venerdì 17 aprile 2009

Conflitto di interessi

Qualche giorno fa avevo accennato al fatto che la crisi è tutt'altro che terminata, malgrado i titoli dei giornali. Uno degli eventi che ha spinto i giornalisti economici verso un moderato ottimismo sono, tra gli altri motivi, i conti trimestrali di Goldman Sachs e JP Morgan, due delle più importanti banche d'affari USA, che hanno chiuso la trimestrale di marzo con utili ben superiori alle attese.
Avevo in animo di scrivere qualche riga su questi famosi conti, per mostrare quanto fossero taroccati, ma non ne vedevo l'urgenza.

Oggi però sul New York Times è comparso un articolo che preso fa accaponare la pelle: vale la pena di leggerlo (o di seguire il resto del mio discorso) perché se finora -in quanto italiani- pensavate di sapere che cosa è un conflitto di interessi, vi stavate sbagliando di grosso.

Dunque, sapete tutti che negli USA c'è un colosso assicurativo chiamato AIG, che ha rischiato di fallire il giorno dopo Lehman Brothers e che, a differenza della banca, è stato salvato dal governo Bush (e da quello Obama) con una massiccia iniezione di fondi pubblici.
Uno dei motivi per i quali AIG stava messa veramente male è che aveva sottoscritto uno sproposito di CDS con un'enormità di controparti. I CDS (Credit Default Swap, ne accennavo qui) sono dei derivati praticamente equivalenti ad assicurazioni sui crediti: in pratica e per semplificare, se qualcuno ti deve dei soldi, tu puoi stipulare un CDS in modo che se il tuo debitore non ti paga, ti paghera colui che ti ha venduto il CDS.
AIG stava ovviamente messa da schifo, dato che con la crisi in atto le probabilità di fallimento delle aziende è molto aumentata. Per tale motivo è stato necessario che il governo federale le erogasse uno sproposito di milardi di dollari (150, più o meno), in quanto in caso contrario sarebbe fallita, provocando un vero disastro al cui confronto Lehman sarebbe stata una brezzolina autunnale.
Con quei soldi, AIG nei mesi di gennaio e febbraio ha perfezionato una serie di unwinding (vale a dire: smontaggi) dei CDS. In pratica è un po' come se la vostra assicurazione vi telefonasse e vi dicesse: "guarda, io ti ho assicurato la casa, ma ora non me la sento più di sostenere il rischio, siamo d'accordo se ti dò 1000 euri e amici come prima?".
Buona parte delle controparti dei CDS erano, guarda caso, proprio le banche d'affari (vale a dire Goldman Sachs e JP Morgan) le quali hanno beneficiato in misura stratosferica di queste operazioni di unwinding: se n'era accorto Zero Hedge già alla fine di marzo, ma se andiamo a guardare i grafici sui risultati presentati agli analisti (grazie a Baseline Scenario: qui per JP Morgan e qui per Goldman Sachs, la quale peraltro ha fatto anche di più, saltando a piè pari il mese di dicembre dai conti) l'ammontare è semplicemente sorprendente: per la sola Goldman Sachs circa 13 miliardi di dollari.

Cosa significa tutto questo? Significa che le banche in questione hanno fatto straordinari profitti (parliamo di miliardi di dollari, mica bruscolini) per chiudere contratti con AIG a spese dei contribuenti.
Le anime belle potevano pensare che tutto ciò fosse utile quale volano all'economia; le anime un po' più critiche ritenevano che fosse una delle tante storture discendenti dal fatto che a Wall Street bene o male tutti si conoscono e vanno ai party insieme.

Ora l'articolo del NYT offre una chiave di lettura veramente interessante.
Edward M. Liddy, che è l'amministratore delegato di AIG e ha trattato un compenso di un dollaro all'anno, vedendo il proprio come una sorta di servizio pubblico, fino al settembre 2008 era nel consiglio d'amministrazione di Goldman Sachs, e in tale qualità aveva maturato una grande quantità di stock option. Uscitone per andare in AIG non si è fatto liquidare le stock option, bensì le ha tenute in forma di azioni, risultando così un socio di un certo peso.
Liddy, quindi, ha utilizzato i soldi dei contribuenti per smontare i CDS di AIG, creando utili andati a beneficio soprattutto della banca di affari di cui egli stesso è socio.
Certi politici di casa nostra ne hanno ancora, da imparare!

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