lunedì 14 settembre 2009

Notizie che non sono notizie

Il televideo RAI ancor adesso (ore 15:30 circa di lunedì 14/9) racconta che domani sera in tivù ci sarà Ballarò; e sulla prima rete un programma di intrattenimento.
Noi sappiamo bene che non sarà così: che sulla prima rete il servo dei servi dei servi del padrone darà l'ennesima leccata lisciata di pelo al PresConsMin, mentre al posto di Floris chissà cosa mai ci sarà.
La cosa in sé non meriterebbe neppure di essere commentata: e se qui lo facciamo è solo perché un giorno qualche mio nipotino potrebbe desiderare di approfondire lo studio della storia italiana di questo inizio secolo: e voglio lasciargli qualche riferimento, raccontandogli di quel tempo in cui il suo nonno visse la sua maturità: quel tempo in cui bisognava andarsi a cercare le notizie e sviluppare la capacità di distinguere il vero dal falso; la propaganda dalla menzogna; la verità dall'imbellettamento.
Quel tempo in cui bisognava leggere prima la firma del giornalista e poi l'articolo; in cui bisognava confrontare tante versioni dello stesso evento per ricostruire, faticosamente, la realtà. Quel tempo tanto simile a quello che a sua volta vissero i miei, di nonni: quando tra le righe di un roboante comunicato che proclamava l'affondamento di un dragamine inglese, occhi o orecchi attenti riuscivano a cogliere il disastro dell'affondamento di una squadriglia di incrociatori, e la morte di centinaia di marinai.
Forse un giorno quel mio nipotino invidierà questo nostro tempo, in cui farsi un'idea del proprio paese richiedeva virtù eroiche ed un'intelligenza superiore; o forse quel giorno egli stesso si troverà nella nostra situazione, o fors'anche peggio: chissà.
Certo, potrebbe imputarmi di non aver fatto nulla per cambiare la situazione, e con ragione. Come reagirò domani sera, quando Bruno Vespa ci mostrerà Berlusconi entrare nelle case degli aquilani, aprendo i loro nuovi frigoriferi, emettendo gridolini di stupore di fronte a tanta abbondanza di carni, per una volta non tiepide e frementi?
Se potessi, smetterei di pagare il canone, ma non posso. Potrei sintonizzarmi ostentatamente sull'Ispettore Coliandro o sul film della 7, giusto per non far salire l'indice Auditel del PresConsMin: ma sarebbero centesimi di punto, e del tutto inutili dato che la comparsata non è fatta certo per raccogliere pubblicità, e quindi la RAI se ne strafrega dello share. Non posso neppure smettere di votare per il partito di Berlusconi, non posso aprire un blog per parlarne male e non posso iniziare ad indottrinare mio figlio contro di lui e contro i suoi accoliti.
Ditemi voi: che posso fare?

9 commenti:

Tonino ha detto...

A monte bisognerebbe anche chiedersi quando mai sia successo che permettessimo a Bruna Vespa di occupare in collocazione stabile e incontrastata lo spazio principale di approfondimento della televisione pubblica e di edificarci sopra Porta a Porta.

m.fisk ha detto...

Sì, ce n'è tante, ma tante!, di cose da chiedersi, a voler risalire.

m.fisk ha detto...

Forse hai ragione: ma ricordiamoci di coloro che sono andati in montagna per combattere una battaglia persa in partenza contro l'esercito (ancora) più potente del continente.

Leonaltro ha detto...

(quando si esce dal lurking si saluta? nel caso: ciao)

Per quanto uno possa pensare che la situazione attuale faccia schifo, evidentemente non fa ancora *così* schifo da spingere la gente a combattere, anche solo figuratamente. Quindi forse quello che potresti fare è impegnarti per farla deteriorare ulteriormente, chissà che prima o poi non si susciti una qualche reazione.

m.fisk ha detto...

In ogni caso, si risponde al saluto, quindi: ciao.
Ho scritto un'altra cosuccia, or ora: forse sono stato troppo ottimista ma, chissà...

Leonaltro ha detto...

chissà. In effetti anch'io ho l'impressione che tutto stia precipitando verso la fine. E' un'impressione che abbiamo già avuto altre volte, ma 'stavolta sembra più concreta. L'importante - ecco, mi è venuta la risposta alla tua domanda "cosa posso fare" - è non fare assolutamente niente. Ma niente di niente. Ché in Italia la cosa più importante è sempre la sconfitta dell'altro, più che la vittoria propria.
Se la sinistra desse un improvviso segno di vita, sarebbe l'ennesima occasione per ricompattarsi di fronte al nemico (e - invariabilmente - attorno a SB).
Così invece, in totale assenza del nemico, SB si sta rapidissimamente incartando su sé stesso, un po' come quando tiri il calcio alla palla e la manchi completamente, esperienza spesso molto dolorosa.
Se funzionasse, Veltroni potrebbe addirittura provare a farla passare come tattica voluta.

m.fisk ha detto...

Forse hai proprio ragione: SB si sta dimostrando un asso, nel farsi del male da solo.

Verrocchio ha detto...

eccezionali le tue doti di veggente: ha aperto veramente i frigoriferi (mentre io mi stropicciavo incredulo gli occhi)!

m.fisk ha detto...

Purtuttavia essi erano desolantemente vuoti: veggente a mezzo servizio ;-)

 

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