Lo Scorfano ha avuto un'idea meritoria quando, in questo post, ha deciso di adottare una pubblicità: un po' come quelli che adottano le panchine o i banchi in chiesa, ma al contrario, vale a dire segnalando lo spot al pubblico ludibrio.
Io sono un target televisivo un po' particolare: eccezion fatta per i telegiornali, che mi servono a stimolare l'indignazione quotidiana, e per La Nuova Squadra (perché i gusti son gusti, cari miei, e c'è anche chi passa la notte a vedere le partite di carambola o i tornei di Texas Hold'em), tutto ciò che vedo sul piccolo schermo transita dal mio Kiss1600 e, per esso, dalla rete: e quindi risulta del tutto privo di pubblicità.
Gli stessi signori dell'Auditel, che tanta fatica hanno fatto per inventare un sistema che consenta di rilevare la visione dei canali satellitari, venendo a casa mia si troverebbero alle prese con un troglodita tecnologico, dato che la mia TV via etere prende giusto giusto i cinque canali di Berlusconi, Rai Tre e La7.
Oltre a ciò, c'è il fatto che io il linguaggio della pubblicità proprio non lo capisco. I creativi si dannano l'anima per racchiudere in trenta secondi una storia avvincente tra metafore e dissolvenze; ma io le metafore non le decodifico, e quando frequentavo la casa di una certa poetessa che prima di andare a nanna mi leggeva i suoi scritti, facevo sforzi sovrumani per resistere e non addormentarmi in pochi secondi, dato che in fondo non ero lì solo per riposare.
Quel «consorziamo» che Scorfano ha stigmatizzato, l'avevo sentito un paio di volte: ma mai mi era venuto in mente di porvi attenzione e quand'anche l'avessi posta, essa sarebbe stata diretta sulle forme dell'attrice e non sulla semantica del suo messaggio: che ho potuto capire solo grazie al post citato all'inizio.
E' stato quindi con un certo stupore che ieri sera, attendendo per l'appunto l'inizio della Nuova Squadra, mi sono soffermato sulla pubblicità di un deodorante dell'Infasil; l'ho guardata; l'ho capita. E mi sono ripromesso di commentarla.
Il messaggio e chiaro: ci suono due giovinotti, bellocci. Si sono sposati il giorno stesso, e quella sera faranno fikki fikki: per la prima volta insieme, dacché la sposa sfoggia uno spendido abito bianco, anche se lo sguardo di lui fa intendere che su qualche nave scuola possa esser già salito.
Egli, sapientemente, comincia a baciarla dalla mano e via via sale, sale, mentre, una voce fuori campo, insinuante, ci fa presente che «basta poco per rovinare un momento così speciale». E difatti, proprio sulla conclusione della parola "speciale" il naso di lui arriva al cavo dell'ascella: alché il nostro riflesso pavloviano dovrebbe suggerirci che quel "poco" altro non è che il prodotto del metabolismo dei batteri alberganti nel recondito ricettacolo di lei.
Ma lui, pur essendo giunto al fatidico punto non fa un plissé, laddove ci aspetteremmo una smorfia o perlomeno un arricciamento di naso: com'è 'sto fatto? Subito la poesia viene interrotta dal primo piano del prodotto reclamizzato, Infasil Derma Clinic Deodorante, il quale evidentemente ha sui maleodoranti batteri l'effetto di una spruzzata di Zyklon B (non foss'altro perché chiunque di voi abbia mai partecipato a un matrimonio, e in prima persona, sa bene in che condizioni critiche si giunga a casa, quanto a igiene personale).
Ora, io credo di avere un certo numero di perversioni, di cui non faccio neppur mistero. Tra queste, il credere che il contatto fisico tra corpi debba essere tra corpi umani, con scambio di liquidi, umori, sudori e odori.
