E' da ieri che mi sto dannando per riparare una sciocchezza fatta da un collega. Anzi: dato che la sciocchezza non è riparabile, mi danno per rappresentare correttamente tutto ciò che è accaduto e far sì che le responsabilità ricadano su chi ha commesso la sciocchezza e non sul mio culo.
Datemi fiducia e tenete per buono il fatto che io sia totalmente privo di colpa: tanto non siete voi che dovete giudicare e quindi potete accettare l'assunto; date pure per accettato il fatto che io non farei mai ricadere su un collega colpe che egli non ha, e anzi tendo a fare di tutto per scusare e giustificare, non tanto per carità cristiana quanto per l'elementare principio che oggi tocca a te ma domani toccherà a me, e se ti faccio un torto o una scortesia la riparerò con gli interessi.
Tenete infine conto del fatto che la persona in questione è *molto* più alta in grado rispetto a me, seppur in un'altra linea gerarchica, e quindi non è che io debba esercitare un'autorità punitiva bensì solo spiegare cos'è accaduto.
Resta il fatto che c'è sul piatto questa cazzata galattica. E mi sono reso conto che se si fosse trattato solo di una sciocchezzuola, avrei potuto spiegarla in una mezza paginetta, senza troppi problemi; mentre una cazzata di tale livello è così enorme che da due giorni sto cercando di trovare un modo per raccontarla senza che ciò sembri un pararsi il culo.
Tali e tante sono le pezze d'appoggio che dimostrano l'incompetenza e la superficialità del collega megadirigente che il solo enumerarle sembra una excusatio non petita: come colui che al commissario (si tratti di un romanzo di Olivieri o di Fruttero e Lucentini) presenti lo scontrino dell'ingresso in stazione o della consumazione al bar, religiosamente tenuto nel portafoglio.
Mi accorgo che più metto in evidenza le prove a carico, più sembra che lo faccia per qualche recondito motivo: come se la mia totale estraneità avesse, in sé, qualcosa di sospetto.
E tutto ciò perché, credo, si può accettare che un personaggio così in alto sia in malafede, o distratto, incompetente o perfino disonesto; ma non è proprio concepibile che sia, come purtroppo è, un perfetto idiota.
martedì 8 settembre 2009
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6 commenti:
Abita anche lui su un lago, perdipiù.
(lo scontrino dell'ingresso in stazione come Carlo Delle Piane con Tognazzi)
@Zu
Già: è proprio il riferimento a Olivieri (anch'io ho visto il film ier sera)
Beato te che devi scaricare delle colpe. Non è peggio quando, pur incolpevoli, si è costretti a "salvare" il culo ai colpevoli per non patirne le nefaste conseguenze?
good start
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