giovedì 8 ottobre 2009

Piccole verità

Francesco Costa:
Se, per assurdo, lo scellerato referendum sul lodo Alfano si fosse celebrato prima della sentenza della Corte, oggi avremmo ancora il lodo Alfano. Così come ci teniamo la legge 40 grazie alla più folle delle consultazioni referendarie. Questo per dimostrare, per l’ennesima volta, quando sia dannoso e pericoloso un certo populismo parassitario e strumentale, e quanto possa essere catastrofico decidere cosa fare in politica ascoltando la pancia e non la testa. Chi preferisce la pancia vada allo stadio. La politica è una cosa troppo importante per farsi dare la linea da un comico.

5 commenti:

.mau. ha detto...

non ho capito.
La legge sul referendum dice che per cinque anni non puoi toccare la legge abrogata, non dice affatto che diventa automaticamente costituzionale.
Detto in altro modo: se qualcuno porta alla Suprema Corte una richiesta di verifica di costituzionalità della legge 40, che ci sia stato o no il referendum è assolutamente ininfluente. O sbaglio?

m.fisk ha detto...

Formalmente sì, ma in pratica non credo proprio che nel caso in cui si fosse fatto prima il referendum, in sede di scrutinio costituzionale si sarebbe raggiunta la maggioranza (risicata) che si è raggiunta.

.mau. ha detto...

ah, questi giudici politicizzati che seguono la volontà del popolo!

m.fisk ha detto...

sono tutti comunisti, e quindi vicini al popolo, no?

Ipazia Sognatrice ha detto...

Bignami: Il popolo è BUE, non è una corte costituzionale, né una commissione di bioetica.

 

legalese
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