Nulla mi sembra così squallidamente borghesuccia quanto una donna che attraverso la pratica dell'asepsi si rende simile in tutto e per tutto a una bambola gonfiabile, sia pur semovente. Non voglio parlare d'amore, ma il sesso è anche (e soprattutto?) gustare e leccare: leccare una donna, non un prodotto profumato.
Lo spot che ho visto ieri, fra l'altro, era lievemente più lungo di quello che ho trovato da proporvi: in una decina di altri secondi si arrivava alla testa di lui sul pube di lei, e alla voce suadente che per i rischi legati a tale eventualità proponeva un ulteriore prodotto: e qui la mia indignazione è cresciuta ancora di più.
Sapete cosa scriveva Napoleone a Josephine, qualche giorno prima di rientrare a Parigi da una delle sue campagne militari?
Ne vous lavez pas Madame, j’arrive.
giovedì 3 settembre 2009
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8 commenti:
E hai trascurato uno degli aspetti più biechi del tutto. La formula magica.
Che è questa: "Test scientifici lo dimostrano". A cui segue un grafico, che dovrebbe essere la conferma dei suddetti test scientifici.
E' pazzesco ma non c'è pubblicità di deodorante o di dentifricio che non tiri fuori la menata dei test scientifici con annesso stupido grafico.
Senza quelli, non si vendono, evidentemente.
In ultimo, sì: anch'io sono per uno scambio di liquidi non asettico.
eh, siamo ancora della vecchia scuola: quando si dava del Lei ai professori e le ragazze avevano gli zoccoloni ai piedi.
Come tante volte, concordo. Punto. I pubblicitari vanno eliminati, anzi no: vanno eliminati i consumatori... come spesso penso.
dago
Vabbè, vecchia scuola o no, chiunque abbia un buon rapporto con il sesso è per soddisfacenti scambi gustativi. Mi preoccupa questa tendenza all'asetticità. Gli uomini non sono immuni, quelli che si depilano mi fanno veramente tristezza. Quando poi si depilano anche le sopracciglia avrei voglia di prenderli per un orecchio, peccato che non gli si possa dire: adesso vai a rimettertele, deficiente! Devo dire che, salvo rarissime eccezioni, non vedo la televisione da un paio d'anni e sto benissimo, anche se mi perdo qualche pubblicità da dileggiare.
Mog
parlando di perversioni, sono uno che trova le ascelle molto erotiche (c'è anche una ragione antropologica, ho scoperto anni fa). Quindi capisco perfettamente cosa intendi ;-)
Infasil si mescola bene al naturale odore, anzi, è come se togliesse solo il "cattivo" e lasciasse quello della persona. Personalmente lo adoro.
Consiglio di provarlo, anche e soprattutto dopo una giornata passata a un matrimonio ;-)
(disclaimer: non ho niente a che fare con Infasil, chi lo produce, chi lo reclamizza. si sa mai)
Perfettamente d'accordo, viva gli odori naturali, anche fossero (lievi) puzze. Io non sopporto nemmeno chi mettere il profumo: non dico le vecchie signore che lasciano la scia dietro di se', ma nemmeno chi falsifica il proprio odore. E' un'idea terribile.
In ogni caso, Spider... mi hai incuriosito con le ragioni antropologiche dell'ascella :) Non è che puoi aggiungere qualcosa?
Anche a me ha incuriosito l'osservazione di Spider. Ma per provarlo dovrei interrompere l'embargo dichiarato oggi.
Io comunque sono per la scuola del sapone, quello fatto a saponetta: da ultimo prendo il Felce Azzurra Paglieri, che mi ricorda Carosello.
Ricordiamo Profumo, di Gianna Nannini.
Per il sapone consiglio "i marsiglietti", economici, inodori e, se non ricordo male, fatti in italia.
L'odore dell'ascella, se non è "malato" o di 3 giorni, dovrebbe essere quello che tiene insieme una coppia. IMHO.
ciao
nicola.
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