenti di Tonino.
Quella che tra due contendenti indistinguibili è meglio scegliere l'avversario manifesto perché lo si combatte meglio è una massima arguta e di successo. Quello che debbo registrare è che in diversi anni di politica meneghina all'atto pratico non si è mai dimostrata vera, almeno nella sua seconda parte. Altro che lotte, nel tempo ci si è fatti brutti, sporchi e rassegnati che è una bellezza.
Ciò che dici è in parte vero: mi riferisco alla parte in cui dici che siamo divenuti brutti, sporchi e rassegnati (soprattutto rassegnati). Credo però che, seppur il centrosinistrame milanese abbia propinato candidati sindaci impresentabili, quali il mai abbastanza vituperato Aldo Fumagalli (per non dir di Diego Masi in regione), ciononostante rispetto a Formentini, Albertini e Moratti quasi tutti sono stati una scelta migliore, o perlomeno meno peggio, dell'avversario: votabili seppur con naso tappato.
Penati no, è diverso: un fascioleghista che ha come unica visione strategica l'utilizzo della Provincia come comitato d'affari, l'agevolazione delle iniziative speculative degli amici sul territorio provinciale e la ricerca del consenso tramite l'appello ai più bassi istinti autoritari e razzisti. Podestà forse non è meglio solo perché dichiaratamente avversario: tempo che sia meglio a prescindere.

[Il Parlamento europeo] ha (1) una competenza e un ruolo limitato e (2) è vero che viene da noi sfruttato secondo logiche nazionali e per parcheggiare personale politico.
Al primo punto risponderei che l'Unione è tra una fase comatosa e l'altra comunque una realtà fatta e ciò che esprime in positivo è anche merito della presenza del parlamento al suo interno; mentre per ciò che si giudica in negativo non si può intervenire senza far leva ancora sul parlamento. Una quadratura un po' paracula ma penso piuttosto vera.
Al secondo dico che le secche acquitrinose della nostra politica non possono essere una ragione per rassegnarsi a queste stesse secche: sarebbe una fonte circolare che si autoalimenta. Il voto europeo va visto come un'opportunità di uscire dal nostro clima asfittico e mortificato, di guardare un po' oltre l'orizzonte nonostante le candidature pilotate e ciò che sottintendono.

La mia opinione (personalissima e senza supporto documentato: prendila come se fossimo al bar) è che il Parlamento europeo sia stato costituito solo in quanto dopo l'adesione del Regno Unito non sarebbe stato possibile altrimenti possibile per la CE avere un bilancio autonomo e amministrare risorse economiche (cioè tasse): ciò per effetto del principio no taxation without representation, fondamentale per gli anglosassoni; e difatti il Parlamento europeo non è un organo politico: la politica la fa la Commissione, che è emanazione dei Governi.
Quanto al fatto che il voto europeo sia l'opportunità di guardare al di là dell'orizzonte, mi sembra una petizione di principio: votare insieme ad altri 26 paesi può essere un'occasione di questo tipo: ma dipende non solo da con chi si voti, ma anche per cosa. A me, questo cosa non convince.

Suzuki-maruti: oddio chiedere a Enrico se bisogna pensare male delle sinistre minoritarie è come chiedere al pesciarolo se il pesce è veramente fresco... Cioè al di là del merito mi sembra che anche in questo caso cerchi un po' l'opinione che ti confermi nella sensazione di non avere scelte accettabili. Credo che nello stesso pezzo sottolinei che per come sono fatte queste elezioni, per lo scopo e il senso che hanno vale la pena di votare la persona più che la lista pensando a quello che si ritiene potrebbe fare nel caso di elezioni e mi sembra un ragionamento abbastanza condivisibile.
Sono d'accordo sulla prima parte: e infatti la frase incriminata non ha fatto che chiarirmi meglio un'idea che già frullava in testa, in particolare sull'eterogeneità della compagine di S&L, che oltretutto ricomprende i Verdi, la cui presenza non è a mio parere secondario motivo nella batosta di Sinistra arcobaleno.

