Oggi Matteo non solo scrive un articolo sul PD che condivido fin nelle virgole*, ma oltretutto contiene l'affermazione che Keith Moon era dio; e tutto ciò mi ricorda di quella volta che (se ben rammento all'Orfeo, nel 1984) ci fu un concerto di Cecil Taylor.
Non è proprio un concerto facile, Cecil Taylor, anzi! E oltretutto io e Federico poi avremmo dovuto passare la notte ad attacchinare per Loris Zaffra, nome che per taluno sarà tristemente evocativo (e voglio tranquillizzarlo dicendo che non lo facevamo perché ci piacesse ma solo perché ci pagavano).
Così, alla fine del concerto eravamo abbastanza stremati, ma pur ci dicevamo -«che bello», dato che a diciannove anni hai ancora il candore -o l'idiozia- di dire -«che bello» quando sai che un concerto dev'essere bello per forza; e ciò anche se in realtà hai la netta impressione che se fossi andato tu, lì sul palco a pestare tasti a caso, nessuno si sarebbe accorto della differenza.
Le luci si erano già accese, il pubblico si alzava, e a un tratto Taylor si è messo a suonare: musica classica, divinamente: non certo per farci vedere, caso mai avessimo dubbi che lui sapeva suonare: forse solo per passatempo. Ma noi cogliemmo il fatto che sapeva suonare.
Ecco, Matteo oggi mi ha fatto lo stesso effetto, e oltretutto ha detto che Keith Moon era dio.
* e perfino nel sapiente uso del punto e virgola.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
3 commenti:
Non sentivo più nominare Loris Zaffra dai tempi dei Kool and the gang (a cui il primo stava come sta oggi Rutelli ai Black Eyed Peas).
Lo fai apposta, vero? a inventare similitudini più ardite di quelle del discorrendo.
E' storia: i miglioristi (Zaffra & Rutelli se la battono alla pari per levatura politica) sono la spia del peggio in un dato momento politico.
Posta un commento