sabato 7 febbraio 2009

Mi sento solo

L'altro ieri ho scritto questa frase, che era ambigua, ed infatti le è stato dato un significato del tutto diverso da quanto intendevo: ora vorrei spiegare perché mi sento solo.
Il 18 aprile 1993 il 77% degli italiani (praticamente l'intero corpo elettorale, data la fisiologica astensione del 20-25% di cui parlavo qui e qui) è andato a votare su invito di Mariotto segni, e in misura plebiscitaria (l'82 e rotti percento) si è espresso per introdurre un sistema elettorale maggioritario. Io ero ferocemente contrario, e venivo guardato come un marziano.

Il 18 aprile del 1999 il 49,6% degli italiani è andato a votare, e di costoro il 91,5% si è espresso per eliminare la residua quta proporzionale dalla legge elettorale della Camera dei Deputati. Come ognun sa, il referendum deve raggiungere il quorum del 50% e quindi la proposta non passò; sta di fatto che, al netto dell'astensionismo fisiologico, la maggioranza degli italiani era schierata in tal senso e il mancato raggiungimento del quorum un puro colpo di culo.

Nel corso del 2007 circa 800.000 cittadini hanno depositato la propria firma per sostenere altri referendum elettorali al cui esito, in caso di raggiungimento del quorum e vittoria dei sì, la legge elettorale sarebbe stata riformata in senso non più semplicemente bipolare ma addirittura bipartitico. I più attenti tra i politici italiani hanno immediatamente capito che lo spirito del tempo andava nel senso di una facile vittoria dei sì e, complice anche un'improvvida e -mi sia consentito- stupida presa di posizione del segretario di una forza politica di recente formazione che riteneva di poter fruttuosamente cavalcare l'onda di tale riforma, hanno ritenuto di potersi salvare almeno momentaneamente facendo mancare il proprio appoggio -necessario, dati i numeri in Senato- al Governo. La manovra è stata condotta con grande sapienza, tanto che ancor oggi due italiani su tre sono convinti che la caduta di quel governo sia da attribuirsi alle forze politiche della cosiddetta sinistra radicale.

Nel 2009, salvo sorprese, si terrà il referendum elettorale di cui sopra, la cui celebrazione era stata sospesa in conseguenza dello scioglimento delle Camere. Tutto fa pensare che il quorum sarà raggiunto, e di un bel botto. Nel frattempo un accordo tra i due maggiori partiti presenti in Parlamento ha modificato la legge elettorale delle elezioni europee, introducendo una soglia di sbarramento che, considerata la vunzione dell'Assemblea comunitaria, non ha alcuna ragion d'essere se non nella volontà di sfrondare le forze di minor dimensione nell'attesa di raccoglierne i voti.

In tutto questo tempo gli organi di stampa hanno, con ammirabile coerenza, indottrinato i cittadini italiani sui mali della frammentazione della rappresentanza parlamentare, facendo passare come dimostrata l'equazione frammentazione=corruzione, grazie al collegamento temporale tra il fenomeno del multipartitismo e l'involuzione criminale della politica italiana tra i tardi '80 e i primi anni '90, sfociata nel fenomeno colloquialmente conosciuto come "tangentopoli". Si tratta di una fallacia logica del tipo cum hoc ergo propter hoc che si è stabilmente affermata come vera nell'opinione di una stragrande maggioranza di concittadini.

Io affermo che quale conseguenza di questi fenomeni attualmente la rappresentanza politica parlamentare è la più dequalificata, incapace e ignorante che questo paese abbia mai avuto. Che la seconda proposizione sia vera, lo dimostrano fuor di ogni dubbio i fatti della settimana; che ciò dipenda dalla deriva maggioritaria è una mia opinione che so essere assolutamente minoritaria e che non ho gli strumenti per dimostrare logicamente.

Oggi peraltro Enzo Mauro in un lungo articolo scrive:
Quirinale e Parlamento devono capire che il governo assumerà il potere legislativo attraverso i decreti legge, della cui ammissibilità sarà l'unico giudice, con le Camere chiamate ad una ratifica automatica di maggioranza e il Capo dello Stato costretto ad una firma cieca e meccanica.
A legger bene queste righe, mi sembra che sia evidente la connessione tra la deriva bonapartista di cui viene accusato il PresConsMin e la riduzione delle Camere a mera rappresentanza formale di una sovranità che ormai è stata -dal punto di vista reale- attratta dalle segreterie dei partiti e specificamente dai designatori delle candidature.

Ma so di essere solo, nel pensare ciò; e so che gli italiani voteranno l'ennesimo referendum di quel Segni che propugna il sistema maggioritario pur essendo in grado al più di raccogliere un consenso da prefisso telefonico internazionale.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Non sei solo. Anch'io votai NO a quel referendum del 1993 (e convinsi molti amici, anche; via non molti: due). E poi anch'io esultai al mancato raggiungimento del quorum nel 1999, venendo quasi insultato da un mio collega.
Più che soli, direi senza voce. Perché i megafoni sono altrove.

.mau. ha detto...

la caduta di quel governo a dire il vero è stata causata da qualche saltaquaglista che è tornato nel suo schieramento logico (la destra).
Sui referendum che si terranno quest'anno ho già espresso a suo tempo il mio pensiero, non mi ripeto. Però non credo che si raggiungerà il quorum.

Rouge ha detto...

Se ti consola non sei solo. Alle prossime europee potrebbero esserci delle sorprese, se solo la sinistra radicale riuscisse a superare la sindrome da scissione da cui è affetta. Alle prossime politiche poi (sempre se ci saranno, vista l'aria che tira), se non modificano la legge elettorale con la reintroduzione del voto di preferenza, credo che a votarsi tra loro saranno solo quanti concorrono. Almeno lo spero.

Il Perozzi ha detto...

Gentile mfisk,
ho scoperto il tuo blog solo da pochissimo. E' uno dei pochi posti dove si cerca di fare analisi utilizzando gli strumenti della logica. (Che poi sarebbero gli unici strumenti efficaci, ma il referendum del 1993 è stata una rottura ontologica e non solamente politica. Il bipartitismo che ne è conseguito è solo epifenomenico. Questa ormai è una società che sembra il falansterio allucinato del Numero 6, il Prigioniero). Sei un grande.

m.fisk ha detto...

Ti ringrazio molto per i complimenti: sono cose che fanno sempre piacere.
Venendo poi dal Perozzi (un mito per molti versi insuperato: grandissimo dalla prima scena con le puttane all'ultima con il prete), sono doppiamente graditi!

 

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