Vediamo al punto relativo al "votare la persona e non la lista", che ho gia affrontato nel precedente post, e che è una posizione molto diffusa, condivisa oltre che da Tonino e Mantellini e migliaia di altri, anche da una persona con la quale per solito sono d'accordo anche sulle virgole, come Scorfano, che difatti ha espresso anche lui un commento lucido.
La mia opinione è che si tratti di una posizione sbagliata, e ne spiego le ragioni.
Se stessimo parlando di un'istituzione che ha potere, e i cui membri hanno quindi potere, sarei d'accordo con voi.
Ma se l'istituzione eletta non ha alcun potere, anche gli eletti non servono a granché se non a far presenza nei Gruppi e in aula, e smuovere un po' di carte. E allora cosa rimane, di tutta quest'elezione? Rimane, come Tonino stesso diceva poc'anzi, l'effetto delle elezioni sulla politica nazionale: vale a dire che queste elezioni sono un test per vedere come si posizione l'opinione di ciascun Paese.
Sappiamo bene che in Italia, per la situazione politica di questi mesi, la ricaduta nazionale delle elezioni europee è molto ma molto più intensa che altrove.
E quindi che cosa rimane, alla fin fine, del voto al mitico Scalfarotto o alla brillante Serracchiani? Non tanto la persona che siederà a Strasburgo a far poco (sempre meglio loro che altri, per carità, ma sempre poco faranno): no, rimarrà il voto per il PD che essi procureranno al partito nelle cui fila si presentano.
In altre parole: è Scalfarotto che fa un favore al PD procurandogli voti per mezzo di chi crede in lui, e non viceversa: ad urne chiuse, chi si avvantaggerà del voto a Scalfarotto sarà solo e unicamente Franceschini (e Scalfarotto, ovviamente, che prenderà un bello stipendio; ma credo sia uno dei pochi a cui ciò importa poco).

7 commenti:

Giacomo Cariello ha detto...

Ragionando sulla questione dell'utilità del voto alle europee, mi sono posto la seguente domanda: "Cosa conosci, realmente, delle attività del Parlamento Europeo?". A parte la vicenda di Berlusconi che diede del Kapò a Schultz, mi viene in mente che un po' di tempo fa una serie di voti del Parlamento Europeo posero una serie di veti alle reiterate proposte della Commissione Europea di introdurre i brevetti sul software sotto varie forme.
Forse per molti sarà poco, sarà troppo poco, ma visto che non mi costa nulla andare a esprimere il nome di qualcuno che su una cosa del genere non faccia cazzate, per me è un motivo più che sufficiente per andare a votare.

bakelili ha detto...

"libertàààà è paartecipaziooooneeeeee".

per quel che può interessare, ieri mi sono fiondata alle urne, trascinadomi dietro bimbetta che, dentro la cabina, parlottava: "perché due schede? perché due colori diversi? perché una più grande e l'altra più piccola?".

Ragazzi, non solo non costa nulla, ma il diritto al voto noi femminucce ce lo siamo sudate e conquistate pochi decenni fa. usiamolo, perdinci.

Anonimo ha detto...

Non so quanto sia realistico, ma penso che la situazione possa essere letta anche dalla prospettiva opposta. Un buon numero di preferenze espresse per Scalfarotto, all'interno della lista del Pd, potrebbe contribuire a spostare un po' di peso dalla parte sua e di altri e toglierne un po' alla parte che ha finora governato il Pd. In vista del congresso di ottobre-novembre sarebbe già un risultato. Ed è in fondo una delle poche speranze che ha in Italia chi non si riconosce in Berlusconi: far crescere una nuova generazione di politici di sinistra(nuova non in senso anagrafico, ovviamente) che sappia proporre qualcosa di nuovo al paese. Anche perché la sinistra di oggi, lo hai già scritto anche tu, mi pare, in c nota a un post di .mau., non sta proponendo proprio niente.

dyanna ha detto...

Mi piace il tuo blog.I l 'attesa per il nuovo post.

m.fisk ha detto...

Multumesc, me fericit.

Tonino ha detto...

Diego Masi? aarrgh mi tocca fare un rito propiziatorio dopo questa evocazione. Ma anche Fumagalli non scherza. Potrebbe esistere qualche setta esoterica che si riunisce in adorazione dei candidati trombati e inflitti all'elettorato milanese, sono sicuro che sarebbe dotata di un altissimo potenziale energetico occulto.
Grazie delle risposte per il momento.

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e

 

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